Quando ancora la tv non era nemmeno qualcosa di vagamente immaginabile ed il palcoscenico era lo ‘schermo’ del divertimento per una privilegiata classe sociale, le piazze siciliane si animavano con le storie ed i colori di un teatrino itinerante a cui soprattutto i più piccoli non vedevano l’ora di assistere per ascoltare le avventure dei paladini di Francia: l’Opera dei Pupi!

Questa particolare forma di teatro è annoverata tra le tradizioni emblematiche della Sicilia, e perfino l’Unesco ne ha valorizzato l’importanza inserendolo nel patrimonio orale e immateriale dell’Umanità nel 2008 e non c’è turista al mondo che non ne conosca l’esistenza. Ma i suoi protagonisti, non chiamiamoli ‘marionette’.
Loro sono i PUPI, …anzi, i Pupi Siciliani! Attraverso le loro ‘recitazioni’, come se fossero dei personaggi animati da una propria vita, i pupi raccontano saghe e gesta cavalleresche medievali, poemi siciliani, storie di santi, o d’amore tra dame e cavalieri, affascinando oggi come due secoli fa, il vasto pubblico di adulti e bambini.



Ogni personaggio ha un nome (Carlo Magno, Orlando, Rinaldo, Angelica, i saraceni), perfino i draghi e i briganti ce l’hanno, e prendono vita dalle abilissime mani dei ‘pupari’, che non solo danno loro voce, movimento e pathos durante lo spettacolo, ma si occupano della sceneggiatura e soprattutto della creazione del ‘pupo’ fin dalla struttura in legno, agli abiti decorati, all’armatura finemente cesellata, copiando lo stile delle armature, i modelli e la struttura dai cavalieri rappresentati in pittura medievale e realizzando anche spade e corazze che talvolta conferiscono al pupo un aspetto fiero, sì, ma anche burlesco, con evidenti pennacchi di piume colorate.
Ogni componente della famiglia di pupari si forma fin da piccolo nell’arte teatrale dei pupi: ad ogni componente un ruolo, dalla musica alla scenografia, fino (da adulto) alla recitazione vera e propria.
Fin dall’Ottocento, con l’importanza sempre maggiore di questi spettacoli teatrali, per le classi meno abbienti l’arrivo dei pupi in piazza o in cortile era il momento più atteso della giornata: i pupari sfruttavano la suspense e coinvolgevano il pubblico dividendo la rappresentazione in più serate, che doveva necessariamente culminare con una eclatante scena di battaglia. Delle vere e proprie soap-opera in cui non mancavano certo nemmeno gli effetti speciali, per i quali venivano (e vengono tutt’oggi) utilizzati pupi particolari che, durante le battaglie, perdono la testa o si dividono in due, o ancora streghe che possono mutare volto e passare da un viso angelico alla maschera della morte.
In questi 2 secoli, però, si sono sviluppate due tipologie di pupi siciliani che fanno capo alle due maggiori città siciliane: Palermo e Catania, e dalle quali sono nate due scuole che distinguono i pupi nelle dimensioni e nei movimenti.
Il pupo palermitano è alto circa 80 cm, pesa circa 8-12 kg, può sfoderare la spada con un movimento del braccio e (la caratteristica più peculiare) può piegare il ginocchio e contribuire alle teatrali figure come un personaggio vivente: grazie al peso relativamente esiguo il puparo può gestire il pupo con diverse manovre dall’alto, nascondendosi dietro la scenografia e manovrando il pupo con un’asta di metallo che parte dalla testa, ed altre 2 collegate alle braccia (con cui alza e abbassa perfino la visiera dell’elmo quando si prepara ad un duello).
Il pupo catanese è alto circa 1,40 m e pesa 15-18 kg. Il ginocchio è rigido, in un unico pezzo di legno che possa aiutare il puparo a tenerlo in piedi e sopportare il peso. A causa di ciò infatti, è quasi impossibile gestire i movimenti dietro e quinte ed il puparo diventa così parte integrante dello spettacolo sulla scena.
Ancora oggi sopravvivono alcuni pupari che, con la loro famiglia, da 4 o 5 generazioni, trasmettono alle nuove le tradizioni di una volta, con spettacoli giornalieri nei teatrini d’origine. Tra queste, le famiglie Argento, Sanicola e Cuticchio a Palermo e la famiglia Napoli a Catania, contribuiscono a trasmettere ancora oggi stili e comportamenti del popolo siciliano come la cavalleria, il senso dell’onore, la difesa del debole e del giusto e a mantenere viva la tradizione dell’Opera dei Pupi.


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Sono Loredana Cannova, guida Turistica Sicilia, abilitata in francese e inglese. Appassionata viaggiatrice fin da bambina, mostro il legame con la mia terra anche nelle vesti di youtuber e decoratrice in cui esprimo l’energia dei suoi colori e tradizioni.
Partendo dal concetto che la Sicilia sia da vivere con tutti e 5 i sensi, vi svelerò il fascino della Sicilia attraverso aneddoti storici ed intrecci culturali… ma le mie grandi passioni sono Street food e tradizioni popolari: non lascerò mai andar via un visitatore senza avergli fatto vivere l’esperienza del buon cibo siciliano.
Passeggiate per Palermo o Tour di Sicilia, vi faranno lasciare quest’isola con la voglia di tornare.
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