Bellunese de iure, ladina de facto e internazionale per vocazione. Questa è Cortina, una località turistica così famosa e di charme da venir sognata da molti sia d’inverno che d’estate. Questo luogo vanta infatti una posizione unica al centro della conca d’Ampezzo lungo la valle del Boite. Ma ciò che incanta il mondo intero sono le sue montagne chiamate Dolomiti (perché composte da una rara roccia chiamata dolomia) e dichiarate patrimonio UNESCO nel 2009.
Tuttavia, l’articolo di oggi non si soffermerà sui numerosi impianti sciistici o sulla moda cittadina, bensì presenterà dei luoghi storici meno conosciuti della zona, unendo anche alcune leggende che raccontano i misteri e le bellezze di questa area sospesa tra la terra e il cielo.

Cortina e le sue montagne sono state teatro di numerose battaglie violente nella Prima Guerra Mondiale tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico. Il 23 maggio 1915 il Regno d’Italia dichiara guerra all’impero Austro-Ungarico e occupa subito Cortina, difficilmente difendibile e situata non molto distante dal confine dell’epoca. Le truppe nemiche si ritirano quindi sulle montagne del Lagazuoi per proteggere le valli vicine e sbarrare il passaggio alle truppe italiane. Da quel momento le montagne dell’area diventano teatro di una guerra combattuta ad alta quota, ricca di trincee e sortite ma povera di mezzi e di strade, dove il freddo causava spesso più morti dei combattimenti tra fazioni.
Oggi, grazie alla collaborazione con gli ex-avversari, sono state restaurate le vecchie postazioni di ambo i fronti e sono nati dei veri e propri musei all’aperto della Grande Guerra nell’area del Lagazuoi, delle 5 Torri, del Sasso della Stria e del Forte Tre Sassi creando un polo museale che si estende per oltre 5 chilometri. A memoria di questi tragici eventi sono stati eretti numerosi ossari e sacrari in Italia. Uno di questi si trova proprio a Cortina.
Si tratta del Sacrario Militare di Pocol, progettato in epoca fascista dall’ingegnere Raimondi e completato nel 1935. Situato a 1535 metri di quota e ben visibile dal paese, si accede al complesso passando per un giardino e scendendo con una lunga rampa nello spiazzo dove si trova l’edificio. Si entra quindi all’interno di questa torre rossa, austera ed elegante allo stesso tempo – in linea con lo stile razionalista dell’epoca – dove sono conservate le spoglie di circa 10.000 soldati. Al centro della sala principale si trova il sepolcro del generale Antonio Cantore e del tenente Francesco Barbieri, entrambi medaglia d’oro al valore militare. Se non bastasse la motivazione storica per visitare il complesso, si consideri che il panorama visibile dalla torre è spettacolare sia d’inverno che d’estate.

Come già accennato in precedenza, Cortina si trova in una posizione unica e storicamente isolata. Forse per questo motivo la popolazione che nei secoli ha abitato la valle ha creato numerose leggende per cercare di spiegare o raccontare le realtà circostanti.
Esistono favole che raccontano la nascita delle stelle alpine, simbolo per eccellenza delle Alpi e quindi anche delle Dolomiti, così come fiabe che spiegano il colore caratteristico di queste montagne, capaci di cambiare durante l’alba e il tramonto diventando rosa-arancione. Tale fenomeno è dovuto alla particolare composizione rocciosa ed è chiamato “Enrosadira”. Sul sito web cittadino si può trovare la storia che spiega tale evento.
La leggenda narra di un magico regno dei nani governato dal re Laurino che aveva un magnifico giardino di rose sul Catinaccio. Il re aveva anche una bellissima figlia chiamata Ladina che venne rapita dal principe di Latemar. Quest’ultimo, infatti, incuriosito dalla presenza di quelle rose stupende in un luogo tanto aspro, si era inoltrato nel regno dei nani e alla vista della principessa non aveva esitato nel rapirla per sposarla. Laurino, disperato, aveva perciò maledetto i fiori che gli avevano fatto perdere la figlia e avevano rivelato la posizione del suo regno e ordinò loro di non fiorire più né di giorno né di notte, dimenticandosi però dell’alba e del tramonto. Da quel momento in poi, fu possibile ammirare le rose fiorite sulle Dolomiti soltanto al sorgere e al calare del sole.
Un’altra bella leggenda da scoprire è quella legata alla nascita del lago Misurina.
La leggenda narra la storia di Misurina, figlia unica e viziata del re della zona Sorapiss. Il re viveva per la figlia, essendo rimasto vedovo e giustificava qualsiasi comportamento della principessa a causa della prematura morte della madre. A un certo punto Misurina venne a conoscenza dell’esistenza di una fata che viveva nel vicino Monte Cristallo e che possedeva uno specchio magico. Misurina pregò a lungo il padre affinché ottenesse lo specchio e alla fine il re cedette e andò dalla fata con la figlia. La fata oppose resistenza di fronte a questa bambina capricciosa ma alla fine acconsentì davanti alle lacrime del re ponendo una condizione. La fata aveva infatti un bellissimo giardino sul Monte Cristallo che era perennemente minacciato dal calore del sole. Così la fata chiese al re in cambio dello specchio di accettare di trasformarsi in montagna per proteggere con la sua ombra il giardino. Il re acconsentì e quando Misurina ricevette lo specchio, Sorapiss cominciò a trasformarsi. Misurina si accorse improvvisamente di trovarsi in cima alla montagna che era suo padre e guardando in basso fu colta da un capogiro e precipitò nel vuoto. Il re Sorapiss, nei suoi ultimi istanti di coscienza, assistette impotente alla morte della figlia e dagli occhi ancora aperti sgorgarono così tante lacrime da formare un lago che prese il nome della figlia. E lo specchio? Esso cadde con Misurina e si infranse tra le rocce. Tuttavia, i frammenti furono trascinati dalle lacrime nel lago e da allora creano dei riflessi così magici da rendere questo luogo incantato e amato da tutti.

In conclusione, visitare oggi Cortina rappresenta ben più di una vacanza chic potendo contare su una forte identità locale che si è arricchita nel corso dei secoli senza perdere la sua bellezza.
Oggi la sfida più grande per questo luogo è proprio mantenere un connubio tra la vocazione internazionale – visto anche il futuro appuntamento con le Olimpiadi nel 2026 – e la custodia dei valori locali e delle bellezze naturali. Un esempio di questa dualità è che il visitatore potrà scegliere tra passeggiare lungo il famoso corso Italia, vedendo i locali, i negozi e gli hotel più esclusivi delle Dolomiti oppure sciare e fermarsi poi a mangiare in una baita in mezzo alle montagne o scendere in una malga e trovarsi in un ambiente semplice ma caratteristico. Lascio a voi la scoperta!
Mi chiamo Francesco Munari e sono un giovane economista specializzato nell’ambito culturale e sostenibile. Mi piace ricercare le cose belle e lavoro per valorizzarle. Provengo da una famiglia di designers veneti e a questo background ho aggiunto gli studi universitari economici, artistici ed ambientali. Avere un profilo così ibrido mi consente non solo di analizzare ciò che mi circonda con occhi sempre nuovi ma anche di vedere sinergie dove altri non le vedrebbero. Sogno di gestire un sito UNESCO con impatto zero sull’ambiente.
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