A spasso nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga
Oggi per scappare dal caldo afoso della città, (ebbene si anche qui a L’Aquila quest’estate si muore dal caldo!) io e Gerry, il mio fedele amico a quattro zampe, abbiamo deciso di andare a visitare il borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, che si trova ad una sessantina di chilometri dal capoluogo abruzzese.

Santo Stefano di Sessanio è uno dei borghi più belli d’Italia ma per me il più bello del parco ed è sempre un piacere andarci perché arte, cultura e tradizioni si fondono in un paesaggio incantevole. Il paese si trova a circa 1.250 metri d’altitudine e vi assicuro che non è mai troppo caldo; spesso, come oggi, c’è anche un bel venticello.
Nel medioevo il piccolo centro fu molto importante e famoso in tutto il mondo per la sua lana tanto che poi entrò a far parte delle proprietà della potente famiglia dei Medici di Firenze, come ci ricorda lo stemma di questa signoria posto sulla porta civica del paese.

Nella parte più alta del borgo svetta la sua torre civica trecentesca, detta impropriamente medicea, dalla cui sommità lo sguardo si apre su un panorama incantevole che abbraccia le valli del Tirino e dell’Aterno e si spinge sino ai fondali del Sirente e della Majella. Il terremoto del 2009 la distrusse ma da qualche mese è tornata alla sua antica bellezza.
Andare a Santo Stefano significa fare un viaggio a ritroso nel tempo, tra vicoli e vicoletti minuscoli; qui c’è una delle vie più strette d’Italia, “il vico dei baci” chiamato così perché per poterla attraversare bisogna girare la testa dall’altra parte…

Alcuni vicoli sono delle vere e proprie vie tecte, in passato necessarie per evitare che la neve e il ghiaccio potessero ostruire l’ingresso degli uomini alle stalle.

Camminare per Santo Stefano è anche scoprire botteghe artigianali come quella della mia amica merlettaia Daulia Pannunzio che crea capolavori con l’antica arte del tombolo aquilano, che tanto vorrei imparare!
Da quando faccio questo lavoro ho riscoperto le tradizioni, gli usi e i costumi della mia terra come il tombolo aquilano o la famosa coperta abruzzese che dovrebbe stare in ogni casa della regione perché il suo disegno è un dono che ci fece il grande Leonardo da Vinci. Invece ormai sono pochissimi gli artigiani/artisti che la producono.

Ma oltre alla mia amica Dauila aquilana di nascita e stefanara di adozione, ci sono anche Chiara e Luigi che hanno deciso di vivere in questo posto senza tempo e di farlo conoscere a… passo d’asino, organizzando trekking con questi adorabili animali. Anche io qualche anno fa ne avevo uno, Barone, di una simpatia più unica che rara.
Purtroppo, durante gli anni sessanta, il paese fu quasi del tutto abbandonato, molti dei suoi cittadini migrarono all’estero o decisero di trasferirsi a vivere in città e quindi lentamente il paese incominciò a morire e le case vennero abbandonate, un triste destino comune a molti borghi incantati del nostro Bel Paese, ma un giorno un giovane imprenditore svedese ha incominciato a ristrutturarlo per crearvi un albergo diffuso e in breve tempo il borgo dimenticato è diventato meta di molti Vip, non solo nostrani, ma di fama mondiale come George Clooney.
Santo Stefano è anche famosa per le sue lenticchie che io, ovviamente, ogni volta che ci vado, devo assolutamente acquistare.
Se venite da queste parti non dimenticatevi di visitare la famosissima Rocca Calascio, di cui vi parlerò nel prossimo articolo. Inoltre, vi segnalo che da qui partono tanti percorsi naturalistici da fare a piedi o in e-bike per gli amanti dello sport.
Vi aspetto per scoprire insieme questo magico borgo!
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Ciao, sono Carla, archeologa e guida turistica della regione Abruzzo e della provincia di Roma.
Sono nata a L’Aquila nel 1975 in pieno centro storico, in una delle strade più belle di questa meravigliosa città. L’Aquila mi ha formato, ha sviluppato il mio gusto per il bello e il piacere di scoprire l’antichità. È proprio questo mio amore che mi ha fatto decidere di diventare archeologa e poi guida turistica prima della regione Abruzzo e poi della provincia di Roma.
Alla mia città, a volte antipatica, a volte madre tenera, a volte respingente come quella notte di 11 anni fa che ha cambiato per sempre la mia vita e quella di tutti gli aquilani, ho promesso che avrei contribuito alla sua rinascita e fedele a questo impegno da quest’estate ho deciso di farla conoscere ai turisti ma soprattutto agli aquilani organizzando, almeno due volte a settimana, tour di un’ora circa che mi permettono di scoprire ogni giorno la ricchezza non solo storico-artistica ma anche gastronomica.
Che tipi di passeggiate organizzo? Cerco sempre di mostrare palazzi o monumenti difficili da visitare se non si è in compagnia di una guida amante dell’inedito; oltre alle passeggiate cittadine organizzo anche quelle nei dintorni non solo a piedi ma anche in bicicletta perché, da un paio di anni, ho deciso di abbandonare la macchina per i due pedali e io, il mio cagnolino Gerry, e la mia bici Guendalina andiamo ovunque alla ricerca del particolare.