La Riserva Naturale “La Fagiana” di Pontevecchio (MI)

Una passeggiata nei boschi del Parco del Ticino

Ci sono tanti luoghi all’interno del Parco Lombardo della Valle del Ticino molto belli paesaggisticamente e importanti dal punto di vista naturalistico. Uno di quelli che vale sicuramente la pena visitare è la Riserva Orientata “la Fagiana” a Pontevecchio, frazione di Magenta.

Fin dall’antichità il territorio che oggi fa parte della riserva naturale del fiume Ticino è stato utilizzato per la caccia. Tuttavia la caccia era riservata ai nobili, era un privilegio a loro destinato in cui i territori erano spesso dati in dono o per stabilire alleanze, ed erano severamente controllati per evitare il bracconaggio. Tanto è vero che nel 1808 i Savoia istituirono il corpo dei “Guardiacaccia Reali”.

Fu Vittorio Emanuele II a rinunciare a questo privilegio, liberando la caccia o cedendo alcuni territori a terzi. Così nacque la riserva di caccia “La Fagiana” che divenne presto una delle più famose della zona, perché i vari proprietari che si succedettero la arricchirono di foresterie per gli ospiti e di una lussuosa villa, che ospitò gli illustri protagonisti della società del primo Novecento.

La villa venne purtroppo distrutta in un bombardamento il 4 gennaio 1945 e il luogo iniziò il suo lento ma inesorabile degrado.

Nel 1974, con l’istituzione del Parco Lombardo della Valle del Ticino, la caccia venne vietata qui e nelle zone più pregiate e successivamente, nel 1984, parte della riserva, circa 500 ettari, venne acquistata dal Parco.

Nel tempo i vecchi edifici vennero trasformati, tanto che oggi nel cuore della riserva è presente il Centro Visitatori, una sala per conferenze, un’area pic-nic e l’incubatoio ittico, per il ripopolamento delle specie ittiche in difficoltà come lo Storione Cobice, la Trota marmorata e il Pigo.

Incubatoio ittico

Questa è la storia della “Fagiana” ma per apprezzare davvero questo luogo vi consiglio di fare una bella passeggiata e scoprire tutta la natura meravigliosa che qui è contenuta e vi incanterà ad ogni passo!

Il periodo migliore per una passeggiata è proprio quello che sta per arrivare: l’inizio della primavera. Assistere al risveglio del bosco con tutti i sensi all’erta è un’esperienza un po’ magica.

Campanellino (Leucojum vernum)

I sentieri sono semplici da seguire, pianeggianti e adatti anche ai bambini. Non occorre una particolare attrezzatura, sono sufficienti delle scarpe da trekking o da ginnastica adatte all’attività all’aperto e, se lo avete, un binocolo per le osservazioni.

Avrete l’occasione di vedere i primi germogli sugli alberi e ammirare i primi fiori spuntare nel sottobosco: tappeti violacei di pervinche o bianchi di anemoni, i bucaneve e i campanellini, il particolare dente di cane, i profumatissimi mughetti e tanti altri.

Un tappeto di pervinche (Vinca minor) e colombine (Corydalis cava)

Tanti sono gli animali che popolano questo luogo, ma spesso non è semplice vederli perché sono schivi… e noi siamo troppo rumorosi! Ci sono molti caprioli, visibili al mattino presto o al tramonto, cinghiali (che sarebbe meglio non incontrare), scoiattoli e tanti uccelli. Sicuramente l’avifauna è molto presente e qui più facile da osservare ma bisogna mettersi in ascolto, in attesa e in silenzio. Sono presenti molti passeriformi come pettirossi, cinciarelle, cinciallegre, varie specie di picchio e qualche poiana in volo.

Cinciallegra

Durante la passeggiata potrete passare attraverso vari ambienti, dal bosco al fiume, passando anche per i prati aridi e le zone umide. Vi lascio qualche esempio di cosa potrete vedere:

LA FORESTA DI QUERCE è un esempio della “tipica foresta planiziale Padana” ovvero quella che fino a 3.000 anni fa occupava la pianura Padana. Qui potrete trovare l’imponente farnia (la quercia europea), il ciliegio selvatico, l’olmo e il carpino bianco. Questo ambiente è fortemente minacciato dalla presenza di specie alloctone.

Olmo

IL RAMO DELIZIA che attraversa la riserva è un antico ramo laterale del fiume alimentato da diverse risorgive, che crea uno degli ambienti più caratteristici con l’alternanza di acqua corrente e zone con acque più ferme. Una passerella permette di attraversare il ramo ammirando le specie vegetali di questo luogo: gli ontani neri sulle sponde, e la vegetazione acquatica.

Passerella sul ramo delizia

IL FIUME si raggiunge allungando un po’ la passeggiata. Qui il Ticino rallenta rispetto alla sua parte più a nord e si divide in rami creando anche delle zone più stagnanti. La fanno da padrone i salici e i pioppi, una grande varietà di vegetazione acquatica e fiori come i giaggioli gialli e la saponaria.

Il fiume Ticino

All’interno de “La Fagiana” si trova anche il “Centro di Recupero della Fauna Selvatica” della LIPU, presso il Cascinello Paradiso. Il centro si occupa di recuperare e rimettere in libertà gli animali selvatici, organizzando periodicamente anche eventi a tema e le liberazioni pubbliche dei rapaci: un’ottima occasione per poterli osservare da vicino e accompagnarli nell’emozionante momento del rientro in natura.

Sono presenti anche delle “voliere didattiche” in cui è possibile vedere alcuni rapaci che non potranno più essere rimessi in libertà.

La Riserva Naturale Orientata “La Fagiana” è stata inserita, nell’ambito di Rete Natura 2000, nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

Pervinche

Informazioni utili

La R.N.O La fagiana è attraversata dal sentiero E1 (che attraversa il Parco del Ticino per più di 100 km).

Indirizzo: Pontevecchio di Magenta, via Valle (percorrerla tutta fino all’ampio parcheggio sterrato prima dell’ingresso alla riserva

Cliccando qui è possibile scaricare una brochure informativa.

Vi aspetto per scoprire insieme il Parco del Ticino!


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Ciao, mi chiamo Claudia Tramarin e sono una Guida Naturalistica ed Escursionistica del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Sono nata e cresciuta in un paesaggio d’acqua, in un lembo di terra fortunata, stretta tra il Ticino e il Naviglio Grande. Scoprilo con me, con i miei occhi e con le mie parole: qui l’acqua ride e scorre insieme alle stagioni e al lavoro in campagna. I campi coltivati sono come tessere di un mosaico, verdi e gialle, separate dalle linee d’acqua dei fontanili. Poi arriva il bosco, silenzioso ma attento, e infine il fiume Ticino con la sua maestosità.
Io sono così: sono come tutte quelle tessere coltivate, come tutte le foglie del bosco, con i colori dell’estate e dell’autunno, diverse tra loro ma tenute insieme dall’esuberanza dell’acqua.
Il paesaggio in cui vivo mi ha resa simile a sé e per questo amo raccontarlo e farlo conoscere… come fa un cantastorie!

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