Questo tracciato è un po’ insolito, non racconterà di paesaggi montani “patinati” o di Parchi Nazionali. È il frutto di esplorazioni dietro casa, quando il lockdown ci permetteva solamente brevi incursioni nei dintorni del proprio comune.
Questo percorso si svolge nelle prime colline di Forlì e Castrocaro Terme.

Si parcheggia l’auto ai margini di un largo spiazzo, in fondo alla Via di Petrignone (angolo Via Trabalza) nel comune di Forlì. Si inizia subito a percorrere l’asfaltata Via Trabalza (in discesa) fino alla prima curva: da lì si può procedere su terreno, camminando a fianco dei campi coltivati e sulle cavedagne dei vigneti e uliveti che costituiscono la maggior parte delle coltivazioni di questo territorio (si sa che la Romagna è famosa per il suo vino!).
Si risale saltando fossi di scolo dell’acqua piovana e coltivazioni immettendosi in una strada sterrata che prosegue, salendo, fino ad incontrare una prima casa (bianca) che segna l’inizio della strada sterrata che si continua a tenere per alcuni km.
Uno sguardo alla vallata sottostante ci mostra la veduta della città di Forlì e la sagoma inconfondibile del castello di Monte Poggiolo, edificio non abitato e diroccato ma oggetto di ricerche e scavi archeologici di rilievo internazionale.

Si prosegue sulla comoda strada sterrata, ai bordi della quale possiamo vedere le tipiche fioriture delle prime colline forlivesi: arbusti di biancospino, borragine, rose selvatiche e alberi di Acero campestre, Roverella e Leccio frammisti alle tipiche piantumazioni ornamentali di Cipresso, Cedro o altre essenze alloctone.



Si prosegue il cammino fino a giungere sui crinali che guardano, a sud ovest, la vallata di Castrocaro Terme e di Converselle: i calanchi argillosi profondamente scavati dalle piogge brillano davanti ai nostri occhi e la vegetazione, ostinata, occupa tutti gli spazi che riesce faticosamente a guadagnarsi quando un po’ di terreno fertile riesce a restare attaccato al substrato impermeabile che rende questi pendii così brulli e bellissimi.
Proseguiamo per un sentierino che serpeggia fra boschetti e campi coltivati, fino a giungere ad una deviazione: è in realtà un fuori sentiero che ci permetterà, attraversando un pendìo erboso e punteggiato di arbusti pungenti di Prugnolo, di conquistare il fondovalle: alberi secchi e ancora in piedi ci mostrano l’abilità del Picchio verde nel realizzare fori perfettamente circolari nei tronchi, alla ricerca di larve di insetti xilofagi o per la nidificazione.
Il sentiero ora prosegue in direzione della strada sterrata di fondovalle ma, prima di giungervi, pieghiamo decisamente verso nord, risalendo un erto campo coltivato, restandovi ai margini: nel profondo fosso scavato dalle piogge ora c’è una fitta vegetazione di piante pioniere, organismi che non necessitano praticamente di cure ma che, con le loro radici, modificano il terreno a livello chimico e fisico, preparando all’avvento delle cosiddette “piante superiori: gli alberi.
Guadagniamo ancora una volta il sentiero di crinale che guarda verso nord (e Forlì) per proseguire su ampia e ben battuta strada sterrata (Via Pianello, non di meno frequentata da ciclisti e dalle auto dei residenti del posto che hanno la fortuna di abitare in questo paradiso a due passi dalla città). Il tracciato è semplice e offre una vista straordinaria sul complesso dei calanchi e sul mosaico di campi coltivati che rappresenta il tessuto rurale della campagna forlivese.
Giungiamo ad una curva decisa della strada, che abbandoniamo, per seguire un bel sentiero battuto che si inoltra fra campi coltivati e boschi collinari. Qua e là alcuni ruderi ci ricordano che, un tempo, questo territorio era ancor più popolato di quanto non sia adesso: nei pressi di uno di questi edifici abbandonati ci fermiamo per una sosta pranzo, osservando stagliarsi all’orizzonte il profilo dei monti della Vena del Gesso Romagnola: si individuano alla perfezione Monte Mauro, Monte della Volpe e Monte Rontana.
Dopo la meritata pausa prendiamo nuovamente una lunga discesa che si porterà fino al fondo valle: dal sentiero si vede l’erta salita sul versante opposto che ci vedrà impegnati a camminare a filo di calanco. Dopo alcune decine minuti infatti giungiamo alla base della dorsale, ricoperta da diffusi cespugli di rovi e rose canine, ed iniziamo a camminare sul ripido sentierino di terra battuta che corre a bordo del calanco. A circa 2/3 del percorso dobbiamo superare uno steccato, che ci porta all’interno di un recinto nel quale placidamente pascolano una decina di asini/somari/muli.



In via precauzionale li osserviamo prudentemente da lontano e ci immettiamo nella Via dei Sabbioni che percorriamo per poche decine di metri, svoltando in Via Cassiano; passiamo davanti ad un allevamento industriale di una nota marca e proseguiamo lungo la via che diventa sterrata.
Giunti nei pressi di una bellissima villa (in stile molto moderno, quasi hi-tech) svoltiamo a destra e camminiamo lungo le cavedagne dei vigneti sottostanti, fino a raggiungere la parte opposta, scendendo. Una volta raggiunta l’estremità del vigneto si procede fino ad individuare (sulla destra) il passaggio che scende nel boschetto di querce sottostante: il piccolo tracciato sembra più una pista da cinghiali che un vero e proprio sentiero, ma ci conduce in maniera abbastanza intuitiva fino al soprastante campo di erba medica, che dovremo costeggiare per ricongiungerci alla Via di Petrignone.

Ancora poche centinaia di metri e saremo nuovamente alle auto. Vi aspetto per provare questo itinerario insieme!
P.S. per la conformazione del terreno e l’altitudine, si consiglia di percorrere l’itinerario in periodi non piovosi e con temperature miti.
Laureato in Scienze Faunistiche, sono Guida Ambientale Escursionistica dal 2006 e fondatore di Romagnatrekking®. Innamorato fin da piccolo di montagna, natura e soprattutto di animali selvatici, da molti anni ho fatto di questa passione il mio mestiere.
Accompagno in escursioni giornaliere e trekking di più giorni, in ogni ambiente naturale e area protetta dell’Emilia-Romagna e d’Italia. Mi occupo di Outdoor Education per scuole di ogni ordine e grado. Organizzo anche corsi di aggiornamento per Guide GAE e per chiunque voglia saperne un po’ di più di Natura. Sono docente nei corsi di formazione per aspiranti Guide Ambientali Escursionistiche.
Sono il Responsabile delle Attività Didattiche del Museo Ornitologico “F.Foschi” di Forlì e collaboro con altri musei naturalistici.
“Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori.” (R.Messner)
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