Gaeta e la Riviera di Ulisse (LT) – Fondi

Una città nascosta (ma neanche troppo) tutta da scoprire

Al giorno d’oggi, il nome Fondi viene associato velocemente al suo spettacolare mercato ortofrutticolo: il più grande centro italiano di smistamento di prodotti della terra freschi e piattaforma logistica tra il nord e il sud.

È una sorta di collegamento immediato perché la storia dell’oggi a volte può mettere in ombra quella di ieri ma ripercorrere il passato di questa incredibile cittadina della Riviera di Ulisse è un viaggio emozionante e inaspettato che attraversa a ritroso secoli di storia fino ad arrivare alle origini, ben più antiche di quelle di Roma stessa.

A dare ascolto ai locali esistono due leggende sulla sua fondazione: una viene dal mare e una dalla montagna e non potrebbe essere altrimenti per una città situata a pochi passi dalla costa, ai piedi dei Monti Ausoni tra Terracina e Sperlonga.

La piana di Fondi vista dal Santuario della Civita

La leggenda della montagna ci narra di Ercole, eroe greco e figlio di Zeus e Alcmena che arrivò sulle nostre coste dopo aver compiuto una delle sue fatiche, rubando i buoi di Gerione. In queste terre viveva il gigante Caco, figlio di Vulcano, che gli sottrasse quattro tori e quattro vacche fuggendo poi verso sud fino alla terra degli Ausoni. Ercole lo inseguì e lo uccise a colpi di clava, liberando il territorio dal pericoloso gigante e per celebrare l’accaduto, gli Ausoni eressero un tempio in suo onore e costruirono un villaggio attorno ad esso stabilendo un confine per i loro Fundi e cioè Poderi.

La leggenda del mare ci narra della perduta Amyclae, fondata da esuli greci che decisero di stabilirsi presso le sponde del bellissimo Lago di Fondi apprezzandone il clima e il terreno fertile.

La sua distruzione rimane avvolta nel mistero così come la sua esistenza: saranno stati i serpenti considerati animali sacri e quindi intoccabili dagli abitanti o saranno stati gli Osci o Ausoni, popolo proveniente dalle montagne a distruggere la città? E dove era realmente situata?

La leggenda accomuna Fondi, Itri e Sperlonga e i resti di un’antica città sono stati già localizzati in diversi punti del territorio, ogni volta con la speranza di aver scoperto la perduta Amyclae ma il mistero rimane e così la leggenda.

Il lago di Fondi

Sulle origini di questo luogo quindi, possiamo sbizzarrirci ad immaginare e a fare supposizioni ma a Fondi è la storia ad aver lasciato testimonianze possenti come le sue mura ciclopiche che anticamente circondavano il castrum e lo chiudevano in un quadrato di circa 370 metri per lato, sviluppandosi quindi per un perimetro di 1500 metri circa.

La cinta urbana di Fondi è così il monumento antico più caratteristico della città perché anche il passante distratto non può non notare quei grossi blocchi sovrapposti e posizionati a scarpata che si incastrano tra loro a secco e senza malta e che forse datano l’inizio della cinta muraria che circondava il piccolo castrum.

Cercando di seguire i lati del quadrato che chiudeva la città, possiamo leggere parte della sua storia, individuando le varie tecniche di costruzione dall’VIII – IX secolo a.C.  fino ad almeno il I secolo d.C. quando l’opus reticulatum viene utilizzato per rinforzare le mura.

Questo primo quadrato a volte scompare, inglobato da edifici di epoche differenti ma la sua pianta è ancora oggi visibilissima, regolarmente divisa in decumani e cardini che si incrociano nel Foro Romano, lì dove sorge la Chiesa Madre di Santa Maria.

Delle quattro porte, posizionate agli estremi del decumano massimo e del cardine massimo, rimane la bellissima Portella situata a Nord, costruita in età Sillana (II secolo a.C.) mentre le due all’estremità del decumano massimo vennero distrutte nell’800 come quella del cardine a sud di cui però rimane la torre di destra, incorporata in un’abitazione sul muro di cinta.

È all’interno di questa protezione millenaria che Fondi conserva gelosamente gli altri testimoni del suo glorioso passato. La città è attraversata dalla Via Appia, suo decumano massimo al cui vertice est è posizionato l’imponente Castello del XIII/XIV secolo, costruito su resti di mura ed edifici di epoca romana dalla famiglia dell’Aquila prima e poi dai potenti Caetani che governarono il Ducato per quasi due secoli.

Il Castello era unito al contiguo Palazzo baronale o Palazzo dei Principi da un ponte levatoio oggi scomparso ed era la residenza dei Signori regnanti.

Questo palazzo ha conosciuto la magnificenza della vita di corte delle famiglie che si sono succedute al potere del Ducato ma è la corte rinascimentale creata dalla bella Giulia Gonzaga che viene celebrata in maniera particolare.

I misteri e i segreti della vita di questa nobildonna fanno ancora sbizzarrire la fantasia dei tanti scrittori: sposa bambina di Vespasiano Colonna, all’epoca quarantenne, vedova ad appena quindici anni ed erede di tutto il patrimonio del marito e tutrice della figliastra Isabella.

Circondata dai più illustri artisti, scrittori e musicisti ma anche più tardi da rappresentanti del movimento riformatore, Giulia accrebbe la sua fama dopo un tentativo di rapimento da parte del pirata comandante Khayr al- Din che avrebbe voluto portarla in dono al suo Sultano Solimano I.

Morì a Napoli nel 1566 nel convento dove si era rinchiusa dopo la morte del suo carissimo amico Ippolito De Medici, forse per dolore ma anche per fuggire alla persecuzione della chiesa cattolica in quanto forte sostenitrice della Riforma Protestante. Dopo la sua morte, il Papa Pio V ebbe accesso alle sue carte e dopo averle esaminate dichiarò che se le avesse viste prima… quella signora l’avrebbe bruciata viva.

Al Palazzo dei Principi è addossata la bellissima cattedrale che fu costruita su un antico tempio romano dedicato a Giove probabilmente prima del XII secolo anche se l’architettura odierna è tipicamente normanna.

La facciata è visibilmente tagliata a sinistra per le esigenze di ingrandire il palazzo baronale e il nuovo spazio fu probabilmente utilizzato per accogliere le stalle.

Costruita in pietra, con un piccolo arco gotico sul portale, è arricchita da un mosaico che risale al nostro secolo e al di sopra è la statua di S. Pietro, probabilmente scolpita dal grande architetto di Palazzo Vecchio a Firenze: Arnolfo da Cambio.

Il suo interno è una testimonianza del meraviglioso periodo dei maestri cosmati dal pavimento al bellissimo trono in marmo dove nel 1378 venne incoronato l’antipapa Clemente VII.

Che dire poi della Chiesa dell’Assunta che domina il passaggio della Via Appia dalla sua alta gradinata? La sua facciata è fiancheggiata a sinistra dalla torre campanaria, con la base aperta a fornice che crea un sottopassaggio ad arco acuto che si perde nei vicoli retrostanti e il suo interno è colmo di tesori dal 1400 in poi.

È un viaggio infinito questo nella storia di Fondi dove il passato è leggibile in ogni angolo: le sue mura poligonali, la sua pianta ancora intatta di città romana, gli impianti termali e i mausolei lungo la Via Appia si mescolano alla storia della Giudea e del Medioevo fino ad arrivare ai nostri tempi.

Passeggiare nei cento vicoli della città è una continua sorpresa ma non bisogna avere fretta né lasciarsi ingannare dal primo impatto con questa città vitale, il cui traffico si muove però solo al di fuori dell’antico quadrato di mura.

Non appena si entra in quello che definirei l’antico quadrato magico e ci si inoltra all’interno della vecchia città fortificata, tutto il resto scompare e rimane solo riempirsi gli occhi di tanta bellezza nascosta.

Vicoli e sottoportici nella vecchia città


VALERIA SIMEONE
Ciao a tutti! Mi chiamo Valeria e sono guida turistica abilitata e accompagnatore turistico.
Sono nata a Gaeta, un’incantevole cittadina sul mare ricca di storia e baciata da una natura spettacolare ma ho vissuto tanti anni tra l’Umbria, Bologna e nove dei miei anni più belli a Venezia. Sono poi tornata nella mia città e qui ho scoperto il mestiere più bello del mondo: un lavoro che mi ha fatto guardare la mia terra con occhi diversi e mi ha insegnato ad amare questi luoghi profondamente. Gli anni vissuti in giro per l’Italia mi hanno poi reso più facile e appassionante il lavoro di Accompagnatore Turistico che svolgo in tutta Italia per clienti americani e australiani.
Come Guida Turistica invece, lavoro nella Regione Lazio e più esattamente nella Provincia di Latina. Una Provincia giovane che ha riunito due mondi storicamente diversi: il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa: una terra ricca di storia, leggende e non solo. La chiamano La Riviera di Ulisse!
Perché questo nome? Lo scopriremo insieme ed esploreremo i luoghi più belli di questa terra incantata perché si sa… con la guida è TUTTaUN’aLTRaSTORIa!

Contatti
Cell: 3280871699
Email: vale.ria@libero.it
Facebook: Valeria Simeone Guida Turistica

Rispondi