Il Palazzo Comunale di Udine viene tipicamente chiamato D’Aronco, dal cognome del prestigioso architetto, al quale si devono le forme attuali dell’edificio.
Nei secoli tuttavia la sede è stata rivisitata varie volte.
Le prime testimonianze di un luogo in cui si svolgeva l’attività politica della città si hanno intorno al 1300, la cosiddetta Cancelleria. Nel 1495 venne costruito un altro edificio e nel 1548 nella medesima zona sorsero nuove costruzioni.
Alla fine del diciannovesimo secolo si decise quindi di realizzare il Palazzo degli Uffici, arrivando fino alle soluzioni di D’Aronco. Quest’ultimo già nel 1888 aveva steso un primo progetto. Un secondo progetto fu presentato nel 1909, mentre nel 1910 vennero proposte altre due soluzioni, una delle quali fu la proposta scelta.
Dopo una prima approvazione del 1909, si decise di iniziare a demolire il vecchio palazzo nel gennaio 1910. Stessa sorte subirono la Casa veneziana (28 gennaio) e la Sala Aiace (21 marzo), che D’Aronco inizialmente voleva includere nella sua realizzazione, ma a seguito del loro abbattimento, ebbe modo di ridefinire nuovi criteri distributivi.
Punto focale fu il respiro che assunse via Lionello, trasformata in una piazza, su cui si trovò l’ingresso principale, in precedenza situato su via Cavour. In questo modo poterono trovare posto al pianoterra quei locali – botteghe e magazzini – dalla quale locazione il Comune fece grande conto per ricavarne profitto.
La prima pietra della costruzione venne posta il 20 aprile dello 1911. I lavori proseguirono poi tra ritardi dovuti alla guerra, alla mancanza di fondi ed alla difficoltà del reperimento di alcuni materiali ma finalmente, fu terminato nel 1932.
Per quanto riguarda l’esterno si tratta di un maestoso edificio a portici bugnati che di fatto occupa un intero isolato.

Al primo livello della facciata sono presenti 5 arcate in pietra d’Istria con un notevole effetto ruvido all’esterno, liscio all’interno del porticato stesso.
Al secondo livello della facciata principale si aprono 4 semicolonne che creano degli scomparti con finestre, quelle della Sala del Popolo.

Le decorazioni del Palazzo Comunale, che il grande architetto concepì come parte integrante del suo lavoro sono opera di Aurelio Mistruzzi, autore delle diciassette statue di marmo alte più di due metri e mezzo, e che risultano un vero e proprio inno al Liberty.
Interessante è il prospetto verso via Cavour, ingentilito da due coppie di figure muliebri opera del medesimo artista, raffiguranti l’Impero Romano e la Terza Italia, la Repubblica di Venezia e la Patria del Friuli cosi come il gruppo scultoreo “La Vittoria del Lavoro” (ovvero la Vittoria con l’Industria e l’Agricoltura) posto sulla terrazza della Sala del Consiglio, opera dalle forme michelangiolesche e che suggella il legame con il Rinascimento.

Valerio Franco si è occupato invece delle chiavi di volta degli archi su Via Rialto, con le figure a rilievo che riproducono temi legati all’industria, al commercio, alle arti e professioni e di quelle del portico lungo via Lionello con le città di fondazione romana – Aquileia, Forum Iulii, Iulium Carnicum, Iulia Concordia e Glemona – alle quale viene aggiunta a capitale Roma.
Merita menzione l’espediente di inserire in un bassorilievo il volto del barbiere di via Rialto che aveva criticato i lavori dello stesso D’Aronco, che viene rappresentato bendato, con le orecchie da asino e amuleti al collo o quello di realizzare un bassorilievo con l’immagine di un dirigibile sul cielo di Udine, cosa che avvenne realmente nel 1904.


Sempre di Franco Valerio sono i bassorilievi ai lati del monumentale scalone interno che accompagnano il visitatore all’interno del palazzo.
Ed è proprio qui che la magia prosegue con il Salone del Popolo, il suo soffitto vetro, la luce soffusa, le forme ampie e quadrate, il ballatoio ma soprattutto gli altorilievi con allegorie e le attività umane Giustizia, Pace, Letteratura, Architettura, Matematica e Geometria per fare degli esempi. La moderna genialità di D’Aronco è stata anche quella di includere Aviazione e Sport.
E si prosegue con la Sala Aiace, con la statua realizzata da Vincenco Luccardi, che rappresenta l’eroe greco Aiace Oileo che partecipò all’assedio di Troia e che sfidò gli dei. La leggenda narra che questi ultimi, sdegnati dall’eroe, affondarono le sue quaranta navi. Nella scultura è raffigurato nell’istante prima che Poseidone, dio delle acque, distruggesse lo scoglio sul quale lo stesso eroe si era rifugiato.
Altra prestigiosa Sala è quella del Consiglio, con il soffitto ad arco ribassato (a tre centri) composto da una sequenza di volte a altezze diverse, corrispondenti alle capriate soprastanti, con la parte più alta al centro della sala. Una scelta effettuata da Fernanda Valle Bellavitis, alla quale il Comune nel 1980 aveva dato l’incarico di sistemazione interna e arredamento della Sala. Vennero a tal proposito scelti mobili d’epoca originali realizzati da Sello, Brusconi e Fantoni.
Palazzo D’Aronco è un palazzo magico dove evidente è l’eclettismo dell’artista che si ispira al Liberty, al Rinascimento e all’arte orientale. Grazie anche alla sua importantissima esperienza in Turchia, dove fu anche Architetto Imperiale della Sublime Porta!
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CLAUDIA MUSCARÀ
Mi chiamo Claudia, e sono laureata in Conservazioni dei Beni Culturali. Amo l’arte e sua la capacità di abbracciare l’animo degli osservatori. Amo la luce, i colori, l’abbinamento che crea una sinfonia. Lavoro come addetta in ambito museale ed inoltre accompagno i visitatori nelle sale della mostra di Illegio, un piccolo paese della Carnia dove ogni anno vengono allestite importanti esposizioni. È bello poter essere di supporto in un momento di contatto artistico e rivivere ogni volta le emozioni che suscitano le opere, attraverso gli occhi dei visitatori. Vi aspetto per visitare insieme!