Negli ultimi anni si è diffusa in Sardegna la pratica dell’Acquatrekking, una nuova disciplina che si svolge nei corsi d’acqua: si cammina nel letto del fiume e/o si nuota dove l’altezza dell’acqua lo consente, vestiti (con pantaloncini e maglietta) e con le scarpe, per evitare le pietre o i legni taglienti.



Io dico spesso che è un po’ come tornare bambini, far emergere il “fanciullino che è in noi”, rompere il tabù del “non bagnarti i piedi” come gesto liberatorio. Molte persone mi dicono che è proprio così e trovano questa attività particolarmente divertente, rilassante e rigenerante.
Il fiume è un ecosistema particolarmente fragile e per non danneggiarlo dobbiamo prestare particolare attenzione nella pratica dell’Acquatrekking. Possiamo utilizzare questi accorgimenti:
- conduciamo piccoli gruppi per ridurre l’impatto: meno persone significa meno calpestio e meno disturbo. Sarebbe opportuno controllare il numero di accessi nei corsi d’acqua per favorire la “ripresa” dell’ambiente;
- evitiamo di camminare dove l’acqua ha un livello molto basso per non creare disturbo alla fauna che si trova già in una situazione di difficoltà a causa della diminuzione della quantità di acqua.
- iniziamo l’attività nel mese di giugno per evitare di danneggiare le uova degli anfibi, deposte nel mese di maggio;
- ove possibile progrediamo a nuoto, per evitare di calpestare il fondo smuovendo la sabbia e il pietrisco in cui vive una variegata microfauna;
- evitiamo di calpestare la vegetazione per non danneggiarla e perché è il sostegno su cui sostano numerose specie, tra cui Libellule e Anfibi;
- non tocchiamo le specie animali, per non danneggiare la loro cute al tatto e per evitare di trasmettere la microfauna (batteri e virus) presente sulla nostra pelle, innocua per noi ma probabilmente non per altre specie.
Negli ultimi anni si è diffuso anche in alcuni fiumi sardi il Batrachochytrium dendrobatidis, un fungo innocuo per l’uomo ma parassita letale per gli anfibi. E’ possibile prevenirne la disseminazione applicando alcuni accorgimenti:
- non tocchiamo le specie animali per evitare di contaminarle;
- disinfettiamo l’attrezzatura (abbigliamento, scarpe, sacca stagna) con ipoclorito di sodio al 5% e/o alcool etilico al 70% per almeno 30 minuti o scaldandola in acqua per 5 minuti a 60 °C o lasciandola asciugare del tutto prima di utilizzarla per andare in un altro corso d’acqua dolce (il fungo muore per disidratazione);
- Nella stessa giornata facciamo Acquatrekking solo in una località o, volendo andare anche in un altro corso d’acqua, facciamolo solo dopo aver fatto una doccia e aver cambiato del tutto abbigliamento e attrezzatura.
L’Acquatrekking è un’attività particolarmente adatta ai bambini: l’attività ludica nell’acqua si unisce all’attività guidata di osservazione, al fascino dell’esplorazione. Si impara a fermarsi ad osservare in silenzio (meno disturbo maggiore possibilità di vedere) e si scopre un mondo invisibile fino a pochi momenti prima. Si scoprono gli equilibri tra gli esseri viventi: chi vive in superficie grazie ad adattamenti che gli permettono di “pattinare sull’acqua” (Gerridi), chi vive sul fondo ma viene in superficie per respirare (Notonecte), chi costruisce astucci utilizzando granelli di sabbia o frammenti di legno per proteggersi (Tubificidi), per non parlare delle numerosissime specie che trascorrono le fasi larvali nell’acqua e delle specie ittiche, alcune endemiche altre, purtroppo, introdotte dall’uomo a scopo di pesca. Queste creano, come tutte le specie aliene, numerosi problemi all’ecosistema.
Muovendosi con cautela è possibile osservare inoltre Natrici, Anfibi (Raganelle, Rospo comune e Rospo smeraldino, Discoglosso) e Testuggini d’acqua e in alcuni corsi d’acqua anche l’Euprotto, un anfibio endemico.


Capita anche di avvistare il Visone americano, altra specie aliena e quindi problematica, capace di nuotare agilmente e catturare pesci ed altre prede. In Sardegna esistono diversi corsi d’acqua nei quali si può praticare l’Acquatrekking, alcuni hanno uno scorrimento abbondante nel periodo estivo, altri possono non essere praticabili nelle stagioni più calde e meno piovose.
Ognuno ha caratteristiche diverse ed è in grado di regalare “avventure” indimenticabili. Ci sono fiumi incassati tra le pareti rocciose, altri che scorrono tra foreste a galleria, altri che percorrono tratti con letti molto ampi, altri con letti angusti. Non posso dire quale sia il più bello: ognuno ha una sua particolarità.
La condizione migliore è quella della solitudine: camminare e nuotare in silenzio nell’acqua limpida, popolata da una ricca fauna è la situazione ideale che permette di apprezzare fino in fondo il potere calmante e rasserenante dell’ambiente fluviale.
Se volete sperimentare tutto questo, l’appuntamento è in Sardegna a partire dall’inizio del mese di giugno. Vi aspetto!
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Ciao, sono Stefania Contini, una Guida Escursionistica Ambientale iscritta al Registro Regionale della Regione Sardegna. Sono una Biologa e Naturalista, Dottore in Ecopatologia della Fauna Selvatica, amo molto la mia Terra; dopo un percorso di formazione articolato ho capito che la mia vocazione è quella di accompagnare le persone “Alla scoperta di..”: è questo il nome della ditta individuale con cui esercito l’attività di guida nella gran parte del territorio sardo. Vivo nel sud-est dell’Isola, dove ho aperto il B&B Sette Fratelli, situato ai piedi della foresta omonima. Vi aspetto!
[…] chi ama fare il bagno al fiume o l’acquatrekking non mancano le opportunità, sia lungo il Rio Cannas, che lungo il Rio Picocca, a circa 20’ di […]
[…] Richiamo qui l’attenzione ad evitare di toccare gli anfibi, che hanno una cute particolarmente delicata e sensibile alla contaminazione batterica, virale e fungina (clicca qui per leggere l’articolo sull’Acquatrekking). […]