Gaeta ha due anime, due nuclei di un’unica città: il centro storico nato al riparo del promontorio di Monte Orlando e il Borgo, sviluppatosi dal X secolo lungo l’arco della baia su quel sentiero che portava alla terraferma verso Formia.
Entrambi di antichissime origini ma diversi destini dovuti ai mille capricci della Storia: quella linea di costa che curva verso i Monti Aurunci verrà amata dai Romani ma abbandonata durante gli accadimenti che sancirono la caduta dell’Impero Romano e l’inizio della storia di Gaeta come piazzaforte militare naturalmente protetta dalle alte falesie del suo promontorio.
Il Borgo rinascerà solo dopo la sconfitta dei Saraceni avvenuta nel 915 per mano dei Duchi di Gaeta, alleati con lo Stato della Chiesa verso il comune nemico.

La vita lentamente riprende il suo ritmo, non più segnato dalle battaglie e dagli assedi ma dalle necessità del lavoro e della sopravvivenza che spinge gli uomini a uscire dalle mura protettive della città ducale per affrontare la battaglia quotidiana della vita: il popolo deposita le armi per riprendere gli antichi mestieri, contadini e pescatori ricominciano a popolare le terre e il mare
Si esce presto e si rientra tardi: la terra e il mare non hanno orari che si conciliano con l’apertura e la chiusura delle porte della città e si comincia a pernottare al di fuori delle mura, lì dove nascerà piano piano un agglomerato urbano – prima fatto di rozze capanne poi di edifici più stabili – che si svilupperà lungo la linea della costa verso Formia e che diventerà il Borgo di Gaeta.
Nascerà un castello, la cui memoria resiste solo nei nomi delle ripide e lunghe scalinate che si arrampicano sul monte, infilandosi tra le case in stretti e bianchi portici.
Salita 4 a Castello La scalinata Il passaggio tra le case
Per volere dei Duchi di Gaeta verrà ricostruita nell’XI secolo – dopo la distruzione avvenuta per mano dei Saraceni – una delle chiese più antiche del Borgo: San Cosma Vecchio, edificata su un antico tempio romano, pescatori provenienti dalla Puglia arricchiranno l’abitato con la loro presenza e con le inflessioni del loro dialetto, ormai parte integrante del parlato del Borgo.
Profilo di san Cosma Vecchio Ingresso di San Cosma Vecchio ricostruito nel 1700
Un tempo questi vicoli verso mare si aprivano sulla spiaggia dove si svolgeva la giornata di lavoro e dove i pescatori stendevano le loro reti ad asciugare e tiravano a secco le imbarcazioni. Mentre gli uomini erano fuori a mare, le donne lavoravano sulla spiaggia lo strame, intrecciandolo in forme di cesti e cestini resistenti all’acqua che venivano poi messi in vendita.
Sotto Ferdinando II di Borbone, il Borgo verrà ristrutturato e le vecchie e fatiscenti casupole abbattute per fare posto a vere case, mentre sul lato spiaggia verrà costruita una strada lungo l’arco della baia: l’antico Corso Attico.
Nel 1897, il Borgo di Gaeta verrà staccato dal centro storico e diventerà comune indipendente con il nome di Elena, in onore dell’allora Principessa, futura Regina d’Italia e sarà solo nel 1927 che i due comuni verranno nuovamente riuniti sotto il nome di Gaeta.
Case di Via Indipendenza Un vicolo a mare Corso Attico – Foto da FB Photogallery Gaeta Scomparsa
Questa via lastricata lunga e stretta, dove si affacciano le alte case con il bucato steso ad asciugare e si scoprono angoli magici, è oggi chiamata Via Indipendenza ed è il cuore della città nuova che con i suoi profumi e le sue edicole mariane ci fa leggere un’altra pagina della storia di Gaeta.



Proprio quelle 47 edicole che si affacciano dalle loro nicchie, curate e pulite quotidianamente, ci narrano di un passato fatto di stenti e povertà e della necessità del popolo di creare un piccolo rifugio alle difficoltà quotidiane, affidandosi alla fede per trovare sollievo.
Semplici immagini che continuano a resistere all’avanzare del tempo – forse più di qualche chiesa voluta dal potere – a dimostrazione del fatto che la volontà del popolo è e rimane una forza viva e incorruttibile, tramandata come un incantesimo che sfida l’usura dei secoli e la memoria degli uomini.
Non c’è bisogno e non c’è tempo di frequentare le chiese e quelle immagini di Madonne e Santi che si affacciano ad ogni vicolo rappresentano la fede e la devozione di chi si raccomanda a loro ogni mattina e ringrazia ogni sera al ritorno a casa, dopo la notte trascorsa a mare.
Edicola – Madonna della Civita Edicola – Madonna del Quartuccio Edicola Mariana
Tracce di opus reticulatum e di antiche colonne a sorreggere gli archi d’ingresso dei vicoli ci rimandano indietro nei secoli, quando lungo l’arco della costa di levante i romani avevano costruito le loro ville ed i loro mausolei come quello maestoso di Lucio Sempronio Atratino – oggi ridotto al solo scheletro perché i suoi enormi blocchi di pietra furono utilizzati per la costruzione del basamento del bellissimo Campanile della Cattedrale nel centro storico – oppure quello più dimesso e misterioso, conosciuto come Sepolcreto Marittimo e di cui si riesce a datare solo il periodo di costruzione, probabilmente il III secolo d.C.
Opus reticulatum nel vicolo Mausoleo di Lucio Sempronio Atratino Il Sepolcreto Marittimo
Nei vicoli della città antica del Borgo storia e arte si intrecciano a tradizioni, colori e odori: la lunga via si anima e si riempie di bancarelle di frutta e verdura fresca, di olive, formaggi e basilico odoroso mentre i piccoli negozi espongono le loro offerte più disparate all’aperto.
Qualche vicolo ci ricorda gli artigiani che hanno popolato la via, come il sarto che cuciva e rammendava con la sua Singer nel suo piccolo negozio affacciato sulla strada ma gli artigiani non sono scomparsi e nel retrobottega di qualche negozietto, potete ancora vederli all’opera.
Il vicolo del sarto Franco – artigiano de La Cruella
Via Indipendenza è la via dello shopping di Gaeta, piena di piccole tentazioni che vanno dal pellame al vestiario anche se al primo posto rimangono sempre i profumi e i sapori del cibo.
I nostri negozi all’aperto La Cruella
La lunga strada lastricata è intersecata da vicoli stretti che si spingono verso mare o verso monte, costruiti a spina di pesce per non agevolare l’intrufolarsi dei forti venti che arrivano dal mare.
Qualche piazzetta si apre all’improvviso come la prima che si incontra e che è oggi arricchita da un colorato murales e panchine a forma di libri che invitano a sedersi e godere il fresco. Durante il giorno ospita i venditori di pesce che sostano con il loro furgoncino ed espongono le cassette con i prodotti del mare mentre tutto intorno è un trionfo di esposizione di verdure fresche, collane di peperoncini, aglio e olive di Gaeta, tutti prodotti locali quasi sempre provenienti da coltivazioni proprie.
La Piazzetta Negozio di verdure e prodotti tipici Vendita ambulante del pesce
Nel pomeriggio la vendita del pesce si sposta lungo la darsena dei pescherecci che rientrano verso le cinque del pomeriggio inseguiti da stormi di gabbiani.
Tutto si anima al ritorno delle barche che rientrano al porto: le vecchie bancarelle del mercato del pesce rimanevano aperte dalle cinque di pomeriggio fino a sera, anche d’inverno ma da qualche anno la vendita avviene direttamente all’ormeggio delle paranze e nei negozi attorno.
La gamma di pesce fresco è infinita: pescespada, alici, polipi e tonno e poi calamari, gamberi, sgombri, saraghi, sarde e parnocchie.
È un mescolarsi di voci e richiami, il pesce viene scelto, pesato, incartato; viene scambiata qualche ricetta, consigli su come conservare l’acquisto appena fatto.
Le parnocchie vanno avvolte in carta da giornale e messe in frigo, se non vengono consumate subito, altrimenti perdono quel succo dolce che fa la differenza del sugo.

Nel lungo vicolo, il profumo della tiella di cipolle ti coglie alla sprovvista dopo mezzogiorno, mentre fai la spesa o forse mentre semplicemente passeggi al fresco durante le calde mattine estive.
È Enrico, tiellaro d’eccezione nel suo Forno Giordano aperto dal 1890, che sforna per dispetto proprio verso ora di pranzo per farti venire l’acquolina in bocca e il languore allo stomaco.
Quel profumo ti incanta, ti invita a seguirlo. Non è possibile resistere e in un attimo ti ritrovi circondato da altri profumi invitanti: quale sarà la tiella che porteremo a casa quest’oggi, quella di polipi o di verdure? O forse sceglieremo la semplice caso e ova, piatto povero da cui prese vita la famiglia delle tielle.
Non è azzardato infatti dire che proprio tra queste mura imbiancate è nata la delizia divenuta il piatto tradizionale di Gaeta – come la pizza lo è a Napoli – ed è proprio alla fine del X secolo che si trovano le prime tracce della pizza di Gaeta, proprio il periodo in cui nasce il Borgo.

Ma che cos’è la Tiella? Il suo nome arriva dal dialetto che indica la teglia dove viene cotta e la sua ricetta può sembrare semplice ma il palato dei gaetani coglie la differenza. Due sfoglie di pasta simile a quella della pizza racchiudono un ripieno che va dai polipetti alle verdure saltate con olive, dalle alici ai broccoletti e salsiccia… e non finisce qui!
La tiella è aperitivo, pranzo e cena messi insieme e lungo Via Indipendenza i posti che sfornano e vendono tielle si sono moltiplicati e sono tutte da assaggiare per trovare la differenza che sta tutta nella saggezza e nell’esperienza della lavorazione dell’impasto.
Reginella le preparava da anni solo per la famiglia ma ha deciso finalmente di condividerle e le sue tielle si affacciano tentatrici dalle vetrine del negozio che porta il suo nome.
Ma ogni affaccio su questo vicolo è un attentato alla gola con i suoi banchi di verdure e uova fresche, barattoli di Olive di Gaeta e Itri in salamoia e d’estate la pasticceria vende all’aperto le sue Francesine, cornetti e sfogliatelle ricce o lisce.
Le tielle di Reginella Reginella – Street food locale
Entrare in Via Indipendenza è come attraversare un confine invisibile con un mondo che ancora troviamo nelle nostre città del Sud fatto di volti, di panni stesi al sole e anziani seduti sulla soglia che chiacchierano.
Un mondo che si riempie di voci che si rincorrono dalle finestre affacciate sulla via e dei profumi che arrivano dalle cucine delle case.
Un mondo fatto di tanti Enrico e Reginella che in questo luogo sono nati e cresciuti, continuando a tenere vive le tradizioni e la memoria di un tempo che sembra svanire.


Reginella è una signora senza età – dal sorriso e la battuta irriverente sempre pronta – che crea tielle e meravigliose composizioni di ravanelli e broccoli.
È la prima persona che incontrate all’imbocco della via ed è impossibile tirare dritto senza fermarsi a fare due chiacchiere e due risate.
Quando le ho chiesto una fotografia mi ha chiesto… quanto mi dai? con un sorriso malizioso e poi si è messa in posa.
Se volete sentire l’odore del mare, il profumo delle tielle appena sfornate, le voci dei vicoli e i richiami dei venditori di pesce, il Borgo vi aspetta… e non dimenticate di salutare Reginella che vi regalerà una ventata di buonumore che vi accompagnerà per il resto della giornata!

VALERIA SIMEONE
Ciao a tutti! Mi chiamo Valeria e sono guida turistica abilitata e accompagnatore turistico.
Sono nata a Gaeta, un’incantevole cittadina sul mare ricca di storia e baciata da una natura spettacolare ma ho vissuto tanti anni tra l’Umbria, Bologna e nove dei miei anni più belli a Venezia. Sono poi tornata nella mia città e qui ho scoperto il mestiere più bello del mondo: un lavoro che mi ha fatto guardare la mia terra con occhi diversi e mi ha insegnato ad amare questi luoghi profondamente. Gli anni vissuti in giro per l’Italia mi hanno poi reso più facile e appassionante il lavoro di Accompagnatore Turistico che svolgo in tutta Italia per clienti americani e australiani.
Come Guida Turistica invece, lavoro nella Regione Lazio e più esattamente nella Provincia di Latina. Una Provincia giovane che ha riunito due mondi storicamente diversi: il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa: una terra ricca di storia, leggende e non solo. La chiamano La Riviera di Ulisse!
Perché questo nome? Lo scopriremo insieme ed esploreremo i luoghi più belli di questa terra incantata perché si sa… con la guida è TUTTaUN’aLTRaSTORIa!
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