Palazzo di Dueñas è uno dei migliori esempi di residenza signorile a Siviglia, sia per il suo valore storico e architettonico, sia per l’importanza delle opere d’arte in esso contenuti.

Il nome Dueñas proviene dall’antico convento di Santa Maria de las Dueñas, antistante al palazzo, distrutto durante la rivoluzione del 1868.
Di proprietà della Casa d’Alba, il palazzo fu un’oasi di pace per doña Cayetana, la XVIII duchessa d’Alba, che qui passò gli ultimi giorni della sua intensa vita.
Alla morte della duchessa il figlio, don Carlos, attuale duca d’Alba, decise di aprire al pubblico il palazzo per restituire a Siviglia e ai sivigliani tutto l’immenso affetto da sempre professato a sua madre.
L’origine del palazzo risale agli inizi del XV secolo, quando la famiglia dei Pineda comprò alcune case, con i rispettivi orti, che furono unite per formare un unico palazzo gotico-moresco. Alla fine dello stesso secolo, questo palazzo fu venduto a Doña Catalina de Ribera, nobildonna andalusa, appartenente a una delle famiglie più influenti dell’epoca.
Doña Catalina, a cui si deve anche la costruzione di un altro dei palazzi più rappresentativi di Siviglia, Casa de Pilatos, acquistò questo edificio per darlo in eredità al suo secondogenito, Fernando Enríquez de Ribera. Catalina lasciò la sua impronta nelle opere di trasformazione del palazzo che, in una successiva ristrutturazione, avvenuta nella seconda metà del XVI secolo, acquisì un aspetto tipicamente rinascimentale.
Nel XVII secolo la residenza nobiliare passò ai duchi d’Alba, quando Antonia Enríquez de Ribera sposò Fernando Álvarez de Toledo, VI duca d’Alba.
La Casa d’Alba è un’importante famiglia aristocratica che ebbe origine nel 1429, anno in cui il I duca d’Alba, appartenente al lignaggio della Casa di Álvarez de Toledo, ricevette il titolo di signore della citta di Alba de Tormes.
Vari membri di questa famiglia ebbero un ruolo decisivo in importanti eventi storici. Tra questi ricordiamo la conquista del regno musulmano di Granada, nel 1492, durante la quale il II duca d’Alba fu uno dei principali artefici della capitolazione della città.
Nel 1802 il ducato d’Alba fu ereditato, insieme all’intero patrimonio, dal Duca di Berwick lontano parente della duchessa Maria Teresa Cayetana, deceduta senza figli. Da quel momento la famiglia porta il cognome di Fitz-James Stuart, utilizzato dai duchi di Berwick, discendenti di Giacomo II Stuart, re di Scozia e di Inghilterra.
Nel XIX secolo il palazzo visse un periodo di decadenza quando i duchi d’Alba decisero di suddividerlo in appartamenti, che furono dati in affitto a diverse famiglie. In una delle dépendance nacque il famoso poeta Antonio Machado, figlio dell’amministratore dei beni della casa d’Alba.
Nel XX secolo il palazzo fu sottoposto a diversi interventi di ristrutturazione quando i duchi d’Alba decisero di vivere stabilmente a Siviglia per alcuni anni.
Nella magnifica facciata che ci accoglie al nostro arrivo, si aprono le finestre delle stanze in cui alloggiarono personaggi illustri tra cui, Italo Calvino, i futuri re inglesi Edoardo VIII e Giorgio VI, Guglielmo Marconi, Grace Kelly, Ranieri di Monaco e Jacqueline Kennedy.
Iniziamo la nostra visita dalle scuderie, elemento fondamentale di ogni palazzo signorile. Queste conservano ancora la loro estetica originale e custodiscono una sella, con i relativi finimenti, appartenuta all’imperatrice Eugenia de Montijo, sposa dell’ultimo imperatore francese Napoleone III. Eugenia, sorella della bisnonna di Doña Cayetana d’Alba, fu sempre molto presente nella vita dei duchi.
Passando dalle scuderie raggiugiamo il Patio dei Limoni, dove è esposta una foto che ci mostra l’ex imperatrice ultranovantenne quando, nel 1920, soggiornò per l’ultima volta nel palazzo di Dueñas. Proseguendo il suo viaggio per Madrid, morì pochi giorni dopo nel Palazzo di Liria, residenza madrilena dei duchi d’Alba. Nella foto è anche ritratta la regina di Spagna, Vittoria Eugenia di Battemberg, di cui l’ex imperatrice era madrina.

Il Patio dei Limoni divenne famoso grazie a una poesia di Antonio Machado. Passeggiando lungo i suoi vialetti ci sembra di riascoltare le parole del celebre poeta che scrisse “L’infanzia son ricordi di un patio di Siviglia, e un orto chiaro dove maturano i limoni”.
Il Patio Principale del palazzo fornisce frescura, aria e luminosità ai saloni circostanti. Questo spazio, riccamente decorato con stucchi rinascimentali, è presieduto da una fontana centrale, circondata da una bella vegetazione.
Il nonno dell’attuale duca d’Alba trasformò questo patio in un giardino archeologico con importanti reperti tra cui spiccano la bocca di un pozzo almohade del XII secolo, teste e busti romani, un leone iberico e un’iscrizione legata alla fondazione della Torre del Carpio avvenuta nel 1325.
Un’elegante e imponente scalinata ci conduce al primo piano, dove troviamo la residenza privata della famiglia. Le pareti della gradinata sono decorate con piastrelle vetrificate di grande qualità, realizzate, nel XVI secolo, dai fratelli Pulido, massimi esponenti dell’arte della ceramica di Triana. Lo spettacolare soffitto, costruito anch’esso nel XVI secolo, è di chiara impronta moresca.
Il Salone della Gitana ci accoglie con una scultura di Mariano Benlliure che rappresenta una “bailaora”, mentre danza al ritmo di un palo flamenco. La sua figura gira attorno ad una spirale, accentuata dal mulinello formato dalle balze della sua gonna. La scultura è così curata nei particolari che sembra reale.

Tra le opere d’arte, d’inestimabile valore, contenute in questa sala, segnaliamo l’Epifania, un quadro del XVII secolo di Luca Giordano e il magnifico arazzo del XV secolo intitolato Gli amori di Mercurio e Erse.
La scena dell’arazzo è tratta dalle Metamorfosi di Ovidio e ritrae Mercurio mentre sorvola i campi dell’Attica. Durante il suo volo il dio scorge la bellissima Erse e s’innamora di lei.
Quest’arazzo è uno degli otto di una serie tessuta a Bruxelles in uno dei laboratori di tessitura appartenuti alla celebre famiglia di arazzieri dei Pannemaker.
Anche il salone, dal quale si accede alla cappella del palazzo, conserva un’importante collezione pittorica. Tra i quadri segnaliamo l’Incoronazione di spine di José de Ribera e il dipinto della pittrice italiana Sofonisba Anguissola, che ritrae il re Don Sebastiano, nipote dell’imperatore Carlo V. Sofonisba, la prima pittrice di successo del Rinascimento, aprì la strada alle pittrici che la seguirono.
Da questa sala si raggiunge anche il Salone dei Manifesti, le cui pareti sono decorate da numerosi poster, delle vere opere d’arte, dedicati ai due eventi principali della primavera sivigliana, la Settimana Santa e la Fiera di Aprile. In due vetrine si espongono anche il “traje de luz” (abito di luce) che Curro Romero regalò alla duchessa Cayetana, sua grande amica, e la cappa, riccamente ricamata, di un altro torero José María Manzanares.

La cappella è la zona del palazzo che ha meglio conservato il suo aspetto originale. Ha preservato la bellissima volta a crociera stellata con i piccoli stemmi araldici della casa d’Alba, che adornano le intersezioni dei costoloni, e con delle eleganti mensole a forma di angelo. La magnifica pala d’altare gotica si deve a Nero da Bicci, pittore fiorentino, che dipinse Santa Caterina da Siena tra i santi.
La Sala del Tablao espone oggetti, di diversa natura, testimoni di tutte le passioni della duchessa: la squadra del Betis, la tauromachia, il flamenco e la pittura. Lei stessa dipingeva quadri in stile naïf, ballava flamenco e assisteva alle corride nell’arena di Siviglia.

Nel Patio dell’olio, utilizzato come deposito per le grandi giare, si conservavano i raccolti e gli attrezzi agricoli. Su questo patio si affacciano le finestre delle abitazioni private della famiglia.
Terminiamo la visita del palazzo con il portico, l’antico ingresso, in cui don Carlos Miguel, duca di Berwick, espose la sua collezione di sculture classiche acquisita durante gli anni trascorsi in Italia.
I giardini, con alberi e piante provenienti da tutto il mondo, aumentano il fascino di questa dimora signorile che continua a svolgere un ruolo di primo piano nella vita della famiglia d’Alba e in quella della città di Siviglia.
Vi aspetto per visitare insieme le meraviglie della città!
Sono Giusy Serraino, guida accreditata dalla Junta de Andalucía. Nel 1994 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando come accompagnatrice turistica in giro per la Sicilia. Nel 2008 mi sono trasferita a Siviglia. Qui, grazie alla mia professione, continuo a coltivare le mie più grandi passioni, l’arte e la storia. Accompagno gruppi e clienti individuali alla scoperta di questa splendida città, di cui mi sono innamorata fin dal primo istante. Per me sarà un piacere farti conoscere la Siviglia più autentica!