Finestra sull’Arte – Lavinia Fontana: Minerva in atto di abbigliarsi

Minerva in atto di abbigliarsi, 1613, Roma, Galleria Borghese.

Tradizionalmente, le donne sono sempre state fra i soggetti preferiti di rappresentazione nella storia dell’arte. Sono state dipinte infinite volte come simboli eccelsi di bellezza, eppure il loro ruolo come creatrici di opere d’arte è stato costantemente subordinato a quello dei loro colleghi maschi. Ciò vale soprattutto per i periodi del Medioevo, Rinascimento e Barocco, quando l’arte era quasi esclusivamente un dominio degli uomini: spesso le donne erano costrette a lavorare nell’anonimato o addirittura ad assumere pseudonimi maschili.

La pittrice manierista Lavinia Fontana è ampiamente considerata una delle prime artiste donne a costruirsi una carriera indipendente. Suo padre, Prospero Fontana, era un eminente artista di Bologna, la città dove nacque Lavinia. Fin da piccola Lavinia coltivò la passione per l’arte e poté ammirare le opere di Raffaello e del Parmigianino, oltre a beneficiare degli attenti insegnamenti del padre, il quale – come riferisce il biografo secentesco Filippo Baldinucci – “volle che ella, tralasciando gli umili esercizi ai quali per lo più vien condannato il suo sesso, si desse agli studi del disegno, nei quali fece tal profitto da diventare eccellente pittrice”.

Lavinia Fontana fu una rarissima eccezione nel panorama del Manierismo. Fu una ritrattista prolifica e ottenne un discreto successo nelle commissioni pubbliche e private. Le pale d’altare per le chiese di Roma e Bologna generarono nei suoi confronti un apprezzamento solitamente riservato agli artisti uomini.

Oggi molte delle sue opere sono in condizioni precarie, ma Minerva in atto di abbigliarsi mostra vividamente le sue qualità artistiche.

Il quadro fu eseguito da Lavinia nel 1613 quando si trovava a Roma, come suggerisce la cupola della basilica di San Pietro visibile sullo sfondo. Il soggetto rappresenta un’insolita raffigurazione di Minerva, dea della sapienza e delle arti, protettrice secondo la mitologia delle tessitrici a cui sembrano alludere le pregiate stoffe che la divinità sta per indossare. Ai suoi piedi, si riconoscono lo scudo e un’armatura che insieme alla civetta, raffigurata sul davanzale tra rami d’ulivo, e l’elmo, tenuto in mano dall’amorino, rientrano tra i suoi tipici attributi iconografici. Secondo Silvia Urbini, il soggetto di questo quadro affonda le sue radici ne Le imagini degli Dei degli Antichi di Vincenzo Cartari e nelle Symbolicae questiones di Achille Bocchi, testo pubblicato a Bologna nel 1555, arricchito da diverse incisioni di Andrea Alciati e Giulio Bonasone che probabilmente ispirarono il tema di questo quadro.

Lavinia Fontana riuscì a rappresentare sulla tela i caratteri tipici della pittura manierista del periodo. Morì a Roma nel 1614, lasciando quello che è considerato il più ricco corpus di opere di un’artista donna attiva prima del 1700.

Dettaglio dello sfondo con la cupola di San Pietro e l’elmo tenuto dell’Amorino.
Le pregiate stoffe, lo scudo e l’armatura di Minerva.

Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!
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