Oltre i confini della routine – Dalle Alpi al mare lungo la Via Marenca

Sicuramente una delle più belle esperienze che un escursionista possa fare, tra i tanti itinerari che gli si presentano sotto il naso, è sceglierne uno che, in poco tempo, lo possa portare dalle Alpi al mare. Da un ambiente tipicamente montano e a tratti anche ostile, fino alle dolci rive bagnate dalle onde spumose, laddove la vista non è più occlusa dal profilo severo delle vette circostanti ma riesce a spaziare, libera fino al tramonto ed oltre.             
Dopo tanto tempo e molte informazioni raccolte, mi sto finalmente accingendo a percorre un itinerario che porto già nel cuore ancor prima di averlo attraversato. Perché legato ai miei luoghi d’infanzia e perché in grado di collegare i due elementi che hanno caratterizzato la mia vita (e quella di molti di noi): la montagna e il mare appunto.    

Mi scuso quindi se questo racconto risulterà ancora incompleto. Ho già percorso alcuni tratti di questo itinerario e conosco in parte molte delle zone che attraversa, ma non so ancora descrivervi cosa si prova nel portarlo a termine nella sua interezza.        

Attraverso la descrizione del percorso, la conoscenza dei luoghi in cui si snoda e la fantasia che l’esperienza lungo altri cammini ha già allenato, proverò a trasmettervi ciò che provo prima di partire, anche e soprattutto in relazione alle mie aspettative, ripromettendomi di essere più preciso nelle prossime occasioni quando, spero, ci sarà modo di dirvi nel dettaglio cosa significhi andare a piedi dalle Alpi al mare.

Le Alpi Liguri

La Via Marenca

L’itinerario che mi accingo a percorrere ha un nome, una sua evidente fisionomia geografica e origini precise collocate in epoche remote. Viene chiamata “via Marenca” perché, in definitiva, altro non è se non una strada che conduce al mare.

Sulle mappe, quindi, diversi sono gli itinerari individuati con questo nome, essendo altrettante le vie di comunicazione che dalle pianure piemontesi (e quindi dalle Alpi), scendevano fino al Mar Ligure, attraversando il confine montuoso che segna e divide le attuali regioni.

Diversi percorsi, un solo nome e un’origine chiara nel tempo: il Medioevo, quando queste erano le uniche vie di comunicazione che mettevano in collegamento la pianura con il mare. Vie dedicate al trasporto delle merci, al passaggio dei pascoli e dei pastori, al migrare dei popoli.

Molto spesso vengono identificate anche con il diffuso nome di “vie del sale”, anche se oggi, nell’immaginario dell’escursionista informato e preparato, le diverse vie del sale corrispondono ad altrettanti precisi e differenti itinerari (basti pensare alla Via del Sale che congiunge Varzi in provincia di Pavia con Portofino).

La Via Marenca da Limone Piemonte a Imperia

Nello specifico, il cammino che mi appresto ad iniziare, corrisponde alla “Via Marenca” che da Limone Piemonte, in provincia di Cuneo, raggiunge le rive del Mar Ligure in prossimità di Imperia e, più precisamente, del borgo marinaro di Oneglia che, insieme a Porto Maurizio, dà forma all’ultimo capoluogo ligure prima del confine con la Francia.        

Un percorso di circa 80 km che parte ai piedi delle Alpi Marittime e si snoda attraverso il Parco delle Alpi Liguri, a metà tra Piemonte, Liguria e Francia.

Questa, insieme alla enorme varietà di paesaggi, è forse la sua peculiarità più grande, che può trovare raffigurazione in un punto preciso sulla mappa: il Monte Saccarello (2.200 mt), la vetta più alta della Liguria e punto di confine tra le due regioni italiane e tra il nostro Paese e la Francia.

Un altare roccioso affacciato sul mare che congiunge popoli, lingue, storie e modi di pensare. Tra questi, quello che spicca maggiormente, è quello della cultura brigasca, tipica di queste zone e fortemente legata con un territorio che riesce ad annullare ancora ogni confine regionale o nazionale, raggruppando in una minoranza da conoscere e preservare persone ed usanze tipiche di questo angolo di terra a metà tra le Alpi e il mare.

Dalla roccia alla sabbia

Così, in poco tempo, chiunque decida di camminare lungo queste creste di confine, si troverà catapultato da un ambiente alpino e carsico ad uno tipicamente marino, attraversando nel mezzo fitti boschi di leccio e colline terrazzate cariche di ulivi che scorgono il mare poco più giù.     

 Intraprendere questo itinerario però, non è cosa esattamente per tutti. La distanza o il dislivello non sono mai eccessivamente accentuati, ma ciò che manca è una rete ed un’organizzazione che favoriscano il passaggio sistematico attraverso queste aree.

La Via Marenca ad oggi non è tabellata e non troverete quindi alcuna indicazione riportante questo nome. In alcuni tratti, soprattutto a ridosso del mare, le indicazioni sono del tutto assenti e i sentieri tenuti solo dal passaggio dei pastori che ancora oggi pascolano le greggi in questi luoghi.

Una vera e propria rete di strutture ricettive è assente (e forse anche difficile da creare in certi punti) e la distribuzione delle tappe dipende dalle capacità di ognuno.

Tralasciando le straordinarie doti dei pastori che – si narra – percorrevano questo itinerario in appena 24 ore, il modo migliore per raggiungere Imperia partendo da Limone è attraverso 4 tappe, alternate nella distanza e nel dislivello, che consentano ogni sera di avere un tetto sopra la testa (rifugi o agriturismo). In alternativa, un escursionista molto bravo e preparato può sicuramente impiegare meno tempo e decidere di muoversi in autonomia (tenda e cibo con sé), riducendo le tappe e arrivando prima a destinazione.

Tenendo pur sempre in debita considerazione che attraversare un percorso che si muove dalle Alpi al mare è in grado di nascondere in ogni momento particolari insidie legate al meteo, alla tipologia del territorio, all’isolamento di certe zone interne.     

Al contempo però, è in grado di trasportare indietro nel tempo chiunque lo frequenti, affascinando con i suoi scorci variegati, le sue storie antiche e la sua posizione privilegiata: la montagna e il mare, così lontani e qui così vicini. Due poli che si attraggono e che, lungo questi sentieri, si incontrano per trasmettere tutta la loro armonia.     




Sono Paolo, guida e vagabondo pieno di sogni e speranze. Non ho un’unica origine e la natura, in ogni sua sfaccettatura, è il luogo dove mi sento più a mio agio. La mia casa è ovunque e da nessuna parte, conseguenza di una vita trascorsa in posti diversi: l’Emilia, la mia terra natale; la Liguria, la mia casa; la Sicilia, a cui una buona parte delle mie origini è legata; l’Alto Adige, le cui montagne mi hanno catturato influenzando molte delle mie scelte. Tra cui quella più recente e forse più importante: diventare una guida. Perché come ogni buon vagabondo e chiacchierone, ho un sacco di cose che vorrei condividere e raccontare. Venite con me?!
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