Racconti di Van Extreme – Tra Italia e Francia

La strada dell’Assietta e le sterrate alpine tra Francia e Italia (CN – TO)

In una rubrica curata da me, non poteva mancare una parte dedicata agli appassionati del fuori asfalto e dell’utilizzo un po’ estremo del van, meglio se 4×4.

Quindi ho deciso di prelevare alcune parti dei testi pubblicati nei miei ultimi libri e metterle a disposizione di coloro che mi seguono in questo blog, rielaborandone alcune parti o addirittura scrivendone di nuove.

Ovviamente sui volumi in oggetto sarà possibile trovare testi e itinerari completi e continuare la lettura su carta, sognando e organizzando le prossime avventure.

I libri in oggetto sono “Vive le Alpi in Van e in Camper” e “Le più belle sterrate della Alpi Occidentali” editi da Edizioni del Capricorno, che ringrazio ufficialmente per avermi dato la possibilità di scrivere questi testi e di pubblicarli gratuitamente su Posti & Pasti, a disposizione degli appassionati di questa nicchia veramente particolare del turismo itinerante.

Sappiamo tutti come i costi dei van a trazione integrale siano elevatissimi e la loro elaborazione sia tecnicamente complessa ed economicamente impegnativa, ma assolutamente necessaria, visto che di serie sono bassi e con ammortizzatori e sottoscocca inadatti allo scopo. 

A dire il vero io ho affrontato la maggior parte di questi itinerari con dei van a due ruote motrici (VW Transporter T6 California, Fort Nugget Westfalia e Mercedes V Solaria, VW Westfalia T2), ma l’ho fatto con grande pazienza e attenzione e poi sono un “indigeno” e ci sono abituato… non vorrei creare problemi o essere responsabile del danneggiamento dei preziosi e amatissimi van dei miei lettori!

Nonostante questa premessa, devo dire che sto notando, anche in Italia, un certo aumento nel numero di appassionati di questo modo di viaggiare.

Li incontro durante i viaggi che organizzo in luoghi particolari del pianeta, sulle tracce più tecniche e dimenticate della terra, quali: le piste del deserto del Sahara, le strade sterrate e infarcite di guadi della parte centrale dell’Islanda, le piste delle steppe dell’Asia o le mulattiere dei Balcani e dei Carpazi.

Capita di vederli impegnati in passaggi di tutto rispetto e di sentire parlare una lingua diversa da quella dei tedeschi, per decenni unici fruitori di quei tracciati con le loro carovane super attrezzate, pesanti, tecnicamente complesse e perfette, molto simili ad una spedizione militare.

Ebbene, finalmente da un po’ di anni non sono più l’unico pazzo che si avventura in quelle lande desolate parlando italiano!

Appassionati di van di ogni paese d’Europa hanno scoperto il furgone a trazione integrale, modificato per i viaggi in autosufficienza e si son regalati il sogno della libertà totale, quella che almeno in teoria non pone confini e che lascia spazio a sogni “esagerati”.

Mi sono trovato a parlare in italiano, francese, portoghese, inglese o spagnolo sulle piste e negli improvvisati campeggi di luoghi affascinanti posti fuori dagli spot classici del turismo di massa, dove lo spirito ribelle e individualista dei vanner estremi, si ammorbidisce creando complicità e facendo appello al senso di appartenenza ad una élite di viaggiatori top.

Situazione questa, che permette di aggregarsi e fare tappa insieme, magari intorno ad un fuoco dove verranno condivisi racconti ed esperienza fantastiche, quasi sicuramente ingigantite dalla magia del luogo e dalla suggestione dell’atmosfera di un tramonto tropicale o di una spiaggia sull’oceano, un po’ come avviene in situazioni analoghe per i motociclisti o per gli alpinisti.

Senza scomodare il deserto del Sahara, le steppe nordiche o le savane infuocate, è possibile trovare percorsi adatti agli appassionati di avventure estreme e con la “A” maiuscola anche in Italia o in Europa.

In questo caso parlerò di un percorso che si snoda interamente in Piemonte, con la possibilità di sconfinare in Francia, tutto percorribile in una, due o tre giornate di divertimento, con varie opzioni per continuare la vacanza con percorsi simili e soprattutto nel pieno rispetto delle leggi.

Si tratta della ormai mitica Strada dell’Assietta, facente parte dell’Alpi Motor Resort, un insieme di tracciati regolamentati e manutenuti voluti dal Comprensorio Turistico Della Via Lattea, capitanato dal comune di Sestriere e con l’appoggio della Regione Piemonte, della città metropolitana di Torino e di tutta una serie di enti e associazioni che interagiscono su quel territorio.

L’uscita della Strada dell’Assietta a Sestrere – A 2000 metri la neve persiste per gran parte dell’anno.

I percorsi veri e propri sono articolati e suddivisi in varie parti di questa parte della Provincia di Torino, ai confini con la Provincia di Cuneo e con la Francia, ma il tour che proporrò in questo caso è di più ampio respiro e disegna un tracciato vario e divertente che esce dai confini del progetto AMR e in parte su strade secondarie asfaltate, in parte su sterrato e  a volte  intersecando per brevi tratti alcune delle più importanti direttrici turistiche internazionali del Nord Ovest Italiano, permette di vivere un fine settimana di natura e avventura ai comandi del proprio inseparabile van a trazione integrale.

La base operativa per una vacanza in quella zona può essere scelta a piacere tra le innumerevoli possibili, io ho scelto Sestriere, capitale dello sport invernale piemontese e ottima base per l’inizio di una avventura a quattro ruote motrici, sul filo dei 2000 metri sldm, che è l’elevazione della piazza centrale del comune e contestualmente quella dell’omonimo colle.

Per coloro che desiderano luoghi meno noti e più discreti, vanno bene un po’ tutti i piccoli villaggi disseminati sul percorso, spesso hanno botteghe, negozi e strutture ricettive, ma in fondo i vanner possono anche fare a meno di tutto questo e quindi non resta che l’imbarazzo della scelta.

Però è assolutamente indifferente scegliersi il punto di partenza preferito, ovviamente anche in funzione del luogo di provenienza e di rientro, che difficilmente sarà in alta montagna e probabilmente vedrà i partecipanti arrivare dalla Pianura Padana, indipendentemente dal loro luogo di residenza.

Il percorso vero e proprio della Strada dell’Assietta, si snoda interamente in Val Chisone, ai margini della valle Susa, con varie possibilità di “attacco” e/o chiusura, che adesso cercherò di descrivere nella loro complessa semplicità!

Viaggiando sull’asse principale della Val Chisone da Pinerolo in direzione Sestriere, il primo punto in cui si incontra la possibilità di raggiungere la strada in oggetto è quello del bivio a destra (stretto e con angolo di quasi 170°) per Pracatinat.

Tale bivio è posizionato all’ingresso dell’abitato di Depot, frazione di Fenestrelle, sede dell’omonimo e grandioso Forte Storico.

Nella selva di cartelli che adornano il bivio e l’inizio della strada provinciale 172, spiccano le indicazioni per il Colle delle Finestre e per il Colle dell’Assietta, oltre agli innumerevoli divieti, restrizioni e ammonimenti.

Da questo punto la strada, ottimamente asfaltata, ma spesso ingombra di detriti di roccia staccatisi dalle ripide pareti o di aghi di conifera, rami e foglie, inizia ad arrampicarsi con una pendenza di tutto rispetto e con curve e tornanti che obbligano a soste e manovre in caso di incontro con altri mezzi a motore, eventualità tutt’altro che infrequente nei periodi di vacanza, nei fine settimana e in tutta l’alta stagione turistica.

Attenzione quindi alla velocità e alla sicurezza e direi sconsigliata ai possessori di grandi camper e motorhome.

Dopo 8 km e dopo aver costeggiato parti del complesso fortificato di Fenestrelle, ed il complesso del Sanatorio Agnelli, si arriva al bivio che porta al rifugio Selleries, strada sterrata panoramica senza sbocco, che costringe ad una andata e ritorno obbligati, ma che permette di arrivare in una conca stupenda e di gustare le prelibatezze della cucina del rifugio, servite dai gentilissimi gestori che sapranno guidarvi tra il cervo al cioccolato e la polenta concia, oppure tra il bunet ed i formaggi d’alpeggio…che dubbi!

Continuando verso monte sulla strada principale le condizioni dell’asfalto peggiorano progressivamente fino a lasciare il posto allo sterrato vero e proprio che a tratti sostituisce il nastro di bitume.

Dopo altri 5 chilometri circa dal bivio, si lascia sulla destra la biforcazione che porta al colle delle Finestre, asfaltato sul versante della Val Chisone in occasione di uno dei passaggi del Giro d’Italia degli anni passati, ma sterrato sulla parte della Val Susa.

Ancora due chilometri scarsi, costeggiando il grandioso Pian dell’Alpe e poi si arriva al bivio dove un inequivocabile cartello irto delle solite restrizioni e prescrizioni indica l’inizio della Strada dell’Assietta vera e propria, quella sterrata che piace a tutti gli appassionati del genere.

33 chilometri di spettacolari panorami su sterrato, con polvere, fango, dossi, strettoie, massi, vento, a volte nebbia e clima capriccioso, tutto quanto piace ai possessori di van extreme.

La sequenza di colli che si snocciolano lungo il percorso e la seguente: Assietta (2472), Lauson (2490), Blegier (2350), Bourget (2299) e Basset (2424), dal quale si inizia la discesa verso Sestriere.

Si tratta di un percorso mozzafiato sul filo dei 2000 metri, con alcune possibilità di sosta per foto o picnic e un po’ di adrenalina per i passaggi esposti, ma senza pericoli oggettivi, a patto di avere un mezzo a trazione integrale adatto allo scopo, una buona esperienza nella guida fuori asfalto e delle condizioni meteo accettabili.

Le altre due possibilità di “attacco alla via”, offerte dalla Val Chisone, sono simili a quella qui descritta e partono rispettivamente: da Usseaux (sempre con bivio a circa 170° ma con virata più agevole e meno “pericolosa” seguendo le indicazioni per il parco dell’Orsiera Rocciavré) e da Pourriere (il bivio con la curva più agevole tra i tre indicati) con passaggio alla frazione Balboutet, sempre seguendo le indicazioni per il parco o per Pian dell’Alpe.

Ambedue le strade arrivano al Pian dell’Alpe e permettono l’ingresso nella strada dell’Assietta e nella parte sterrata sopra descritta.

La quarta alternativa prevede di arrivare alla meta partendo dalla Valle Susa e precisamente da Meana, raggiunta direttamente dalla cittadina di Susa o da una delle tante frazioni laterali.

Sarà sufficiente seguire le indicazioni per il Colle delle Finestre ed il gioco è fatto, anche se si fa per dire, perché dei sei chilometri di distanza lineare, che separano il colle dal fondovalle e che raddoppiano su strada, la maggior parte sono sterrati e composti da un continuo susseguirsi di curve e stretti tornanti che mettono a dura prova capacità di guida, sterzo e sospensioni.

Dopo la immancabile foto ricordo sul colle, insieme ad estasiati motociclisti e a stanchissimi ma felici ciclisti, si scende sul versante della Val Chisone su asfalto e si arriva al bivio precedentemente descritto, dove girando, questa volta a destra, si raggiunge ancora una volta il bivio per lo sterrato che in 33 km arriva a Sestriere.

Tutto quanto descritto sopra è subordinato alla transitabilità del tratto in oggetto, sia quella pratica che tiene conto dell’innevamento che può protrarsi fino ad estate inoltrata e dei massi caduti in carreggiata, ovviamente impossibili da prevedere, sia di quella legale, che prevede la chiusura della strada in questo tratto dal 31 ottobre al 31 maggio e di tutti i mercoledì e sabati dei mesi di luglio e agosto, dalle ore 9,00 alle 17,00, quando la strada è vietata a tutti i mezzi a motore salvo aventi diritto.

Ovviamente fanno eccezione o costituiscono restrizione, ogni anno, feste, manifestazioni, eventi e quant’altro.

Quindi prima di mettersi in marcia sarà bene consultare le migliori fonti di informazione possibili, tra le quali è di primaria importanza l’ufficio turistico di Sestriere.

Terminata la relazione tecnica sul tracciato della Strada dell’Assietta vera e propria, passo a due suggerimenti completamente diversi per tipologia e percorso, ma sempre adatti agli appassionati del viaggio “tosto”.

La prima proposta riguarda il percorso n°2 dell’Alpi Motor Resort, dedicato in realtà ai motociclisti “off road”, ma adatto anche ai “van extreme”, a patto di saperci fare un po’ con il fuori strada e di avere il mezzo adatto: io utilizzo per questi percorsi il mio VW Transporter T4 camperizzato, rialzato e piastrato, nella versione aspirata e tropicalizzata, cioè senza elettronica nella maniera più totale e dotato di una prima veramente corta.

Il T3 che avevo precedentemente con tre blocchi manuali 100%, ruote da 16’‘, controtelaio e primino ridotto …era un’altra cosa…ma andando avanti con il “progresso” questi mezzi non esistono più e quelli che esistono non vengono più importati… pazienza, il T4 se la cava ancora e non credo che lo sostituirò più!

Tornando al percorso, si resta sempre in zona e si percorrono un totale di 190-200 km circa dei quali 140 fuori dall’asfalto.

La partenza è prevista da Susa, sulla SP 172 che passa da Meana e raggiunge il Colletto che poi sale al Colle delle Finestre, su sterrato abbastanza impegnativo, a quota 2176.

Si continua poi su asfalto (sempre stradina stretta con curve e tornanti) fino al bivio con la 173, una delle più belle strade militari in assoluto, quella descritta precedentemente e che in questo tratto viene chiamata “La Strada dei 2000”.

È stata costruita al termine del XIX secolo per collegare il Pian dell’Alpe con il Colle di Sestriere restando in quota e passando per il Colle dell’Assietta.

Oltre ad attraversare i 5 colli descritti nei paragrafi precedenti, tocca la Batteria del Gran Mouttas e la Batteria Gran Costa, restando sul crinale dello spartiacque tra le due valli principali (Susa e Chisone) e permettendo vedute eccezionali sulle cime della zona, tra le quali l’Albergian ed il Genevris.

Raggiunto il Colle di Sestriere si scende su asfalto fino a Cesana Torinese, dove il percorso prevede una deviazione facoltativa sterrata dedicata alle moto, per raggiungere le frazioni Amazas e Sobras, arrivare al Cotolivier e toccare nuovamente l’asfalto nei pressi di Oulx, attraversata la quale si viaggerà in direzione di Chiomonte lambendo Exilles ed il suo bellissimo forte.

A questo punto nuovamente sterrato tra i boschi per arrivare al Pian del Frais a circa 1500 mslm. E poi asfalto fino a Piangelassa.

Discesa su sterrato per passare nelle frazioni Deveis e Bastia e arrivo a Oulx fine della giornata.

Per informazioni dettagliate su questo percorso si possono richiedere le cartine gratuite presso l’ufficio turistico di Sestriere, dove sono disponibili anche guide e accompagnatori che potranno essere utili per realizzare un giro organizzato in piena sicurezza, con tanto di filmato e servizio fotografico dedicato ed eventuale servizi odi un Tour Operator ufficiale.

Passando alla seconda proposta, molto più turistica e di ampio respiro, il suggerimento è quello di partire da Sestriere per raggiungere ed oltrepassare il confine francese tra Claviere e Monginevro.

Si continua poi verso Briancon e sempre seguendo la D 1091 si arriva al bivio a destra per la D902 che tra paesaggi mozzafiato arriva al colle del Galibier e continua fino a Valloire e a Saint Michelle de Maurienne.

Da qui la D 1006 ci accompagnerà fino a Modane, dove confluisce tutto il traffico proveniente dal traforo del Frejus (T4) e poi fino a Lanselbourg, grazioso villaggio dedicato alla villeggiatura ed agli sport di montagna.

Questo tratto di strada lungo poco più di 100 chilometri a seconda dei passaggi scelti, regala scorci indimenticabili sulle montagne della Savoia e delle Alte Alpi, tra le quali spicca il Monte Thabor.

Dopo Lanselbourg si inizia, la salita al Colle del Moncenisio, sempre sulla stessa strada dipartimentale e sempre restando entro i confini francesi, come disposto dai trattati di pace di Parigi, seguiti alla Seconda Guerra Mondiale.

Una sosta sulle sterrate o sugli spiazzi che circondano il Lago del Moncenisio è d’obbligo per godere della bellezza del luogo e potrebbe essere un ottimo posto per una sosta notturna.

Continuando il viaggio si arriva velocemente a Susa, passando nei pressi di Venaus.

Da qui ripercorrendo il percorso precedentemente descritto si sale al Colle delle Finestre e si raggiunge la Strada dell’Assietta fino a Sestriere, magari pernottando nell’anfiteatro del Pian dell’Alpe.

A questo punto il tour potrebbe finire, ma il suggerimento è quello di scendere lungo l’asse principale della Val Chisone per arrivare Perosa Argentina, dove lasciata la statale si sale verso la valle di Parli sulla SP 169 fino alle frazioni Chiotti, dove si potrà cercare la deviazione a sinistra per il  Colle Lazzarà (1595 mslm) che su di uno sterrato impegnativo per i mezzi meno agili consente di arrivare tramite la graziosa frazione di Ruà nei pressi dell’abitato di Pramollo,  in pieno territorio Valdese.

Da Pramollo, ancora una stradina tortuosa e poi uno sterrato spettacolare che sale al Colle Vaccera sempre sul filo dei 1500 metri sul livello del mare, questa volta per scendere in Val Pellice, l’ultima delle valli torinesi ed ormai al cospetto del Monviso, il Re di Pietra che dall’alto dei suoi 3841 metri ci dà il benvenuto in provincia di Cuneo….la strada delle cave di Montoso è proprio sotto di noi e la tentazione di saggiare le sterrate della Provincia Granda è enorme: Pian del Lupo, Colle di Gilba, Strada dei Cannoni, Altopiano delle Gardetta, Via del Sale, la sequenza è entusiasmante e si arriva fino al mare.

Girando invece verso Nord diventa forte la tentazione di salire alla Galleria dei Saraceni, partendo da Bardonecchia o da Exilles e poi di continuare verso lo Jafferau o il Sommellier …ma questa è un’altra storia!


Ecco qualche mio video a tema visionabile su Youtube:

Alla prossima avventura!


Vorresti organizzare una visita guidata qui?

Clicca qui e compila il form: selezioneremo per te la giusta Guida turistica, escursionistica o esperienziale che possa accompagnarti alla scoperta del territorio secondo le tue preferenze e il tuo budget!

Seguici sui canali social per non perdere novità, eventi, consigli e idee per il tuo tempo libero:


Mi chiamo Fabrizio Bruno e sono nato in Provincia di Cuneo al cospetto del Monviso, dove vivo tutt’ora, nella Valle del Po, quando non sono in viaggio.
Da oltre trent’anni mi occupo professionalmente di viaggi, attività outdoor, discipline sportive attive ed estreme e turismo tecnico, come consulente, docente e accompagnatore nonché come organizzatore, con il Tour Operator Culture Lontane di cui sono socio e direttore.
Sostengo ed insegno a colleghi e allievi che per essere sempre frizzante e piacevole nei confronti dei clienti è importante non essere monomaniacali; anche per questo motivo nell’arco dell’anno spazio da una disciplina all’altra, cambiando spesso regione, nazione e continente. Passo infatti da attività molto slow, quali il volo in mongolfiera, il trekking o il turismo enogastronomico ad altre molto adrenaliniche e veloci, quali il rafting, i viaggi in moto e le escursioni in 4×4 tra le piste e le dune del deserto.
Abitualmente vivo più di 300 giorni l’anno fuori casa e racconto le mie esperienze on line oppure sui libri e sulle guide turistiche che pubblico da oltre 20 anni. Ho viaggiato in oltre 100 stati del mondo, in alcuni per poche volte, in altri molto più sovente (ad esempio sono stato 69 volte in Islanda), in altri luoghi ho vissuto per lunghi periodi, come ad esempio è avvenuto per il Sahara, il Nord del Brasile, l’Ovest degli USA e l’Est del Canada.

Rispondi