Ruote e Ruoti – Le ciclovalli bergamasche

Con l’itinerario di oggi pedaleremo in Lombardia, muovendoci su e giù tra la pianura e le Prealpi, seguendo la strada più facile ed immediata, le cosiddette “vie d’acqua”, lungo le sponde di fiumi (Brembo, Serio ed Oglio) e laghi (Iseo) dove le pendenze sono più dolci e la vista più piacevole.

La traccia gpx proposta (scaricabile cliccando qui) parte dalla stazione di Bergamo e termina alla stazione di Palazzolo sull’Oglio (BS), in modo da favorire chi vuole raggiungere l’itinerario trasportando in treno la propria bicicletta.

Il livello di difficoltà è medio-basso: ci sono delle salite, ma con pendenze e dislivelli leggeri ed inoltre gran parte dei 180 km è su pista ciclabile dedicata.

Per chi se la sente di impegnarsi di più, tuttavia, sono possibili delle deviazioni interessanti  su alcune delle classiche salite della zona: Val Taleggio, passo San Marco, Selvino, Zambla, Val Cavallina… Googlare per credere!

Tappa 1: Val Brembana

Da Bergamo a San Pellegrino Terme – lunghezza 58 km; dislivello 850m

Se sei nato alla sinistra del Garigliano, probabilmente conoscerai la Val Brembana solo tramite il film “Totò, Peppino e la Malafemmena” ed invece questa valle esiste veramente e verrà scoperta assieme in questa prima tappa. Il ghisa che la nomina nella famosa scena di fronte al Duomo di Milano, forse ci andava in gita domenicale, in auto oppure in treno, dal momento che, quando è stato girato il film negli anni ‘50, era ancora attiva la linea ferroviaria che collegava Bergamo a Piazza Brembana. Quella linea è stata dismessa nel 1966 ed oggi, sul suo posto è stata progressivamente realizzata una pista ciclabile, offrendoci una possibilità decisamente più lenta e piacevole di visitare la Valle, così come fatto su altre tratte dismesse in Italia (scoprile cliccando qui).

La Ciclovia della Val Brembana è percorribile per 30 km da Almè a piazza Brembana, pedalando sui viadotti e sulle gallerie dove un tempo passava il treno e con uno sguardo costante sul fiume Brembo, che dalle Alpi Orobie, sfocia nell’Adda, altro fiume affiancato da un lungo percorso ciclabile. In alcuni punti è anche possibile posare un attimo le bici per un rinfrescante bagno nelle acque gelide.

L’inizio della ciclovia ad Almè dista circa 12km dalla stazione di Bergamo, raggiungibili attraversando un tratto della Ciclo-pedonale dei Colli di Bergamo, un percorso che si inserisce tra la fascia urbanizzata e l’area collinare, attraversando campi e boschi, sempre affiancate da rivoli e torrenti ed in cui si fa fatica a credere di essere così vicini alla città.

I principali paesi della valle sono Zogno, dove la ciclabile si interrompe e bisogna proseguire sulla viabilità ordinaria, San Giovanni in Bianco, dove è possibile deviare per la Val Taleggio, piazza Brembana, capolinea della ciclabile, ed infine San Pellegrino Terme, il centro turisticamente più conosciuto ed in cui suggeriamo di fermarsi a dormire, dopo aver ripercorso in discesa un pezzo della Ciclovia.

Ex-stazione ferroviaria di Zogno

Il percorso termina proprio in corrispondenza del Casinò Municipale, edificio realizzato in stile liberty agli inizi del ‘900, periodo in cui San Pellegrino si è affermata come meta turistica, ed a cui risalgono anche il Grand Hotel San Pellegrino, lo stabilimento dell’omonima acqua minerale ed altre ville private, sempre in stile liberty.

Le terme nuove sono state rilevate dalla società QC, che le gestisce offrendo ai visitatori servizi moderni in un’architettura storica imponente, un mix tra passato e presente.

Tappa 2: Val Seriana

Da San Pellegrino Terme a Clusone – lunghezza 63 km; dislivello 760m

In questa seconda tappa, torniamo a Bergamo e ci spostiamo verso Est, risalendo una valle parallela alla Val Brembana: la Val Seriana. I primi 30km sono gli stessi della tappa precedente, ma affrontati in direzione opposta, in modo da raggiungere Clusone, seguendo il percorso con minore pendenza. L’alternativa è scollinare uno dei passi che separano le due valli (Selvino o Zambla), ma si tratta di salite impegnative per ciclisti abbastanza allenati.

La Val Seriana prende il nome dal fiume Serio che, analogamente al Brembo, nasce dalle Alpi Orobie e sfocia più a Sud nell’Adda, dalle parti di Cremona. L’itinerario della seconda tappa possiamo definirlo il gemello del giorno precedente, si risale la Ciclovia della Val Seriana, realizzata lungo il tracciato della vecchia linea ferroviaria dismessa alla fine degli anni sessanta ed oggi sostituita da una linea tranviaria che corre parallela alla ciclabile.

Nella parte iniziale, dove la valle è più ampia e pianeggiante, passiamo da Bergamo, Alzano Lombardo e Nembro, località in cui già nell’Ottocento erano presenti industrie, per lo più tessili che sfruttavano le acque del fiume. Pedalando si riescono a scorgere, canali, salti idrici e varie opere, sia recenti che di Archeologia Industriale.

Nel secondo tratto, da Vertova a Clusone, il paesaggio cambia e diventa più montano, il corso del fiume si fa più stretto ed impetuoso e le acque chiare invitano ad una sosta rinfrescante.

A circa metà del percorso c’è il luogo più incantevole della valle e che merita una sosta: le cascate della Val Vertova, soprannominate le Maldive di Bergamo. Per visitarle bisogna lasciare la Ciclovia e prendere via dei Cinque Martiri, per circa 3 km, fino ad un agriturismo dove termina la strada asfaltata ed inizia una rete di sentieri e dobbiamo lasciare le biciclette e proseguire a piedi, a meno che non si abbiano delle agilissime mtb e non sia uno dei giorni di punta, in cui i sentieri sono vietati alle due ruote.

Il sentiero più breve e facile conduce alle già citate cascate in circa un chilometro. Si cammina su una strada lastricata, che accompagna il torrente Vertova fino alle sorgenti. La valle, da un punto di vista geologico, è composta principalmente da dolomia, una roccia dura simile al calcare che erosa dall’acqua forma gole, cascate e pozze d’acqua dai colori intensi. Insomma una passeggiata piacevolissima per i cinque sensi, per la bellezza del paesaggio, per lo scrosciare delle acque, per il fresco della fitta vegetazione.

Tappa 3: Lago di Iseo

Da Clusone a Palazzolo sull’Oglio – lunghezza 66 km

Partiamo da Clusone, “capolinea” della Ciclovia della Val Seriana, per spostarci ancora più ad Est. Si inizia con una discesa di una decina di chilometri, su strada ordinaria fino a Lovere, uno dei principali centri sul lago di Iseo, che con il suo lungolago e le stradine strette adagiate sul fianco della collina fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.

Il lago di Iseo, Sebino per i latini, è uno dei grandi laghi prealpini del Nord Italia, adagiato tra le provincie di Bergamo e Brescia. Sulla sponda bresciana è presente un percorso ciclabile, tutto in sede protetta, che lo attraversa da Nord a Sud, e corrisponde alla parte più bella e suggestiva dei 280 km della Ciclovia dell’Oglio, che collega il monte Tonale con il fiume Po.

Il percorso si sviluppa praticamente sulla sponda del lago, tranne per brevi tratti in cui devia più verso l’interno in corrispondenza di spiagge o stabilimenti balneari ed è quindi completamente pianeggiante e rilassante. In particolare il tratto iniziale tra Pisogne e Vello è ad uso  esclusivo di bici e pedoni, le auto sfrecciano invisibili in una galleria più all’interno, ed è dove si può godere meglio il panorama del lago.

La sua origine, come gli altri laghi alpini, è glaciale, cioè è stato scavato dall’erosione di antichi ghiacciai non più presenti a queste basse quote, per cui risulta molto stretto, lungo e profondo, con i rilievi che lo delimitato che cadono a picco sulla sua superficie. Non è proprio come quel ramo molto più famoso che volge a Mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, ma l’origine è simile e la sua bella figura la fa.

Una meta interessante del lago di Iseo è la sua isola lacustre, Monte Isola (descritta più in dettaglio qui https://postiepasti.com/2021/07/03/brescia-monte-isola-lago-iseo/) che è anche la più grande isola lacustre d’Europa. Forse qualcuno la ricorderà perché nel 2016 è stata protagonista di un’installazione artistica temporanea “Floating Pier”, una serie di alcuni galleggianti che la collegavano alla terraferma permettendo ai visitatori di raggiungerla letteralmente camminando sull’acqua.

L’installazione è stata rimossa ed oggi per visitare l’isola, non rimane che caricare la bici su un traghetto, esplorarla e magari salire al santuario della Madonna della Ceriola, proprio sulla cima di Monte Isola, per chi se la sente di affrontare questa deviazione.

Mont’Isola

Se, invece, vi accontentate di ammirarla dalla riva, proseguendo sul percorso si attraversa Iseo, centro medievale che dà il nome al lago, la Riserva Naturale Torbiere del Sebino ed infine Sarnico (BG) e Paratico (BS), le ultime due località posizionate sulle rive opposte dell’Oglio, nel punto dove il fiume è emissario del lago.

Da qui per raggiungere la destinazione finale (e quindi il treno che ci riporterà a casa), mancano ancora una decina di km, da pedalare lungo la parte bassa della ciclovia dell’Oglio. In realtà allontaniamo il fiume dalla vista e attraversiamo le dolci colline e le campagne coltivate a Franciacorta. Un bel bicchiere può essere il modo migliore per concludere questa ciclovacanza!

Vigneto di Franciacorta

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Gerardo Della Greca
Classe 1981, salernitano di nascita e residente a Milano da una decina d’anni. Ho da sempre la passione per i viaggi, il cibo, la bicicletta e l’ambiente, che racconto sul mio blog Ruote e Ruoti. Organizzo “pubblicamente” escursioni in bicicletta, di uno o due giorni, da volontario per alcune associazioni di cui faccio parte o per la scuola dei miei figli.
Sul blog racconterò soprattutto le mie esperienze, come ciclo-viaggiatore o come ciclista urbano, sperando di farvi conoscere il piacere di un bel giro in bicicletta e di una bella mangiata e bevuta al termine della pedalata. Se convincerò un solo lettore a mettersi sui pedali, mi riterrò completamente realizzato!

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