Non solo Ancona – Cupramontana e i suoi artisti

Oltre al Verdicchio, alla Sagra dell’Uva, alla sua antica e importante storia, alla spiritualità dell’Eremo dei Frati Bianchi, Cupramontana vanta, nel corso dei secoli, diversi abili artisti: i Corradi, Giovanni Fazi, Luigi Bartolini, Raul Bartoli, Raul Batocco, Ezio Bartocci; di loro e della loro arte vi voglio parlare oggi.

Comincio dalla famiglia Corradi: Corrado Corradi Senior e Corrado Corradi Junior.

Il primo nasce a Cupramontana nel 1781 dove muore nel 1852. Dopo essersi formato a Roma nella prestigiosa Accademia di San Luca, avendo per compagni di studi alcuni dei migliori artisti neoclassici del periodo, abile ritrattista ed eccellente disegnatore, torna nelle Marche per lavorare alle decorazioni di Palazzi nobiliari e del Teatro Concordia, nel suo paese, eseguendo dipinti a carattere sacro e ritratti in studio. Alcune sue opere si trovano oggi presso la Sala Municipale e la Biblioteca di Cupramontana, c/o collezionisti privati e c/o i suoi familiari.

Ritratto di Corrado Corradi j. di Betto Tesei (Studio Atelier di Ezio Bartocci)

Il nipote, Corrado Corradi Junior, nato anche lui a Cupramontana, nel 1894, dopo aver frequentato le scuole tecniche a Jesi, si forma artisticamente ad Urbino.

Allo scoppio della I guerra mondiale, parte per il fronte dov’è ferito gravemente nel 1915; riformato torna a Jesi dove riprende la sua passione per l’arte, continua i suoi studi dal vero, frequenta e diviene amico di altri artisti, tra cui Betto Tesei, Pietro Novelli e il fotografo Luigi Schiavoni. La sua arte e la sua notevole produzione di disegni e pitture di piccole dimensioni, sono caratterizzate dall’osservazione diretta della natura e dei personaggi a lui più noti; molto apprezzate sono le sue caricature esposte diversi anni or sono a Jesi. L’artista pur molto modesto e schivo, ha partecipato a mostre collettive nelle Marche, a Bologna e a Roma.

Altro artista di Cupramontana è Giovanni Fazi.

Studio di nudo G. Fazi (Palazzo Municipale Cupramontana)

Nato nel 1838 da una famiglia poverissima, dopo l’inizio degli studi in ambito locale, grazie alle sue doti artistiche, riesce ad ottenere un sussidio dal comune di Cupramontana per andare a studiare c/o l’Accademia di San Luca a Roma.

 Quando riconoscente, inviò alla sua città natale due opere, uno Studio di Nudo e un Ritratto (conservate nel palazzo Municipale della cittadina), l’amministrazione vedendo i risultati, decise di togliergli il sussidio in quanto “il ragazzo era così bravo che non gli serviva più il patrocinio comunale” …

Riuscì comunque a finire i suoi studi, ad aprire un proprio Atelier a Roma, a lavorare per un mercante e dipingere opere per conto di un artista più noto, di cui frequenta lo Studio, R. Bompiani. Tornato nella sua terra d’origine per un periodo insegna gratuitamente disegno agli artigiani del suo paese e di Jesi, dove ottiene la cattedra di disegno c/o l’Istituto Tecnico, mentre a Cupramontana, esegue delle opere d’arte sacra per alcune chiese.

Repubblicano convinto, si rifiutò d’inviare un suo autoritratto per l’esposizione universale di Vienna.  Nel ’36, a Jesi, durante l’esposizione Pergolesiana c/o Palazzo della Signoria, gli fu dedicata una sala dove vennero esposte molte sue opere, comprendenti ritratti, scene d’interno e il dipinto storico ” L’incendio di Cupra”.

Il più noto tra gli artisti nati a Cupramontana è senza dubbio Luigi Bartolini, pittore, incisore, poeta e scrittore: il suo romanzo più conosciuto è “Ladri di biciclette” che ha ispirato l’omonimo film di de Sica e Zavattini.

Nato a Cupramontana nel 1892, ha avuto in famiglia dei precursori appassionati d’arte: anche il padre Giuseppe e lo zio Elia Bonci dipingevano. Quando Bartolini studiava a Jesi, Giovanni Fazi fu suo professore di disegno.

Dopo il diploma tecnico conseguito a Jesi, studia Belle Arti a Siena, poi si trasferisce a Roma dove continua gli studi artistici, in seguito è a Firenze per seguire la scuola di nudo dell’Accademia, dove segue anche i corsi di architettura e di anatomia della Facoltà di Medicina; nel frattempo, a Siena, tra il 1913 e il 1914, ottiene il diploma di professore di disegno. A Firenze conosce poeti e artisti come Dino Campana e Ardengo Soffici.  Risalgono a questi anni i suoi primi dipinti ad olio.

Partecipa alla I guerra mondiale che descrive e racconta nel suo libro ” Il ritorno sul Carso”.  Dopo il congedo, si dedica all’insegnamento, sballottato su e giù per l’Italia, senza mai trascurare la pittura e in particolar modo l’acquaforte con cui ottiene i maggiori successi, iniziando dalla mostra dell’Incisione di Firenze del 1932. Collabora con diverse testate e riviste culturali, continua a dedicarsi all’insegnamento, finché dopo tante peripezie a Roma nel 1938, è professore incaricato c/o il Museo Artistico Industriale. Stabilitosi in questa città, per anni ne sarà uno dei protagonisti principale della vita culturale. Tra i vari riconoscimenti nel 1960, ottiene la nomina di Accademico di San Luca.

Le sue acqueforti sono caratterizzate da un tratteggio immediato, dalla ricerca della luce o da un’accentuazione del segno, tipico dell’espressionismo. Nei suoi scritti letterari e poetici è ricordata spesso Cupramontana e vi si “respira” l’amore per la natura, gli animali minuti e la sua tenerezza fra sensuale e sentimentale per la donna. Numerosissime le mostre collettive e personali, a lui dedicate, nel corso degli anni, sia prima che dopo la sua morte, nelle Marche, nell’Italia intera e anche all’estero, tutte ben documentate.  Muore a Roma nel 1963.

Tra i nati nel ‘900, il primo artista che incontriamo è Raul Bartoli, nato a Cupramontana nel 1910, morto a Chiaravalle nel 1994.  

Ritratto di Raul Batocco – Raul Bartoli presso Studio Atelier di Enzo Bartocci

Anche il padre, di professione fotografo, si dilettava nella pittura. Dopo la licenza elementare Raul va a Firenze dove frequenta il Regio Istituto d’ Arte e lavora nella Bottega di Silvio Polloni, stringendo amicizia con lui e con altri noti artisti toscani. Dopo gli anni trascorsi a Firenze, rientrato a Cupramontana, lavora con il padre nel laboratorio di fotografia, ma continua ferventemente a pitturare, ottenendo i primi successi. 

Nel 1938, sollecitato dagli amici più stretti, per lavorare con meno precarietà e per continuare con la sua pittura sperando d’avere successo, parte per l’Africa. Si stabilisce in Libia, una delle colonie del regime, dove resta fino alla fine della guerra. Numerosissime sono le piccole tele che ha dipinto in quel paese, dove venne definito “il pittore del deserto”. Molti i ritratti di indigeni, di coloni e i paesaggi africani (purtroppo circa 300 opere di quel periodo sono andate disperse). L’esperienza africana sarà determinante nella sua arte: l’influenza della luce e dei colori di quel paesaggio, diverranno componenti essenziali della sua opera successiva.

Notevole è stata anche la sua produzione ritrattistica, dove diviene importante la ricerca del particolare, riportato di getto sulla tela e lo stato d’animo del personaggio.

Tornato nelle Marche nel 1947, continua l’attività pittorica a Chiaravalle, dove risiedeva, alternando il lavoro impiegatizio, alla pittura; il suo studio “la Botteggaccia”, data la sua cordialità, era frequentato dai suoi amici e dai suoi allievi.

L’affetto che lo ha legato sempre alla sua cittadina natale è dimostrato anche dai numerosi bozzetti di carri allegorici, dai manifesti e locandine per la famosa Sagra dell’Uva.  Per questo, nel 1983 in occasione della 46° Sagra, il Comune lo ha omaggiato con una targa: un riconoscimento per il fruttuoso e duraturo sodalizio con la storica Sagra.

Altro artista non natio cuprense ma cittadino di adozione è Raul Batocco.

Nato a Filottrano nel 1934, diplomato nella Scuola d’Arte a Macerata, si trasferisce a Roma nel 1956 per continuare la sua crescita artistica, stringendo amicizia con artisti di valore, tra cui lo scultore Valeriano Trubbiani. Gli anni a Roma non furono sempre facili, i soldi a disposizione potevano non bastare, ed ecco che alcune notti, il posto meno duro dove dormire, era proprio l’auto.

Successivamente tornato nelle Marche, a Cupramontana vi rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Dal 1974 insegna pittura presso l’Accademia di Belle Arti a Macerata, dove rincontra il suo storico e sempre amico Valeriano Trubbiani.

A partire dagli anni ‘50, e per tutta la sua vita, realizza un gran numero di tele di diverse dimensioni seguendo svariati filoni espressivi, comprese le numerose opere realizzate negli anni ’70, pur se non uscivano dal proprio Atelier.

Di carattere schivo, ma gioviale, dagli anni ’60 in poi ha partecipato ad un buon numero di esposizioni, piazzandosi sempre in posizioni di rilievo nei premi di pittura regionali.

Negli anni ’80, a Filottrano, Agugliano e Ancona ha allestito tre mostre personali.

Muore a Cupramontana, nel 2011.  Nel 2015 la figlia Chiara, in memoria del padre ha organizzato a Jesi un’esposizione personale, corredata da un esauriente catalogo, riscuotendo un buon successo.

In ordine cronologico l’ultimo artista di questa rassegna è Ezio Bartocci, nato a Cupramontana nel 1948.

Risiede da molti anni a Jesi; ha iniziato giovanissimo c/o la bottega dello zio Gino Abatelli che oltre a dipingere, aveva un negozio di “Vernici, Colori e Affini”.

Cresciuto tra i colori e i materiali della pittura e dell’arte, Ezio afferma che per lui disegnare e dipingere “è naturale come respirare”. Il suo percorso non è accademico ma essenzialmente di Bottega.

Ancor prima della morte prematura dello zio, nel 1963, comincia a frequentare lo Studio di Raul Batocco e inizia a ricevere le prime commissioni: marchi, bozzetti, cartelli pubblicitari. Giovanissimo partecipa alle prime mostre collettive e ai primi premi di pittura insieme a Raul Batocco; intorno ai 17/ 18 anni, comincia a esporre in mostre personali.

“Artista eclettico” nel corso degli anni ha alternato alla pittura e alla grafica d’arte e editoriale, opere di design, d’oreficeria, di plastica e scultura.

Impegnato anche nel sociale, per promuovere, tutelare e valorizzare il territorio, ha organizzato e partecipato a numerose iniziative per far conoscere opere e personaggi corregionali meritevoli.

Nel corso degli anni ha   partecipato su invito ad esposizioni nazionali e internazionali.

Dal suo studio jesino molto vissuto, prendono le strade più diverse le notevoli opere di paesaggio: Cabrei, Appezzamenti, Monumenti da campo, o le raccolte di minuscole dimensioni quali quelle dei “Pesci di carta”, in mostra nel 2019 al Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, o dei ” Ritratti di Scrittori formato segnalibro” ospitati nel 2017 per mesi alla Biblioteca Nazionale di Firenze”.

Oggi il suo stile è di nuovo rivolto al paesaggio, alle dolci colline marchigiane con i profili sinuosi come quelli di una donna, la Madre intesa come Terra, la nostra terra che va amata e rispettata!

Ringrazio Ezio Bartocci per le preziose informazioni sulla sua Arte e sugli artisti di cui ho raccontato, per avermi accolta nel suo Studio a Jesi, e Chiara Batocco, mia cugina, per gli aneddoti raccontatemi sul padre Raul Batocco.


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Ciao, mi chiamo Cristina Fabbretti, lavoro nel turismo da 30 anni e dopo aver viaggiato qua e là per il mondo, per lavoro, sono tornata nelle Marche, nel mio paese, in collina, decisa a restare e far conoscere agli altri le meraviglie di questa discreta terra. “L’Italia in una regione”. così la definiva Guido Piovene nel suo libro “Viaggio in Italia” e non si sbagliava, infatti in pochi km di territorio troviamo di tutto: dalla costa con il suo mare e le sue spiagge di sabbia o le baie rocciose del Conero, alle affascinanti montagne dell’Appennino Umbro-Marchigiano, ricche di tradizioni e leggende, alle dolci colline con le “città balcone”, da cui godere di panorami mozzafiato! Poi ci sono le città, ricche di arte, di storia, le chiese, quelle discrete e affascinanti romaniche, le abbazie nascoste, gli importanti santuari, come quello di Loreto, i parchi archeologici, i parchi naturali protetti, i piccoli incantevoli paesini e i borghi di collina e a completare e deliziare il tutto, l’ottimo cibo tipico di questa terra e i vini bianchi (in primis il Verdicchio) e rossi, prodotti nelle colline, a darci un po’ d’allegria. Premesso tutto ciò, svolgo con passione il mio lavoro di guida turistica, anche in lingua francese, da 20 anni, da Ancona, a Loreto e Recanati, Jesi, Fabriano, Arcevia, Corinaldo, Numana, Sirolo, e tutto il territorio della provincia di Ancona, compresi i musei o le raccolte d’arte sparse nel territorio un po’ ovunque. Collaboro anche con i Traghettatori del Conero e in estate potrete approfittare di un’escursione in barca per ammirare dal mare, delle bellezze della riviera del Conero. Infine, da alcuni anni, sono anche istruttore guida in italiano, alle Grotte di Frasassi, tra i complessi ipogei più belli al mondo.

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