Una storia che da secoli finisce nelle nostre case
Siamo a fine ottobre. Il dado della vendemmia di quest’anno ormai è tratto.
Parlare di vini in Portogallo potrebbe portare via intere giornate ma credo sia doveroso analizzare la storia e gli aspetti di un altro dei principali prodotti del Made in Portugal. Sfido chiunque a dire di non averlo mai provato o di non averne mai comprato una bottiglia al supermercato. Non serve viaggiare in Portogallo per scoprirlo, bottiglie di questo genere si trovano praticamente ovunque e a prezzi accessibili.
Parlo, ovviamente, del Vino di Porto.
Trattare di un argomento simile senza fare pubblicità occulta è una missione alquanto ardua, quindi mi limiterò a raccontarne gli aspetti storici e le caratteristiche principali, scegliendo di parlare di una sola marca. Un nome che non si trova in un supermercato qualunque. Una produzione familiare che va avanti da generazioni e che per scoprirla c’è bisogno di andarla a cercare volontariamente in una stradina strettissima di Vila Nova de Gaia. Nominandoli ho la certezza che non influenzerò nessuna scelta di mercato. L’unica maniera che avete per provare questo vino è prenotare un biglietto aereo con destinazione Porto.
Ma andiamo con ordine… il Vino di Porto, sebbene identifichi nel proprio nome la principale città del nord del Portogallo, in realtà viene prodotto con uve provenienti dalla Regione del Douro, quindi un’area che si estende un centinaio di km a est della città di Porto.
Le località principali a livello produttivo sono tre: São João da Pesuqeira, Régua e Pinhão.

Delle tre, è quella di São João da Pesqueira la zona con la maggior produzione di Vino di Porto a livello nazionale.
Questa bevanda alcolica passa alla storia col nome di Vino di Porto a partire dalla seconda metà del XVII secolo quando, da questa città, viene esportata in tutto il mondo.
Sulle origini di questo vino ci sono molti dubbi e incertezze che, spesso, sfociano in vere e proprie polemiche internazionali.
Una delle ipotesi, difesa dai produttori inglesi, ne data l’origine proprio nel XVII secolo, quando i mercanti britannici aggiunsero del brandy al vino della Regione del Douro per evitare che inacidisse. La teoria viene però contrastata dai locali, i quali evidenziano che già ai tempi dei viaggi marittimi portoghesi, quindi circa un secolo prima, il vino veniva immagazzinato in questo modo per preservarlo il più a lungo possibile durante le traversate oceaniche.
Da questo dubbio non ce ne usciremo mai, la cosa certa è che tra le prime imprese esportatrici di Vino di Porto troviamo la Croft, fondata nel 1588.
Quello che rende differente il Vino di Porto dagli altri vini, oltre al clima unico dei suoi vigneti, è il fatto che la fermentazione non sia completa, essendo interrotta in una fase iniziale, circa due o tre giorni dopo il suo inizio, attraverso l’aggiunta di aguardente (acquavite) con circa 77º di alcol.
Il Vino di Porto diventa in questo modo dolce, in quanto lo zucchero naturale dell’uva non si trasforma in alcol.
È più forte degli altri vini, arrivando a una gradazione compresa tra i 19 e i 22º.
Fondamentalmente esistono tre tipi di Vino di Porto: Bianco, Ruby e Tawny.

Bianco
È prodotto esclusivamente con uva bianca ed invecchia in grandi botti di quercia da 20mila litri. È un vino tipicamente giovane e fruttato ed è l’unico Vino di Porto ad essere classificato per grado di dolcezza. Esistono quindi bianchi secchi, semi-secchi e dolci. Per via delle sue modalità di produzione il porto bianco secco non è mai completamente secco, conserva sempre parte della sua dolcezza iniziale.
Di colore giallo pallido, quando giovane, tende a scurire con il tempo, diventando giallo dorato e giallo castano.
Ruby
Si tratta di vini rossi e anch’essi invecchiano in grandi botti. Per via del poco contatto con il legno, dovuto al basso rapporto superficie/volume, e per via della scarsa ossidazione, essi conservano a lungo le loro caratterische iniziali.
Sono vini molto fruttati dal colore rubino intenso e al sapore di frutti rossi, frutti di bosco e prugna.
Tawny
Sono vini rossi prodotti con le stesse uve dei ruby ma con la differenza che invecchiano in botti grandi solo per due o tre anni, dopo i quali vengono travasati in botti più “piccole” da circa 550 litri l’una. In queste botti il contatto con il legno e, tramite esso, con l’aria è maggiore.
I tawny respirano di più, ossidandosi e invecchiando più rapidamente dei ruby.
In questo modo perdono con il tempo il colore originale rosso rubino e assumono una tonalità più chiara, ambrata, dal sapore di frutta secca, tipo noci o mandorle. Con l’invecchiamento i tawnies guadagnano altri aromi, acquisendo sapori che vanno dal caffé al cioccolato passando per il miele.
Esistono inoltre delle categorie speciali.
Il Vino di Porto invecchiato fino a 3 anni è considerato Standard. Oltre questo periodo di tempo abbiamo le categorie speciali Reserva, Late Bottled Vintage (4-6 anni), Colheita (almeno 8 anni), Tawnies Invecchiati (dai 10 agli oltre 40 anni) e Vintage, che dalle botti continua poi a invecchiare in bottiglia fino anche a oltre un secolo. Questi ultimi sono perfetti per dei veri e propri investimenti, spesso vengono acquistati alla nascita di un figlio per essere poi bevuti nel giorno del suo matrimonio.


Come citato a inizio articolo, il tutto lo possiamo trovare nella località di Vila Nova de Gaia, attraversando il famoso ponte Dom Luiz di Porto, in quella che da sempre ho considerato come la località con il più alto tasso di gradazione alcolica per metro quadrato al mondo.
Storicamente le infinite botti di Vino di Porto venivano trasportate dalla regione dell’alto Douro fino a Vila Nova de Gaia tramite l’utilizzo di apposite barche chiamate, al singolare, rabelo.
Essendo un’imbarcazione da fiume di montagna, il rabelo non ha chiglia e ha fondo piatto. Le dimensioni vanno dai 19m ai 23m di lunghezza per 4,5m di larghezza. Con una vela quadrata, il rabelo era solitamente manovrato da 6-7 uomini.
A Vila Nova de Gaia, situada in Rua da França 10, si trova quella che da sempre ho scelto come la migliore delle cantine di Vino di Porto. Una cantina di produzione totalmente portoghese. Una famiglia che da tre generazioni tenta di vendere un prodotto che si può trovare solo andandoli a visitare di persona. Parlo della famiglia Augusto.
Legati alla produzione e alla vendita del Vino di Porto dalla decade degli anni ’70 del secolo scorso, i membri della famiglia decidono, nel 2014, di fondare un nuovo progetto e di creare una nuova marca dal nome “Porto Augusto’s”, in collaborazione con altre due famiglie di origine sempre portoghese (famiglia Cardoso e famiglia Fortunato). Assieme, sono detentrici di 52 ettari nella Regione del Douro.




Grazie a questo triangolo familiare tutto lusitano, ci troviamo di fronte a una marca 100% portoghese, dalla sua produzione fino alla commercializzazione dei suoi vini.
Annualmente, l’obiettivo dell’impresa è quello di non superare le 25-30mila bottiglie prodotte, in modo tale da mantenerne una qualità esclusiva.
Era l’ottobre del 2017 quando ho messo piede per la prima volta in questo posto. Ricordo l’allegria del gruppo come se fosse ieri. Un ringraziamento al “Gruppo Maratona”.
Gli anni sono passati ma non vi ho mai dimenticato, siete stati uno dei miei gruppi più belli!
CARMINE PUGGILLO
Napoletano di origine, arrivo in Portogallo nel 2011 come molti altri giovani per il progetto Erasmus e me ne innamoro.
Laureato in Archeologia e Storia delle Arti, oggi sono guida turistica.
Odio il poco produttivo “turismo ignorante” di massa e per questo ho deciso di mettermi in proprio mostrando a modo mio, con gli occhi di un innamorato, quello che mi ha convinto a restare in un posto così piccolo.
Le leggende sono la cosa che più mi piace tramandare e le strade di Coimbra ne sono piene.
Contatti
E-mail: carmine.lao@libero.it
Facebook: Portugalão
LinkedIn: Carmine Puggillo
Instagram: @portugalao2017
WhatsApp: 00351 967254505
Skype: Enimrac89