Vivere Florencia – Il palazzo di Luca Pitti

Carissimi lettori di Posti e Pasti, ben ritrovati! È passato un po’ di tempo dalla pubblicazione del mio ultimo articolo all’interno della rubrica del blog dedicata alla mia città, Firenze. Ma adesso eccomi nuovamente qui, operativa più che mai e pronta a deliziarvi ed intrattenervi mensilmente con i miei nuovi articoli!

In questo nuovo post vi parlerò della nostra grande reggia principesca cittadina ovvero la Reggia di Palazzo Pitti e di quelle che sono state le sue sorti in termini di passaggi di proprietà diversi, dalla sua originaria costruzione fino alla sua ultima e definitiva evoluzione. Vi auguro una buona lettura!

Palazzo Pitti – Foto da Adobe Stock

Piazza de’ Pitti evoca la forma di un anfiteatro. Questo caratteristico e vasto spazio cinquecentesco, chiuso su tre lati, è dominato sulla sua dolce sommità dal grandioso Palazzo Pitti, fatto costruire da questa famiglia che, grazie alla mercatura, raggiunse una posizione tale di ricchezza da poter competere con quella dei Medici e degli Strozzi.

Il palazzo, che si erige di fronte alla piazza in discesa, fu fatto edificare dall’ambizioso Luca Pitti che diede l’incarico della progettazione a Ser Filippo Brunelleschi.

Tanta era l’alterigia dell’intraprendente e ricco mercante di superare lo sfarzo dei Medici e degli Strozzi, che volle la sua costruzione di dimensioni tali da non riscontrarne eguali in tutta la città.

Dopo una lunga fase di progettazione, i lavori iniziarono nel 1458, quando il Brunelleschi era già morto da due anni, sotto la direzione di Luca Fancelli, suo giovane allievo.

Il palazzo, adagiato sulle pendici del colle di Boboli in posizione dominante, si sviluppò con accentuata orizzontalità su tre piani, in pietra forte a bozze di caldo e possente bugnato rustico nella parte inferiore, liscio in quella superiore, ostentando tutta la sua grandiosità. Infatti, si diceva che, secondo le disposizioni impartite da Luca Pitti a Brunelleschi, le dimensioni del palazzo avrebbero dovuto essere tali da poter contenere all’interno del suo cortile, addirittura Palazzo Strozzi, mentre le grandi arcate delle finestre avrebbero dovuto avere l’estensione del portone d’ingresso di Palazzo Medici.

Le spese di costruzione furono naturalmente molto ingenti e la famiglia Pitti le sopportò fintanto la buona sorte le arrise.

Alla metà del Cinquecento Buonaccorso Pitti fu però costretto a vendere il gioiello di famiglia alla famiglia di Cosimo I de’ Medici e così, la moglie Eleonora de Toledo lo acquistò con la sua dote, dando subito l’incarico a Bartolomeo Ammannati di eseguire lavori di ampliamento.

Nell’occasione Cosimo I fece togliere tutti gli stemmi di Pitti sia all’interno del palazzo che nei paraggi esterni al palazzo stesso; l’unico che ancora rimane è quello sulla piazza, situato sul palazzo di fronte a Palazzo Pitti, all’angolo con lo Sdrucciolo de’ Pitti, che non fu tolto non solo perché posto su un’altra proprietà ma perché dovesse continuare sempre a guardare verso Palazzo Pitti portando con sé tutto il rammarico di non essere riusciti nell’impresa e quindi sentirsi sconfitti dalla potenza della famiglia dei Medici.

L’ampio cortile del palazzo fece talvolta da scenografia a straordinari spettacoli, come quando fu allagato fino a raggiungere quasi due metri di altezza, per lo svolgimento di battaglie navali.

Eventi, naturalmente goduti da un’élite ristretta, alla quale si volevano ostentare le altissime risorse anche tecniche dei granduchi.

Nel Settecento, ad opera di Giuseppe Ruggeri, vennero costruiti i due “rondò” laterali di testata, poi completati da Pasquale Poccianti nel 1839.

Ai primi dell’Ottocento il palazzo fu residenza anche di Napoleone Bonaparte, durante il suo breve governo italiano in cui, per i fiorentini, non furon tutte rose e fiori; ricordo oggi molto scolorito e molto attenuato nella nostra memoria.

Con il nuovo Stato unitario, nel 1861 il palazzo passò tra i beni della Corona d’Italia, divenendo la reggia dei Savoia che l’abitarono dal 1865 al 1870 durante il quinquennio di Firenze Capitale d’Italia.

Vittorio Emanuele II (1820-1878), primo Re d’Italia, giunse a Firenze da Torino il 3 febbraio 1865 alle ore 22,30 alla stazione ferroviaria, particolarmente addobbata e illuminata, accolto dalle autorità cittadine e molto pubblico festante che lo accompagnò fino a Palazzo Pitti, dal cui balcone si affacciò salutando più volte la folla inneggiante.

Qui, nella reggia, il re creò a protezione della famiglia regnante il nuovo squadrone dei Corazzieri, che fece la sua prima uscita ufficiale il 30 aprile 1865 in occasione dell’arrivo a Firenze del Principe Umberto I e Margherita di Savoia sua cugina, sposati a Torino il giorno prima.

Vittorio Emanuele II – Foto da Storiologia.it

Il re era un appassionato cacciatore e, in particolare, si dilettava nella tesa del “roccolo” per catturare gli uccelli.

Questo tipo di caccia prevedeva l’appostamento fisso fra i rami di una grande quercia, da dove si calavano reti verticali disposte a semicerchio, nascoste sotto il folto pergolato di fronde, nelle quali gli uccelli restavano impigliati. Villa la Petraia e il giardino di Boboli, erano i territori di caccia preferiti dal sovrano che, al termine della tesa con il roccolo, era consuetudine gustarsi non degli uccelli arrosto, ma una bella bistecca ai ferri. In alcune serate invernali poi, amava cacciare con il “frugnolo” e la balestra, caccia proibita, in quanto troppo facile; in circa un’ora poteva consentire una discreta razzia anche di 60 o 70 fra tordi ed altri uccelli, uccisi mentre se ne stavano quieti a dormire nelle folte chiome degli alberi.

Sembra il caso di citare il vecchio adagio: “Biasimare i Principi è pericolo, e il lodarli è bugia!”.

Connesso ai Giardini di Boboli, l’antico Palazzo Pitti, arricchito ed ampliato nel tempo, è divenuto uno dei complessi artistici più rilevanti della città; oggi ospita importanti musei come la Galleria Palatina, la Galleria d’Arte Moderna, il Museo degli Argenti, il Museo della Moda e il Costume, il Museo delle Carrozze e delle Porcellane, oltre agli uffici della Soprintendenza ai Beni Culturali.

Vi aspetto a Firenze per scoprire le bellezze della città! A presto!


Ciao, sono Eleonora, ho 35 anni e una vera e propria passione per l’arte, ma soprattutto per la mia città natale… Firenze! Motivo per cui, dopo una laurea in Lingue e Letterature Straniere e dopo vari impieghi, ho deciso di ascoltarmi veramente e seguire le mie passioni di sempre, ovvero l’arte e la storia: sono così diventata una guida turistica! Lavoro ogni giorno con un pubblico molto variegato, straniero e locale, e sono lieta di poterti parlare della mia città da “ambasciatrice dell’arte”!
Ecco che mi sono catapultata in questa nuova avventura… diventare una guida turistica, riuscendo così ad unire finalmente i miei due più grandi amori: l’arte e la mia città!
Fin da bambina in realtà ho sempre osservato con interesse e meraviglia gli splendidi monumenti che hanno fatto e che continuano a fare grande una città come Firenze. Quegli stessi monumenti ed opere d’arte che non smettono di catturare l’attenzione di studiosi, oltre che stupire le migliaia di turisti che in nessun momento dell’anno abbandonano il nostro territorio!
Al momento lavoro con un pubblico molto variegato, tanto straniero quanto locale privato e soprattutto con i fiorentini d’ hoc, i quali amano seguirmi nei miei tour non stancandosi mai di apprendere sempre più informazioni storico – artistiche inerenti alla loro città.
Vorrei poter proporre molte delle mie iniziative di visite guidate (anche personalizzate e su richiesta) ma soprattutto, il mio unico obiettivo è quello di riuscire a far divertire e trasmettere tutta la mia passione per la storia e per l’arte attraverso il mio ruolo di “ambasciatrice dell’arte”… eh già, perché è questo il vero ruolo che noi guide turistiche svolgiamo e per me è un vanto, oltre che un orgoglio portare con me un appellativo e una responsabilità di questo genere!
Vi aspetto quindi numerosi a Firenze e intanto mi auguro di riuscire a destare la vostra attenzione e curiosità tramite la mia rubrica “Vivere Florencia” che potrete trovare sulla pagina blog “Posti e Pasti”, oltre che sui principali ed odierni canali social.

Eleonora Pezzino (Vivere Florencia)
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