Venezia d’autore –  La singolare storia della Riva degli Schiavoni

Riva degli Schiavoni è il nome del lungo tratto pedonale che costeggia la laguna da San Marco ai Giardini della Biennale.

Un tempo questa Riva non era così ampia, e soprattutto non era la tipica passeggiata che è oggi; era invece lo scalo delle navi commerciali che giungevano dall’Oriente.

Il Palazzo Ducale e la Riva degli Schiavoni

Questa era la vera porta d’ingresso alla città prima che la costruzione del ponte della Libertà ancorasse Venezia alla terraferma costringendoci ad entrare dal retro.

Qui attraccavano galee mercantili, tartane albanesi e bastimenti turchi, sulla Fondamenta si incontravano marinai orientali con braghesse, fez e scarpe a punta, e non c’erano certo alberghi di lusso, ma casotti di legno per lo stoccaggio delle merci, banchi di vendita all’ingrosso, squeri (cioè cantieri per il rimessaggio e la riparazione delle barche) e un incredibile viavai di merci e uomini, un intreccio di facce, lingue, e abiti che arrivavano da tutti i porti per scaricare prodotti di ogni genere, soprattutto alimentari: formaggi, pesce, animali vivi come agnelli, montoni, bovini.

Animali che per lo più giungevano dai Balcani, ed è per questo che la Riva prese a chiamarsi “degli Schiavoni”, perché con il termine Schiavonia si indicava la fascia costiera della Dalmazia (attuale costa croata e albanese), perché da lì venivano i soldati che servirono la Repubblica (e che divennero i più abili e fidati soldati della Serenissima).

E dopo aver scaricato le loro merci le navi ripartivano cariche di manufatti di metallo, di legno, ferro e di armi… insomma, un’immagine ben diversa da quella di oggi!

Di quel periodo resta memoria in un tipico piatto che si consuma ancora oggi a Venezia in occasione della Festa della Salute, il 21 di Novembre, e cioè la Castradina Sciavona, in pratica carne di montone essiccata e affumicata servita con brodo di verze, una ricetta importata dalla Dalmazia appunto.

La Castradina Sciavona

Ma c’è anche un altro retaggio della Schiavonia, una piccola parolina che usiamo tutti i giorni, e cioè la parola “ciao”, che deriva dal veneziano “sciavo”, che vuol dire “servo” (“servo” e non “schiavo”, ché la schiavitù a Venezia era stata abolita fin dal IX secolo) e si usava per salutare nel senso di “sono tuo servo”, “sono a tua disposizione”, quindi quando dite “ciao” a qualcuno, gli state dicendo “sono al tuo servizio”!

Tornando alla nostra Riva, questa fu allargata e lastricata una prima volta nel Quattrocento e poi ancora allargata nella misura che vediamo oggi nel Settecento. Nel frattempo erano stati costruiti diversi palazzi che oggi sono diventati alberghi, come il celebre Hotel Danieli, dove innumerevoli personaggi storici hanno alloggiato, e dove George Sand fece scalpore tradendo Alfred de Musset con  il medico dell’albergo, Pietro Pagello!

George Sand

Vi aspetto per scoprire insieme Venezia e le sue più inaspettate curiosità!


Walter Fano, nato da padre piemontese e madre veneta, ha vissuto per lo più tra Torino, Milano e Venezia, ma è in quest’ultima che si sente a “casa”. Appassionato di storia dell’arte decide di diventare guida turistica, ma con un’impronta meno accademica e più narrativa (le date e i nomi si dimenticano facilmente, le storie no). Crea l’associazione “L’altra Venezia” con l’intento di mostrare ai viaggiatori più sensibili e curiosi una Venezia meno turistica e più autentica.
Sito web: http://www.laltravenezia.it/

Rispondi