
L’Adorazione dei Magi fu commissionata a Gentile da Fabriano da Palla di Nofri Strozzi, nel corso del soggiorno fiorentino del pittore. Trovava originariamente posto nella cappella di famiglia in Santa Trinità a Firenze, adibita anche a funzione di sagrestia, la cui costruzione fu terminata nel 1423: a sovrintendere i lavori fu probabilmente chiamato Lorenzo Ghiberti. La cappella Strozzi, tuttora esistente, è costituita da due ambienti: al vano principale, che ospitava la grande tavola di Gentile, se ne affianca uno minore, dedicato da Palla alla memoria del padre, Nofri Strozzi, in onore del quale fu commissionata a Lorenzo Monaco una pala raffigurante la Deposizione dalla croce, terminata alla morte del maestro da Beato Angelico (oggi al Museo nazionale di San Marco).
Palla Strozzi era nella Firenze di quegli anni un personaggio assai in vista, membro di una delle famiglie più ricche e potenti della città, uomo colto e conoscitore dei classici: un umanista insomma. Stupisce, se giudichiamo la vicenda con schemi rigidi, la scelta di artisti come Gentile da Fabriano, Ghiberti e Lorenzo Monaco – e non piuttosto di Donatello e di Brunelleschi – da parte di un uomo di punta delle avanguardie culturali della città: in realtà questo fatto deve farci riflettere su quanto fosse all’inizio ancora forte l’influenza del Gotico Internazionale nella stessa Firenze, rispetto all’affermazione delle novità rinascimentali.
Stimolato anche dalla notevole levatura culturale del proprio committente, Gentile creò un’opera destinata a stupire tutti a Firenze per novità e virtuosismo tecnico. Decisamente inusuale è l’organizzazione della pala, che presenta nelle cuspidi tre tondi circondati da figure di Profeti (rappresentano l’Annunciazione ai lati e Cristo Giudice al centro), nella predella le scene della Natività di Gesù, della Fuga in Egitto e della Presentazione al tempio e nella tavola centrale la puntuale narrazione del lungo viaggio che porta i Magi alla stalla di Betlemme, distinta in episodi sfruttando le lunette superiori vicino la cornice.
Il modo in cui è organizzata la pala e la descrizione minuziosa della natura, dei costumi esotici dei Magi e del loro seguito costringono l’osservatore a soffermarsi su ogni minimo dettaglio.
Opera curata in ogni suo particolare, (si veda anche la cornice decorata con splendidi motivi floreali) l’Adorazione dei Magi si configura come un prodigio di naturalismo e di ricerca luministica: particolarmente esplicative in questo senso sono le tre scene della vita di Cristo nella predella, ambientate in contesti urbani e naturali descritti minuziosamente.




Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!
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