“…La diligenza arrivò all’ingresso di Amandola e si fermò in una tetra piazza ai piedi della piccola cittadina collinare della quale non riuscii ad individuare null’altro che una torre sperduta e indistinta.
Edward Hutton
In nessun altro luogo sono stato accolto con maggiore gentilezza e ho ricevuto tante cortesie. Io che avevo paventato di rimanere una sola notte ad Amandola, rimasi, per mio diletto, sette giorni interi e nessuno di questi fu mal trascorso o mal ripagato, sebbene Amandola sia poco più di un villaggio. Una località piuttosto povera ma piena di gente così ospitale e affascinante che ogni qual volta ripenso alle Marche, Amandola mi torna in mente come la rosa e il cuore di una regione che per colore e fascino non è seconda a nessuna in Italia”.

Amandola è un altro degli innumerevoli e incantevoli borghi dell’appennino marchigiano nel parco nazionale dei Monti Sibillini che conservano tutto il sapore ed il fascino di un mondo lontano e genuino. Sorta a seguito dell’unione di antichi castelli longobardi, il suo nome riecheggia di una dolcezza dal sapore di mandorle. In effetti è proprio dal ricordo della presenza di un leggendario mandorlo che il nuovo borgo fortificato deriva il suo nome.

Arroccata sulla sommità del colle più alto, come la maggior parte delle cittadine marchigiane e un tempo cinta da possenti mura difensive, Amandola si snoda lungo il pendio dell’alto colle con il suo intrico di vie e stradine che svelano meravigliosi angoli fatti di orti e giardini, panchine solitarie e casette basse addossate l’una all’altra in un equilibrato e armonioso rapporto di silenziosa solidarietà come a testimoniare la loro testarda resistenza ai tanti cambiamenti introdotti dalla “modernità”.
Salendo dall’attuale ottocentesca piazza Risorgimento con la chiesa agostiniana dedicata al beato Antonio, si percorre la via principale lungo la quale si schierano, come solide sentinelle, imponenti palazzi nobiliari la cui sobria ed austera architettura in pietra locale, viene ingentilita dal dettaglio di portali in pietra lavorata che accolgono bellissimi portoni in legno sapientemente scolpiti da abili mani artigiane.
All’incrocio tra la via principale e la strada di Castelleone che si inerpica verso la parte più alta del paese, si colloca la bellissima chiesa di San Francesco, antica e prestigiosa fondazione duecentesca che conserva un meraviglioso portale trecentesco in pietra insieme al chiostro decorato da affreschi quattrocenteschi.

Volendo seguire gli echi della storia, si prosegue verso il punto più alto, laddove, un tempo ormai lontano, si ergevano fiere le fortificazioni del Castelleone, uno dei tre castelli che nel XIII secolo formarono il comune di Amandola che proprio qui aprì la platea comunis circondandola degli edifici rappresentativi della conquistata autonomia: i palazzi dei priori e del podestà con il torrione del podestà.
Cuore nevralgico del nuovo centro urbano, l’antica piazza oggi conserva alcune delle antiche strutture che sono state fortemente rimaneggiate e riadattate a nuovi usi come l’antico palazzo pretoriale che nell’800 viene restaurato per alloggiarvi il teatro comunale “La Fenice” assecondando così, quel fermento edilizio che coinvolge l’intera regione nella costruzione di teatri per meglio rispondere al rinnovato gusto verso il melodramma.
Amandola è anche il paese dove restano ancorate nella consuetudine odierna antiche tradizioni come il Carnevale de li Paniccià che prende il nome da un antico soprannome con cui gli abitanti di Amandola chiamavano, nel medioevo i tintori di stoffe e panni lana. Gruppi mascherati e carri allegorici animano le vie del paese per terminare i festeggiamenti con il falò del Re Carnevale.
Restando nell’ambito delle tradizioni e focalizzando l’attenzione sui prodotti tipici del territorio e le specialità culinarie, Amandola è conosciuta per la produzione di un ottimo miele. Il nettare degli Dei è da sempre prodotto legato alla tradizione locale e sa deliziare il palato grazie alle tante varietà floreali spontanee e da specie nettifere di vario genere.
Tra i tanti sapori spicca la confettura prodotta con l’utilizzo della tipica mela rosa dei Sibillini senza dimenticare sua maestà il tartufo bianco dei Monti Sibillini riconosciuto a livello nazionale ed internazionale come il prodotto principe delle nostre colline e celebrato nel festival amandolese “Diamanti da Tavola”.
Il tartufo bianco la fa da padrone in varie appetitose pietanze della tavola amandolese come le Fregnacce, antico piatto della tradizione contadina che è costituito da pasta sfoglia all’uovo lessata e arrotolata e condita con pepe, formaggio pecorino e tartufo bianco o nero, tipici del territorio.

Ingredienti: pasta all’uovo sfogliata, sugo di carne, formaggio pecorino, pepe e tartufo.
Foto da Bandierearancioni.it
Oggi Amandola, come la maggior parte dei borghi dei Sibillini, reca ancora le ferite causate dal sisma del 2016 e rientra nel circuito del magnifico Festival “RisorgiMarche” il cui scopo è quello di tenere viva la memoria dei luoghi affinché tornino ad essere popolati e pienamente vissuti.
Se volete scoprire questo piccolo gioiello, sarò lieta di accompagnarvi!
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Mi chiamo Daniela, abito nelle Marche e precisamente a Macerata e lavoro come guida e accompagnatrice turistica da 25 anni. Svolgo la professione di guida turistica principalmente da Ancona fino ad Ascoli Piceno passando per piccoli ed incantevoli borghi dell’entroterra e adoro condurre i visitatori nel cuore autentico delle Marche svelando loro suggestivi ed infiniti angoli sconosciuti delle Marche “….ove per poco il cor non si spaura”.
Amo narrare la bellezza della mia terra in modo insolito con letture e piccole teatralizzazioni affinché i visitatori conservino il ricordo di un viaggio che è vera esperienza. Se desiderate, dunque, conoscere meglio questo piccolo angolo di mondo, non esitate a contattarmi!