In questo nuovo articolo vi vorrei accompagnare alla scoperta non un monumento della mia amata città bensì di una cantina, l’unica che ancora è aperta e che per noi aquilani è una vera e propria istituzione, uno di quei luoghi che ha visto crescere generazioni intere di aquilani dove ogni 24 dicembre a pranzo, prima del cenone con la famiglia, tutti si danno appuntamento per scambiarsi gli auguri e per rivedere amici che sono andati a vivere fuori e che per le festività tornano a casa.
Cos’è per noi “Ju Boss”? E’ L’Aquila! Se decidete di visitare la nostra città non potete assolutamente perdervelo!
Finalmente, dopo cinque anni di restauro, il 6 novembre scorso ha riaperto e noi ci siamo potuti riappropriare un di un pezzetto della nostra vita. Tutti noi aquilani ci abbiamo passato momenti indimenticabili, poi il terremoto… e infine sabato scorso la sua definitiva riapertura.
Tutto è rimasto dov’era e com’era, il bancone realizzato circa quarant’anni fa con legno proveniente da una chiesa calabrese, i tavoli fatti a mano da un sapiente artigiano locale e il monumentale camino che da sempre riscalda le gelide serate invernali aquilane.
Questo locale aprì la prima volta ben 129 anni fa e all’ora si chiamava “La cantina dell’uomo nero” poi nel 1931 fu acquistato da Mariano Massari, un minatore ritornato dagli Stati Uniti, e da quel momento prese l’attuale nome.
Ancora oggi, se avete voglia di farvi una partita a carte al “Ju Boss” è possibile e il tutto è accompagnato, spesso e volentieri, da ragazzi che suonano la chitarra e intonano o stonano delle canzoni, ma questo non ha importanza, quello che per noi conta è l’atmosfera familiare e conviviale che si respira.
Qui si danno appuntamento operai, artigiani, impiegati e professionisti ma soprattutto studenti universitari che prima di tornare a casa vogliono godersi un piacevole momento per scambiarsi due chiacchiere… il tutto, però, senza fare tardi perché intorno alle 21 il proprietario inizia a suonare un vecchio campanello per invitarci ad uscire e verso le 22 chiude definitivamente le porte come si faceva una volta.
Se vi è venuta voglia di passare una serata in compagnia degli aquilani mi raccomando non andateci di sabato sera o di domenica perché, ahimè, lo troverete chiuso. Sin dal 1931, la famiglia che lo gestisce ha deciso di non tenerlo aperto durante questi giorni e qui le tradizioni si rispettano.
E proprio nel nome delle antiche usanze vi potete portare anche il cibo da fuori e mangiarlo in compagnia del vino della casa che un tempo veniva allungato con la famosa gassosa. Io, però, vi consiglio vivamente di provare i loro semplicissimi ma gustosissimi panini fatti con della focaccia croccante e frittata della casa o con salumi tipici della zona.
Se amate l’atmosfera conviviale e familiare beh ci dovete per forza andare!



Foto da virtuquotidiane.it
Ciao, sono Carla, archeologa e guida turistica della regione Abruzzo e della provincia di Roma.
Sono nata a L’Aquila nel 1975 in pieno centro storico, in una delle strade più belle di questa meravigliosa città. L’Aquila mi ha formato, ha sviluppato il mio gusto per il bello e il piacere di scoprire l’antichità. È proprio questo mio amore che mi ha fatto decidere di diventare archeologa e poi guida turistica prima della regione Abruzzo e poi della provincia di Roma.
Alla mia città, a volte antipatica, a volte madre tenera, a volte respingente come quella notte di 11 anni fa che ha cambiato per sempre la mia vita e quella di tutti gli aquilani, ho promesso che avrei contribuito alla sua rinascita e fedele a questo impegno da quest’estate ho deciso di farla conoscere ai turisti ma soprattutto agli aquilani organizzando, almeno due volte a settimana, tour di un’ora circa che mi permettono di scoprire ogni giorno la ricchezza non solo storico-artistica ma anche gastronomica.
Che tipi di passeggiate organizzo? Cerco sempre di mostrare palazzi o monumenti difficili da visitare se non si è in compagnia di una guida amante dell’inedito; oltre alle passeggiate cittadine organizzo anche quelle nei dintorni non solo a piedi ma anche in bicicletta perché, da un paio di anni, ho deciso di abbandonare la macchina per i due pedali e io, il mio cagnolino Gerry, e la mia bici Guendalina andiamo ovunque alla ricerca del particolare.
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