Valmarecchia (RN) – Storia, storie e mille avventure

Ai piedi dell’Appennino Tosco-romagnolo, nella Provincia di Rimini, nella punta estrema della Pianura Padana, a pochi chilometri da quelle strade super trafficate nelle estati italiane, c’è una valle che offre ad ogni passo, un tesoro da scoprire, un angolo emozionante, una storia affascinante. Questa valle, che come dice il nome stesso, è la valle del Fiume Marecchia, che ha una storia secolare, e senza problema alcuno, la mette a disposizione del visitatore, facendogli fare un viaggio nel tempo, e recandogli anche omaggio, di una serie di altri spunti, culturali e naturalistici, in cui perdersi, o nei quali ritrovarsi.

Dalla sua storia affiorano ovunque Rocche e Castelli, ma anche mulini, per la farina o per la polvere da sparo, antichi borghi ormai dimenticati, arroccati sulle sponde del vecchio fiume, ponti, fontanili popolari, oppure città rinascimentali, le cui rovine sono ancora visibili “sulla cima del mondo”, ma anche tanto altro.

Dal punto di vista naturalistico, la valle nasce sul Monte Zucca, in Provincia di Arezzo, nel Comune di Badia Tedalda, dove sorge l’omonimo fiume, ai piedi dell’Alpe della Luna e del Monte Fumaiolo, e poi corre giù fino al mare, dove a Rimini, incontra appunto l’Adriatico, attraversando due regioni, Toscana ed Emilia Romagna, ed accarezzando i confini della Repubblica di San Marino, antica terra di libertà, e scivola via lungo i territori di ben dodici Comuni, da quelli di Badia Tedalda o Casteldelci, in montagna, a quelli di Santarcangelo di Romagna e Rimini, verso la sua foce.

Lungo il suo cammino, il fiume, nel corso dei secoli, ha scavato un territorio geologicamente interessante, numerosi infatti sono i Geositi in prossimità dell’alveo del fiume e dei suoi affluenti, traccie uniche della storia del nostro pianeta. Ha nutrito una valle che storicamente è stata ricca di avvenimenti, e a testimoniarlo le molteplici Rocche che si incontrano, dalla sorgente alla foce, e che ha fornito un passaggio agevole per l’attraversamento dell’Appennino, dal Tirreno all’Adriatico, come testimoniano i racconti di numerosi personaggi, più o meno famosi, che l’hanno percorso, in ogni era storica, e di cui restano ancora oggi numerose attestazioni.

Andando ad analizzare i tesori contenuti in questo scrigno, partendo dalla morfologia del territorio e dalle testimonianze che vi si possono trovare dal punto di vista geologico, notiamo subito come la valle sia costellata da massicci di natura calcarea, il Monte Fumaiolo, i Sassi Simone e Simoncello, i massicci dove sorgono imponenti San Leo, San Marino, Verucchio, Torriana, ma notiamo anche calanchi e pareti rocciose, affascinanti, dalle forme più curiose, composte da formazioni Marnoso-Arenacee, punti di interesse paesaggistico, che sono un po’ la Carta di identità di questa valle, che si è sviluppata dal Miocene, su un ampio strato di Argilla scagliosa.

Grazie ai regali che la formazione geologica del suo territorio gli ha fornito, sono nati poi insediamenti umani che tutt’oggi fanno bella mostra di sé, o di cui ancora oggi possiamo vederne le testimonianze, se decidiamo di regalarci una bella passeggiata, all’interno di questo territorio. Partendo dai ritrovamenti storici della Civiltà Villanoviana di Verucchio, agli incastellamenti di San Leo, San Marino, Pennabilli, Maiolo, Verucchio, Montebello e Torriana, Santarcangelo di Romagna, borghi che hanno arricchito la storia di questa valle con epiche battaglie, intrepidi condottieri, principi senza scrupoli, dame seducenti e Papi affaristi, e che l’hanno messa al centro della Storia della nostra Nazione in più occasioni, ma che sono stati dimora anche di artisti, poeti, scrittori, pittori, che hanno lasciato tracce di se, in ogni epoca storica, e che hanno arricchito, come non mai, l’offerta turistica di questa valle.

Oltre alla valle principale, ci sono valli derivate dei suoi affluenti maggiori, per esempio la valle del Fiume Senatello, che sorge a pochi chilometri di distanza dalla fonte del Marecchia, sempre nel massiccio del Monte Fumaiolo, ma che attraversa poi la valle opposta, e che oggi sono amministrativamente racchiusi nel bacino della Valle, e che anch’essi sono fonte di spunti di interesse culturale- naturalistico di primo piano, come il borgo di Casteldelci, ma anche quello di Sant’Agata Feltria, che sorge nella valle del Fiume Savio, opposto al Marecchia, che nasce anch’esso dal Monte Fumaiolo, e scorre giù fino al territorio Cesenate e Forlivese.

Va da se, che un territorio, così antico e così fertile, abbia anche numerose testimonianze di carattere religioso, , elemento che da sempre si accompagna con la vita dell’uomo, che vanno da luoghi di culto paleo-cristiani, a Pievi sorte con il sorgere dell’anno mille, Conventi e Monasteri, ricchi di chiostri silenziosi e affascinanti, che racchiudono opere d’arte uniche, chiese medievali e rinascimentali, testimonianze di una fede che non si è mai affievolita nel corso del tempo, e tutto ciò ci viene offerto dai borghi di San Leo, con le sue Chiese e i suoi conventi, con le storie legate a San Francesco o a Dante Alighieri, Verucchio, e il convento Francescano , Santarcangelo, e la sua Pieve millenaria, con origini che si perdono nel tempo, ma anche Badia Tedalda, Pennabilli, Novafeltria, Sant’Agata Feltria, tutti luoghi che hanno accolto migliaia di fedeli, e talvolta anche personaggi illustri, che hanno poi fatto la storia della nostra Nazione.

Lungo le rotte inoltre percorse dai religiosi di varia fede, sono nati oggi diversi sentieri, che percorrono i territori più intimi della valle, da quello di San Vicinio, che dal cesenate, attraversando Sarsina percorre poi i crinali che portano nell’Appennino Tosco-Romagnolo, a quello francescano che porta da Rimini a La Verna, lungo tappe che toccano fantastici Conventi, come quello di Verucchio o Sant’Igne a San Leo (luogo dove il santo ricevette in regalo da un ricco signore il sacro monte de La Verna).

Rimanendo nell’argomento dei sentieri, oltre a quello di natura religiosa, ci sono poi quelli legati al banditismo, oppure quelli legati alla triste vicenda della seconda guerra mondiale, evento che qui, nei mesi della ritirata sulla Linea Gotica, fece centinaia di vittime, per lo più donne e bambini, poi ci sono i sentieri naturalistici, fra boschi secolari di

querce, castagni, faggi, a scoprire vecchi borghi ormai totalmente in rovina ma sempre molto affascinanti. Percorrendo i numerosi sentieri, sicuramente potrete incontrare Luigi, ex medico condotto, ora grande camminatore e cantore delle bellezze della Valle, e a lui potrete fare tutte le domande possibili, non vi lascerà mai senza risposta, anzi dedicandovi una sua poesia, vi incentiverà a scoprire altri luoghi e altre bellezze.Accanto a questa costellazione di Borghi principali, attorno ruotano borghi “minori” e villaggi, la cui storia e il cui apporto culturale e naturalistico, non sono di secondaria importanza.

Fitto è l’elenco delle frazioni dei vari Capoluoghi, che conservano tesori emozionanti, ad esempio Bascio di Pennabilli, con la sua Torre che sorveglia tutta la valle, che ha dato i natali a Fra Matteo da Bascio, fondatore dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini, Petrella Guidi, che con la sua rocca controlla lo scorrere millenario del fiume, e che Tonino Guerra ha scelto simbolicamente come ultima terra di sepoltura per gli amici, Federico Fellini e Giulietta Masina, ma anche Montebello, che avvolta da un’aurea di mistero, attraversato dal fantasma di Azzurrina, fa bella mostra di se, nel versante di Torriana, e il Santuario della Madonna di Saiano, alle pendici di Montebello, a riprova di una vocazione mistica profonda, casa per molto tempo di monaci e di eremiti.

Nel corso dei secoli, la Valmarecchia, ha accolto e dato ospitalità a diversi artisti, poeti, primo fra tutti Dante Alighieri, ma anche Ezdra Pound, Umberto Eco, pittori come Giotto, Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Santi come il già citato San Francesco d’Assisi, ma anche come Leone e Marino, che una volta insediati in valle, hanno creato i borghi di San Leo e di San Marino, ma tanti sono anche, gli eremiti dai vari Eremi sparsi sul territorio appenninico.

La Valmarecchia è stata anche terra natale di Papa Clemente XIV, a Santarcangelo, e sempre il borgo romagnolo ha visto nascere lo scenografo Tonino Guerra, promotore delle tradizioni contadine romagnole, che ha avuto il merito di portare in valle artisti di tutto il mondo, grazie anche ai tanti amici e colleghi, primo fra tutti Federico Fellini, grande estimatore delle bellezze della Valle.

La sua originalità questa valle, la esprime anche nelle strutture che ospitano i viaggiatori, che possono scegliere fra incantevoli B&B, all’interno dei borghi o in punti estremamente panoramici lungo il territorio, dove il calore e la familiarità sono la base dell’accoglienza riservata, ci sono Palazzi Storici, risalenti al 1600 che ora sotto forma di eleganti e caldi Relais, offrono il massimo relax, con caldi dettagli naturali e un angolo sauna e benessere, che non si lascerebbe mai, o quelli Liberty, che con stucchi e dipinti, che fanno sognare e viaggiare con la fantasia, e poi ci sono gli Alberghi Diffusi, altra forma tipica di accoglienza nei territori dell’entroterra appenninico, che offrono una dimora, spesso storica, molte volte incorniciata dalla bellezza di questo o quel borgo, con attorno panorami mozzafiato.

Tutte queste strutture offrono, non solo il giusto riposo, ma anche mille altre attività, da quelle escursionistiche, a quelle gastronomiche, con visite a produttori locali di formaggi o salumi, da innaffiare con buon vino locale, bianco o rosso a scelta.

La valle è percorsa inoltre, e direi inevitabilmente, anche da mille leggende, tutte mozzafiato, tutte incredibili, con protagonisti realmente vissuti la cui vita è stata poi romanzata, come il Conte Cagliostro, al secolo Giuseppe Balsamo, imprigionato in quel di San Leo, genio dell’alchimia, che si narra, lasciate le spoglie terrene, sia stato seppellito in un luogo non ben definito per far si che i seguaci non andassero poi a riesumarne la salma, e mettere in atto chissà poi quale stregoneria, oppure Sor Nicola Gambetti, tenutario agricolo, suo discepolo, della valle di Casteldelci, salito alla cronaca, per aver aiutato a partorire la regina Margherita, in un parto che le cronache riferiscono molto difficile, e dove Gambetti invece riuscì, con la sola imposizione del suo nero cappello di feltro, e qualche formula magica.

Concludendo la carrellata dei tesori valligiani, non si possono dimenticare quelli naturalistici, in primis il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, che racchiude due regioni, Marche, Emilia Romagna e confina con la Riserva Naturale di Sestino, in Toscana, e che racchiude in sé Flora e Fauna emozionanti, in ogni stagione, Orchidee selvatiche, Lupi, Caprioli, Falchi e Aquile, e in cui, sulla sommità del Sasso Simone, durante il Rinascimento, si è addirittura cercato di far sorgere la città ideale, la Città del Sole, esperimento architettonico di cui ora si possono osservare solo pochi ruderi. Altro Parco è quello Naturale del Fiume Marecchia, in prossimità di Villa Verucchio, dove non è difficile incontrare Gru Cenerine o Cavalieri D’Italia, sorvolare il letto del fiume, in uno spazio dove organizzare pic-nic e escursioni domenicali, viene facile, viste le varie aree attrezzate e la piacevolezza del luogo.

Inoltre, sono molteplici i punti paesaggistici che offrono sguardi mozzafiato su tutta la valle, in ogni stagione, dai coloratissimi paesaggi primaverili, a quelli affascinanti, avvolti dalle nebbie in autunno, ai verdi paesaggi estivi dove il verde risulta quasi irriverente tanto è acceso e carico di vita, a quelli soffici dell’inverno, dove la bianca coltre ricopre tutto facendo risaltare cieli che lasciano senza parole.

I colori sgargianti di un’upupa

Insomma, qualsiasi sia la vostra curiosità, in qualsiasi stagione vi troviate, la Valmarecchia mette a vostra disposizione una serie illimitata di opportunità di svago, di accrescimento culturale, di momenti in cui stupirsi, e lo fa, elemento non di secondo piano, anche con tutte le sue offerte culinarie, basate su una cucina tradizionale, a chilometro zero, fatta di prodotti del territorio, che ormai sono eccellenze riconosciute ovunque, e che attirano turisti e estimatori tutto l’anno, per cui, non vi resta che decidere il quando, il PERCHE’ E IL DOVE VE LO OFFRE LA VALMARECCHIA!


GIANLORIS CRESTI
Nato a Rimini nel 1966, dopo gli studi di Ragioneria, per i quali non nutrivo un grosso interesse, ho iniziato ad occuparmi di Turismo e di Promozione, e negli anni ho iniziato a collaborare a livello amatoriale, con riviste mensili locali e riviste web, scrivendo articoli sulla mia valle, sulle sue tradizioni e la sua storia. Ottenute poi le qualifiche di Tecnico Marketing Turistico e di Promotore Turistico Territoriale, ho dato una svolta alla mia vita, accrescendo il numero di collaborazioni, anche come fotografo naturalista, una mia vecchia passione.
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