Piccola grande Umbria – Sulle tracce di San Bernardino a Perugia

Oratorio di San Bernardino, 1451-61, Perugia

Chi è il “Re dei Santi” in Umbria? Ovviamente San Francesco! Non solo in Umbria, ma è considerato il Patrono d’Italia. San Francesco è importantissimo per la spiritualità cristiana nel mondo… ma qui nella mia città, a Perugia, sebbene venerato da sempre, è stato solo di passaggio: ovvero quando è stato incarcerato (e quindi non era ancora diventato l’uomo di fede che tutti conosciamo) e quando è venuto a chiedere l’indulgenza plenaria a Papa Onorio III, salvo poi tornarsene alla Porziuncola a proclamare il successo.

In realtà c’è un’altra figura ascetica che arriva due secoli dopo e che, sebbene meno conosciuta nella sua storia (non veniva nemmeno dall’Umbria) ha avuto un’incidenza molto più forte in città, generando una rivoluzione nel pensiero, negli usi e costumi locali e, soprattutto, dando vita con la sua presenza ad opere d’arte e architetture splendide. Trattasi di Bernardino degli Albizzeschi, conosciuto da tutti come San Bernardino da Siena, noto predicatore dell’ordine di S. Francesco, nato a Massa Marittima nel 1380 ma adottato, appunto, da Siena.

Benvenuto di Giovanni, San Bernardino, 1474 ca., New York, MET. Il Santo ha come attributo principale la tavoletta che mostra il trigramma costituito dalle tre lettere JHS (“Jesus Hominum Salvator”).

Era così amato a Perugia che le fonti narrano che i fedeli, quando egli parlava in pubblico, accorrevano sempre in grandissimo numero ad ascoltarlo e a stento si trovavano i sacerdoti sufficienti a confessare e ad amministrare la santa comunione a tutti quelli che lo desideravano!

I suoi sermoni erano rivolti ad accrescere appassionatamente la vera fede cristiana, a sedare l’odio, le lotte intestine che laceravano la città, i vizi e l’usura che incancreniva le classi sociali. Le sue proposte per una società migliore e maggiormente improntata a Dio esistono anche in forma scritta, poiché Bernardino era anche un teologo colto e sapeva scrivere perfettamente in latino.

A Perugia San Bernardino ha predicato almeno 4 volte, dal 1425 al 1444, fermandosi sempre qualche settimana e, durante la sua permanenza in città, tutti cessavano le proprie attività, giungendo ad ascoltarlo anche dalla campagna; teneva le sue orazioni al prato di San Francesco oppure in piazza Grande. A un certo punto i perugini, come omaggio, gli hanno anche costruito un piccolo terrazzino, un pulpito, con dei marmi duecenteschi a decorazione cosmatesca, da cui era più facile farsi vedere di fronte alla moltitudine di persone prostrata ad ascoltarlo.

Dopo la sua morte e la conseguente santificazione del 1450, i francescani di Perugia ritengono necessario fare qualcosa di più grande per dimostrare tutta la devozione per Bernardino: ecco che dall’11 aprile 1451 si inizia a reperire offerte per l’edificazione di un Oratorio dedicato al santo, come avviene in altre città italiane.

All’alba del 20 maggio 1461 le campane di Perugia suonano a festa per l’inaugurazione della facciata, libera dalle impalcature. La folla vestita a festa è venuta ad ammirare questo meraviglioso inno di fede e di bellezza policromo.

Tutta l’opera sembrava un enorme pala d’altare dipinta, dai colori sono ricchi e caldi dovuti al travertino, al marmo di Carrara, il serpentino verde di Prato e il pomato di Assisi, con l’aggiunta di qualcosa che oggi purtroppo è solo intuibile, ovvero la placcatura in oro e lapislazzuli.

Poiché si tratta di celebrare gloriosamente il dedicatario del luogo di culto, al centro c’è una sorta di arco trionfale in cui si trova proprio Bernardino, in una mandorla di luce infuocata, circondato da angeli musicanti e cherubini paffuti.
Sopra di lui, la figura di Gesù assiso sulle nubi.
Nei piloni laterali 4 sculture a tutto tondo, che rappresentano l’Annunciazione, Sant’Ercolano e S. Ludovico da Tolosa.
Ci sono cinque miracoli di San Bernardino durante la vita e dopo la morte: il più curioso è quello centrale, in cui Bernardino dopo la predica del 1425 ha fatto allestire un enorme rogo in cui gettare tutti gli oggetti che andavano contro la purezza del cristianesimo, tra cui elmi, lance, parrucche, ciprie e carte per il gioco d’azzardo; ecco ad un tratto spuntare dalle fiamme il diavolo minaccioso, che spaventa tutti i presenti.
Infine, ai lati dei due portali, un’orchestra celestiale, composta da elegantissimi angeli che suonano strumenti oggi in disuso, come il salterio, i nakers, la viella e il liuto, ma anche il triangolo.
Il tutto è completato da delle Allegorie femminili in linea con i precetti francescani rivolti a povertà, castità, obbedienza.

L’interno dell’oratorio presenta un assetto relativamente moderno ma custodisce un sarcofago paleocristiano, dove sono state successivamente collocate le spoglie del Beato Egidio, fedele fratello di San Francesco.

La cassa è decorata da vari soggetti sacri tra cui la figura di Cristo, scene del vecchio Testamento e, in particolare, la storia di Giona mangiato dalla balena.

Al di là dell’altare, gli ambienti della Confraternita della Giustizia, aggiunti nel XVI secolo e sovrastati da un soffitto intagliato in legno di fine Cinquecento.

In questo luogo, i confratelli si riunivano prima di recarsi a dare conforto ai condannati a morte o ai prigionieri rinchiusi nel Palazzo dei Priori.

Oratorio della Confraternita della Giustizia, XVI sec., Perugia, Oratorio di San Bernardino.

Vi aspetto per scoprire insieme le bellezze della città! A presto!


Ciao, sono Gioia! La mia vita è eternamente legata a due regioni: l’Umbria, mia terra d’origine e di residenza e la Toscana, il luogo che mi ha fatto comprendere quale fosse davvero la strada giusta da percorrere: l’arte e la promozione del Patrimonio culturale locale.
Ho incentrato infatti la mia tesi di laurea di Storia dell’arte sugli affreschi aretini del Quattrocento e poi ho scelto di diventare una Guida turistica abilitata a Firenze e Accompagnatrice turistica. Lì, tra i Palazzi appartenuti alla famiglia de’ Medici e i grandi artisti del Rinascimento, ho trovato per qualche anno la mia dimensione ideale; il mio cuore, però, mi ha lentamente riportato a fare tour anche a Perugia, Assisi, Spoleto e tutti quei centri caratteristici dell’Umbria, in cui si trovano scorci fiabeschi e interessanti musei presso tre dei quali lavoro anche come dipendente.
Ad essere sincera non c’entra solo il cuore, ma anche la gola: non riesco proprio a dir di no ai piatti e prodotti tipici quali salumi, formaggi, olio, tartufo ma anche agli ottimi vini, da provare assolutamente più di una volta nella vita, senza trascurare il fatto che la mia città di nascita, Perugia, è considerata la patria del cioccolato grazie al famoso Bacio Perugina. Seguimi per delle esperienze emozionanti, per gli occhi e…per la pancia!
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