Ancona e il Lazzaretto

Benvenuti ad Ancona, l’Ankon dorica, “il gomito sul mare”, di cui scopriremo oggi uno dei suoi monumenti più importanti: il “Lazzaretto” o “Mole Vanvitelliana”.

In realtà, la Mole Vanvitelliana di inizio Settecento rappresenta l’ultimo, in ordine cronologico, dei Lazzaretti che vennero costruiti in città: essa venne infatti preceduta da altre due costruzioni.

Il primo lazzaretto, chiamato “Rocca del Porto”, venne edificato nell’area portuale all’inizio del 1500 e rinnovato ed ampliato più volte nel corso dello stesso secolo.

Il secondo, risalente invece al 1570, era stato innalzato nei pressi dell’attuale Porta Pia, aperta a sua volta a fine Settecento, in seguito ai lavori che erano stati effettuati per la costruzione della nuova strada che permetteva, a chi arrivava da nord, l’accesso ad Ancona.

Questo “Lazzaretto nuovo”, così era chiamato ed era utilizzato ovviamente nei periodi di epidemia, per la quarantena, dai documenti giunti sino a noi, risulta essere stato molto bello: aveva una pianta a “volo di uccello”, con scarpata ed altre opere di raffinata architettura, ma purtroppo nulla è rimasto a testimoniarne oggi la sua antica bellezza.

I secoli passarono, fino ad arrivare ai primi decenni del 1700 e a Papa Clemente XII, che dopo aver reso la città “porto franco”, commissionò l’architetto Luigi Vanvitelli con opere edilizie soprattutto inerenti all’ammodernamento del porto, per contribuire alla ripresa della città e dell’attività portuale, con scambi e traffici mercantili, che erano stati alla base dell’economia di Ancona sin dalla sua fondazione.

Il primo lavoro che venne commissionato al grande architetto fu proprio quello della costruzione di un nuovo Lazzaretto, che, oltre ad avere funzione sanitaria con quarantena di persone e merci, assolvesse ad alcune funzioni militari: era una fortezza pentagonale all’interno del porto stesso, con mura di cinta, camminamenti di ronda, 8 cannoniere radenti a pelo d’acqua, torrette di guardia e sperone lato mare con “rivellino” (detto il “Rivellino del Lazzaretto”).

Ovviamente la funzione principale restava quella sanitaria; anche la sua architettura rispondeva principalmente a questa esigenza. Dopo la progettazione e l’edificazione di un’isola artificiale, Vanvitelli vi innalzò il Lazzaretto, distante 60 metri dalla terra ferma alla quale era collegato tramite 2 porte con annessi ponti. Alcune porte più piccole invece, lato mare, permettevano lo scarico di uomini e merci direttamente all’ interno del Lazzaretto, senza che nessuno entrasse e contaminasse il porto e la città. Era perfetto anche dal punto di vista dell’autosufficienza: vi era un sistema di canali per la raccolta dell’acqua piovana in una cisterna, per l’approvvigionamento idrico dei malati, mentre le acque contaminate si scaricavano direttamente in mare.

Poteva contenere fino a 2.000 persone, i locali interni erano adibiti proprio alla quarantena dei passeggeri, quelli esterni, lato mare, invece erano utilizzati come deposito per le merci. Al centro, nel cortile, era stato eretto il tempio, anch’esso pentagonale, dedicato a San Rocco (invocato contro la peste e le epidemie), in modo tale che tutti, dalle proprie stanze, senza uscirne e contaminarsi l’un l’altro, potessero assistere alle funzioni religiose.

Vanvitelli, prima di progettare il Lazzaretto di Ancona, visitò quello di Venezia, Livorno, Genova, Marsiglia, e studiò per un anno, parlando anche con i capitani del porto e con quelli di passaggio, le correnti del tratto di mare di fronte Ancona, prima di dar avvio ai lavori per il prolungamento e l’ampliamento dell’antico molo romano-medioevale (lato nord).

Il cortile con il tempio

Oltre al grande architetto Luigi Vanvitelli, vi voglio ricordare un altro importante personaggio che si trovò per caso a passare e restare per un periodo di quarantena nel Lazzaretto di Ancona: il veneziano Giacomo Casanova!

Arrivato ad Ancona con una nave veneziana, costretto a restare in quarantena al Lazzaretto , causa epidemie scoppiate nel nord Adriatico , pur se giovanissimo, aveva già cominciato ad assaporare i piaceri del corpo… durante i giorni di reclusione al Lazzaretto, notò la bellissima schiava greca di un mercante di tappeti turco, riuscì a farsi notare e tacitamente i 2 si dettero appuntamento per una notte. Il loro incontro segreto e nascosto, pieno d’ardore e di passione, fu interrotto però sul più bello, perché il guardiano notturno, si insospettì con degli strani rumori… La schiava greca riuscì a scappare senza essere vista, Casanova se ne tornò sconsolato nella sua stanza, sperando di rincontrare al più presto la bellissima, sensuale schiava. Ma il giorno dopo, del mercante e della sua schiava non ve ne era più traccia… Casanova, in quell’occasione si mise il cuore in pace, terminò la quarantena, ma, nel corso della sua vita, tornò ancora 2 volte nella città dorica senza risparmiarsi amori e passioni…

Ma torniamo al nostro Lazzaretto e alla storia più recente: nel 1918, una notte di aprile, alcuni militari sabotatori della marina asburgica, tentarono di entrare al porto di Ancona, per affondare le navi italiane e impossessarsi Mas (motoscafi armati siluranti), ma all’altezza del Lazzaretto, 2 guardie di finanza, insospettite, li fermarono. Uno di loro, durante lo scontro, fu ferito, ma l’altro riuscì a dare l’allarme e il tentato sabotaggio fu sventato. A ricordare l’evento e i 2 coraggiosi finanzieri, venne posta una targa, su una delle mura esterne del Lazzaretto.

Intanto, nei secoli, il Lazzaretto abbandonò via, via, la sua funzione sanitaria, venne utilizzato come ospedale per i soldati, come caserma / tribunale / e luogo di esecuzione durante l’occupazione delle truppe austriache tra il 1831 e 1849, nel 1853, gli austro-pontifici vi fucilarono 9 patrioti risorgimentali, e nel settembre del 1860 venne invece occupato dai bersaglieri che resistettero ai colpi del fuoco delle truppe pontificie, proveniente dalle altre fortezze di Ancona e dalla stessa Porta Pia.

Dopo l’Unità d’Italia, divenne sede di manifattura e deposito di tabacchi, di zuccherificio, fino ad essere definitivamente restaurato ed oggi nelle sue sale, si tengono, durante tutto l’anno, mostre e esposizioni di ogni genere, festival di cinema anche a carattere internazionale, convegni, incontri, concerti, spettacoli; in estate si utilizza anche il suo suggestivo cortile per i vari eventi; infine ospita permanentemente l’interessante Museo Omero, un museo tattile per i non vedenti, con la riproduzione delle più importanti opere d’arte e monumenti del mondo intero.

Presepe al porto

Vi aspetto per scoprire insieme questa bellissima città!


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Ciao, mi chiamo Cristina, lavoro nel turismo da 30 anni e dopo aver viaggiato qua e là per il mondo, per lavoro, sono tornata nelle Marche, nel mio paese, in collina, decisa a restare e far conoscere agli altri le meraviglie di questa discreta terra. 
“L’Italia in una regione”. così la definiva Guido Piovene nel suo libro “Viaggio in Italia” e non si sbagliava, infatti in pochi km di territorio troviamo di tutto: dalla costa con il suo mare e le sue spiagge di sabbia o le baie rocciose del Conero, alle affascinanti montagne dell’Appennino Umbro-Marchigiano, ricche di tradizioni e leggende, alle dolci colline con le “città balcone”, da cui godere di panorami mozzafiato!
Poi ci sono le città, ricche di arte, di storia, le chiese, quelle discrete e affascinanti romaniche, le abbazie nascoste, gli importanti santuari, come quello di Loreto, i parchi archeologici, i parchi naturali protetti, i piccoli incantevoli paesini e i borghi di collina e a completare e deliziare il tutto, l’ottimo cibo tipico di questa terra e i vini bianchi (in primis il Verdicchio) e rossi, prodotti nelle colline, a darci un po’ d’allegria.
Premesso tutto ciò, svolgo con passione il mio lavoro di guida turistica, anche in lingua francese, da 20 anni, da Ancona, a Loreto e Recanati, Jesi, Fabriano, Arcevia, Corinaldo, Numana, Sirolo, e tutto il territorio della provincia di Ancona, compresi i musei o le raccolte d’arte sparse nel territorio un po’ ovunque.
Collaboro anche con i Traghettatori del Conero e in estate potrete approfittare di un’escursione in barca per ammirare dal mare, delle bellezze della riviera del Conero.
Infine, da alcuni anni, sono anche istruttore guida in italiano, alle Grotte di Frasassi, tra i complessi ipogei più belli al mondo.

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