Chi ha paura dei fantasmi?
A Valbona, vicino al Monte Lozzo nella zona a sud ovest dei Colli Euganei, sorge un castello, uno dei pochi ancora in ottimo stato di conservazione. La struttura intatta ed elegante, ancora leggibile nelle torri esagonali esterne e nella più alta torre maestra, indica senz’ombra di dubbio una volontà di affermazione che va ben oltre il semplice desiderio di conquista di un territorio. Lo dimostrano alcune parti architettoniche, logge, finestre, scale, che pare anticipino quelle caratteristiche che, un paio di secoli dopo, diventeranno segno distintivo delle ville venete.

Come tutti i castelli nati per difendere un territorio, occupa una posizione strategica nel confine tra Padova e Vicenza. La costruzione risale al XI secolo, ma è dal XIII secolo, periodo segnato dagli scontri tra le celebri fazioni dei guelfi e dei ghibellini, che si hanno notizie più certe di un manufatto ben strutturato ed attrezzato. A edificarlo furono i discendenti di una famiglia padovana, denominati i Da Lozzo, che presero il nome dal feudo concesso loro dall’imperatore nel 983.

Pare che il castello fosse ben più grande, ma che una parte sia stata distrutta, pochi decenni dopo l’edificazione, dall’indomabile, quasi, Ezzelino III da Romano, braccio destro di Federico II, signore della Marca Trevigiana e fautore di un primo progetto di unificazione del territorio veneto che in seguito Venezia svilupperà.
Nel 1312 il castello fu anche occupato da Cangrande della Scala, signore di Verona, altro grande conquistatore, animo nobile e audace cavaliere che, con il fratello Bartolomeo, ebbe la fortuna di ospitare nella città veronese il grande poeta Dante.
Quando i Da Carrara cominciarono a dominare la città e il territorio di Padova (1318), il castello passò a far parte dei loro numerosi possedimenti. Infatti sopra i portoni d’accesso e tra i mattoni dell’edificio si vede ancora l’inconfondibile stemma, un carro stilizzato con quattro ruote, posto a conferma della loro presenza nel territorio. Nel periodo in cui il castello fu abitato e gestito dai Da Carrara numerosi furono i fatti di sangue.
Per questa ragione intorno al castello di Valbona sono nate molte leggende riguardo alla presenza di fantasmi e spiriti che pare si aggirino ancora tra le sue mura.

Non ci credete? Nei media se ne trova facilmente notizia, documentata da studiosi e medium che con apparecchiature sofisticatissime sono andati a misurare il suono dei lamenti di questi fantasmi… sempre che i loro lamenti possano essere misurati…
Comunque sia, a noi piace in particolare la storia della povera fanciulla, figlia dell’allora signore del castello, Germano Ghibelli. Ostacolata dalla famiglia, non riuscì a sposare l’uomo amato e da qui nacquero varie versioni della sua tragica fine: c’è chi narra della sue morte per disperazione, c’è chi in modo più cruento parla di decapitazione e infine c’è anche chi, ancora più impietoso, sostiene che la ragazza sia stata murata in una delle stanze del castello. Comunque sia, pare che questo fantasma sia piuttosto socievole, se affrontato con gentilezza, e che in realtà tema anche la confusione.
Confusione che per il momento manca del tutto, perché il castello è attualmente chiuso, dopo essere stato un ristorante per lungo tempo. È da poco passato nelle mani di nuovi proprietari che forse, ce lo auguriamo, torneranno ad aprirlo al pubblico e che comunque non lasceranno deperire uno degli edifici medievali più interessanti in Veneto.
Se sfortunatamente non sarete in grado di individuare il fantasma, non perdetevi d’animo: siete nei Colli Euganei, tra buon vino e cibo semplice ma genuino. Non vi resta che fermarvi in una delle aziende segnalate dai cartelli lungo il percorso: là incontrerete il vero… spirito di vino!
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CHIAVE di VOLTA
L’organizzazione di guide turistiche qualificate, esperte e appassionate, che opera dagli anni ‘90 in Veneto. Ha sempre puntato alla qualità dei servizi offerti e alla ricerca di itinerari meno frequentati e noti. Il gruppo delle guide è coordinato da Deborah Marra, guida accreditata in Veneto da molto tempo. Laureata in Lingua e Letteratura Giapponese, è lei stessa un’instancabile viaggiatrice e, da qualche anno, ha pubblicato anche dei libri, “Vegana? No, chemio” (2016) e “Cupido è guercio” (2020).
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