Alla ricerca di un po’ di frescura, ti accompagno in una passeggiata per le strade di Morbegno (SO), in Lombardia. Potrai abbinare a questa passeggiata anche l’esperienza presso il Ponte nel cielo, il ponte tibetano più alto d’Europa, che si trova in Val Tartano, poco distante.
Potrai arrivare in questa cittadina di circa 12.300 abitanti in treno (TRENORD linea Milano – Tirano) oppure in auto (seguendo la Statale 38). Morbegno è tra le pochissime località di Valtellina ad estendersi con alcune frazioni sia sul versante retico sia sul versante orobico. Noi esploreremo, per comodità, il versante orobico, quindi la sinistra idrografica del fiume Adda, il principale corso d’acqua della Valle.
Ti consiglio di iniziare il tuo percorso dalla chiesa di S. Martino, il luogo dove si trova la prima chiesa parrocchiale testimoniata (1208) e dove abbiamo le prime tracce di attività, soprattutto legata al settore dell’agricoltura. Ad oggi la chiesa, che conserva evidenti tracce di strutture romaniche, mostra cicli pittorici tardo cinquecenteschi e settecenteschi ed è collocata nell’area cimiteriale di Morbegno.
Purtroppo, essendo questa zona in epoca medievale esposta alle piene del fiume Adda, non era molto adatta alla creazione di un borgo, che trova, invece, ben presto posto lungo le sponde del torrente Bitto, affluente dell’Adda. Il Bitto scende all’Adda scavando profonde gole nel gradino glaciale subito alle spalle di Morbegno, con un paesaggio, sebbene aspro, densamente antropizzato, per lo sfruttamento della forza motrice delle acque, costituendo così uno dei fondamentali aspetti dell’economia di Morbegno. Nella zona sorge, quindi, la parrocchiale di S. Pietro e Paolo e il borgo ospita principalmente artigiani e commercianti. Inoltre si svolgono in questa zona tutte le attività relative all’amministrazione del borgo.
Prima però di arrivare là, ti consiglio una sosta al Santuario dell’Assunta, costruito tra fine ‘400 e inizi ‘500, è sicuramente uno degli edifici più notevoli di Valtellina. All’esterno si nota il bel portale scolpito di gusto rinascimentale accompagnato da un elegante rosone. All’interno, armonioso e ben proporzionato pur presentando elementi architettonici, pittorici e decorativi appartenenti a vari periodi, dal 400 al 700, domina nella zona presbiteriale l’ancona lignea, intagliata e scolpita da Giovanni Angelo Del Maino e decorata da Gaudenzio Ferrari e Fermo Stella, tra il secondo e il terzo decennio del ‘500. L’ancona presenta le caratteristiche architettoniche di un edificio rinascimentale ed ospita al centro un più antico e venerato affresco raffigurante la Madonna in trono. In basso, come predella, scene evangeliche legate a Maria, nei vari riparti dell’ancona campeggiano figure di santi, tra i quali S. Lorenzo e S. Bernardo (contitolari della chiesa). Questo santuario, frequentato da moltissimi pellegrini oltre che dai locali, è stato nel tempo oggetto di numerose donazioni fatte da cittadini di Morbegno, migrati per lavoro, ma profondamente legati alla loro Valle.

Sulla strada che conduce al centro storico potrai fermarti anche di fronte alla chiesa di S. Antonio, inserita nel prestigioso ex-complesso monastico domenicano, il più importante e prestigioso monastero del terziere inferiore. La chiesa attuale, dalla facciata vagamente barocca, ma fornita di un bel portale di gusto rinascimentale, simile a quello del famoso Santuario della Madonna di Tirano, è testimoniata da inizi XV secolo e inserita nel monastero alla fine dello stesso secolo.

Le sue cappelle, prese in patronato dalle più ricche e importanti famiglie di Morbegno, sono riccamente affrescate. La chiesa, soppresso nel tardo ‘700 il convento, dopo varie vicende, è ora adibita ad auditorium ed aperta solo per eventi o su richiesta al Comune di Morbegno.
Di fronte, nella grande piazza, il sabato si svolge ancora oggi un colorato mercato, erede diretto del mercato settimanale che veniva animato dai commercianti di Morbegno. Gironzolando tra le bancherelle potrai trovare anche i tipici prodotti enogastronomici della zona, come il Bitto, un formaggio d’alpeggio e di stalla a denominazione di origine protetta (DOP): Bitto DOP (afidop.it).
Dalla piazza, dove si trova ampio spazio anche per parcheggiare, è possibile avviarsi verso il centro storico, spingendosi lungo via Garibaldi. Quasi subito è possibile rivivere il sapore del borgo antico sbirciando nelle corti dei palazzi, sorti su edifici medievali.

Una bellissima e tranquilla corte è quella che ospita il Ristorante Agnello, dove si vede anche un antico architrave di bottega scolpito con l’immagine di una antica spada ad antenne.

Uscendo dalla corte si può ammirare il portale e gli eleganti balconcini in ferro battuto settecenteschi del palazzo della famiglia Ninguarda e una targa di bronzo che ne ricorda un importante membro, Feliciano, ecclesiastico, teologo, diplomatico e vescovo di Como.
Salendo per questa stretta via, si raggiunge uno spigolo dove è murato un curioso animale scolpito nella pietra e si trova un affresco sulla parete esterna dello stesso fabbricato: protetta da una teca di vetro, una immagine votiva della Madonna, accompagnata da una immagine di S. Giuliano, rappresentato in un episodio decisamente splatter della sua vicenda terrena.

Prosegui dritto, arriverai così nella zona del palazzo dei Castelli di Sannazzaro, ora sede municipale, i cui spazi sono strettamente connessi con la più antica con-parrocchiale di S. Pietro e Paolo. La chiesa, di origine trecentesca, sede anche di adunanze della popolazione e, quindi, cuore cittadino, venne alla fine del ‘500, durante il dominio Grigione (Tre leghe) della Valtellina, consegnata alla comunità di Riformati presente a Morbegno, ma dopo i fatti della rivolta denominata “Sacro Macello” (anni 20 del 1600), ritornò alla comunità locale che ne curò il completo restauro in chiave barocca, con insistenza nella decorazione, sui temi della Controriforma.

La chiesa è però visitabile solo previa richiesta di apertura. Dall’esterno comunque è possibile ammirare il ricco portone e il campanile dal vezzoso balconcino in ferro battuto e dal terminale a bulbo.
Lasciandoti alle spalle la chiesa, puoi facilmente sbucare in piazza Tre fontane…ops! Volevo dire piazza Marconi!

Certo, questo è il nome che si trova oggi sulla targa esposta là, ma gli abitanti di Morbegno hanno spesso cambiato il nome a questo antico luogo d’incontro e di mercato e quindi è più probabile che la chiamino “piazza tre fontane”, in ricordo di una fontana tardo settecentesca a tre bocche che si trovava giusto qui.
Su questa piazza affaccia l’ingresso dell’Osteria del Zep, un ambiente molto suggestivo, cantina storica del 700, dove è possibile assaporare i piatti della tradizione locale.
Sito web: Osteria del Zep. Cucina e vini tipici della Valtellina nel cuore di Morbegno.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono caratteristici e ricchi di balconcini barocchetti con graziosi ferri battuti e in particolare un edificio mostra degli affreschi settecenteschi di tema religioso e realizzati in chiave protettiva della comunità. Ammirandoli tendiamo naturalmente a raggiungere la piazza adiacente, dove dal 1883 si trova un negozio storico, La Bottega dell’orologio dei Fratelli Ciapponi e una caffetteria civettuola, il Caffè Folcher, cuore della mondanità locale.
Il primo, che conserva le insegne storiche ed è riconosciuto da Regione Lombardia come bottega storica, è ormai un piccolo, vivacissimo museo della tradizione contadina e della produzione del Bitto.

Nasconde, infatti, nel retrobottega un sorprendente susseguirsi di volte, colonne e celle ad alveare che si snodano nella cantine con altrettanti spazi in penombra, dove giacciono ben allineate le tonde forme di Bitto d’annata e quelle invecchiate fino a dieci anni, i gustosi salumi valtellinesi, i vini pregiati e le profumate grappe.
Il secondo fu aperto dalla famiglia Folcher, dopo aver restaurato un palazzo settecentesco comprato da una nobile famiglia comasca. Il caffè, prossimo al teatro, era il luogo dove la piccola nobiltà colta si riuniva in una specie di circolo letterario, che disponeva anche di una biblioteca privata; tra gli avventori anche il poeta locale Guglielmo Felice Damiani.

Il pittore Giovanni Gavazzeni ci ha lasciato i ritratti dei titolari dell’esercizio nell’anno delle loro nozze (1886). Le meravigliose cantine cinquecentesche aprono al pubblico durante la manifestazione “Morbegno in cantina” che attira molti turisti amanti dei prodotti locali.
Ma ora, se sei stanco/a del percorso e desideroso/a di fare una esperienza particolare, ti consiglio di tornare un poco suoi tuoi passi e nei pressi della chiesa di S. Pietro troverai la Cantina Vergottini oppure nella zona appena oltre il Bitto, la Cantina Natalina. Queste Cantine sono aperte, insieme ad altri punti “nodali” di Morbegno, durante una nota manifestazione “Morbegno in Cantina”, ma è possibile richiedere aperture speciali per eventi.
Per il momento ti lascio sperando che questa prima “infarinatura” su Morbegno ti possa servire per una tua visita, se vuoi programmare in dettaglio una giornata in zona alla scoperta delle bellezze della Valtellina, contattami! Trovi qui sotto tutti i miei riferimenti. Ti aspetto!
SARA NUZZI
Da quando ho memoria dei fatti della mia vita, ricordo che in famiglia siamo sempre andati a scoprire musei e monumenti di ogni luogo visitato. Sono cresciuta col desiderio di capire sempre di più luoghi, monumenti, persone, vite. Ho frequentato l’Università Statale, dove mi sono laureata in lettere classiche, indirizzo archeologico, e dove ho inoltre conseguito, dopo aver frequentato con borsa di studio, il Diploma di Scuola di Specializzazione in Archeologia Classica. In quel periodo mi sono specializzata nella conoscenza delle vicende storiche della Magna Grecia e ho cominciato a lavorare nel campo della divulgazione. Da allora, infatti, collaboro con la società che fornisce attività didattiche al Museo Archeologico. Ho esperienza anche in campo etnografico, avendo vinto nel 2009 un bando per attività divulgative nei musei di Sondrio, Bormio, Valfurva. Col tempo ho però ampliato i miei interessi al territorio della Lombardia e ad altri ambiti: un incarico presso il Museo Etnografico Testorelli (SO) e il conseguimento dei patentini di Guida e Accompagnatore turistico, mi hanno spinta ad interessarmi del mondo a 360 gradi e a proporre itinerari tematici disparati. Ho voluto impegnarmi anche per la mia categoria, spesso misconosciuta, assumento la carica di Consigliera nell’associazione di guide Confguide-Gitec e contestualmente opero nel Consiglio del Terziario Donna di Confcommercio Milano-MonzaBrianza-Lodi. Sulla mia Pagina FB trovate i podcast di una recentissima collaborazione con radio RPL in cui illustro itinerari dedicati alla riscoperta di Milano e della Valtellina.
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