Un canyon a due passi da Trento
Trento è una città meravigliosa da visitare: il castello del Buonconsiglio, il Duomo di San Vigilio, Palazzo Pretorio e la Torre Civica…
Ma in pochi sanno che appena fuori dalla città, a soli 4km, sulla collina est, c’è un canyon di rocce rosse scavato dall’acqua in migliaia di anni, che unisce natura, storia e suggestione in un luogo unico e, ahimè, ancora troppo poco conosciuto. È uno dei luoghi da non perdere se venite a Trento!

Nella storia dell’uomo i fiumi hanno sempre rappresentato vita e morte.
Fino al 1800, costruire una città vicino a un fiume significava garantirsi acqua, e una via di comunicazione. Attraverso i fiumi avvenivano, infatti, gli spostamenti principali: erano le vie di comunicazione utilizzate per trasportare le merci.
Se guardiamo alle grandi città, ci rendiamo conto di quanto fosse importante garantirsi la presenza di un fiume: Roma e il Tevere, Milano e i suoi Navigli, Torino e il Po’, Londra e il Tamigi, Parigi e la Senna…
Se una nuova città nascesse oggi, potrebbe tranquillamente essere edificata senza un fiume vicino: oggi esistono talmente tanti mezzi di trasporto, che i fiumi hanno perso questo loro ruolo, diventando la parte “romantica” delle città più antiche.
La città di Trento non fa eccezione, e il suo fiume principale è l’Adige.
Il fiume Adige passava un tempo attraverso il centro storico della città, ma fu deviato nel 1858 all’esterno delle mura (di allora), in quanto le sue piene facevano paura e portavano saltuariamente distruzione e danni agli abitanti (nonché per permettere la costruzione della linea ferroviaria).
Questo è il lato oscuro dei fiumi, il motivo per cui ogni fiume veniva amato e odiato allo stesso tempo: i fiumi erano vita, ma i fiumi potevano portare distruzione e, talvolta, morte.
Non soltanto le grandi città dipendevano dai fiumi, nel bene e nel male. Anche i paesi venivano spesso costruiti vicini alle rive di un torrente.
Ti basta pensare, ad esempio, ai paesi che puoi vedere in una vallata di montagna: si trovano tutti sulle rive di un torrente e… no, non è un caso!
Nella collina est di Trento c’è un torrente che fin dall’antichità ha fatto paura per le sue piene impetuose nei periodi di piogge abbondanti.
Le sue acque affluiscono nell’Adige proprio in città: è il torrente Fersina.

Nei periodi di piena, il torrente Fersina scorreva impetuoso attraversando il suo canyon naturale che lui stesso aveva scavato tra rocce rosse, e trasportando con sé una grande quantità di pietre e detriti, che spesso causavano danni giungendo nella città di Trento.
Fu così deciso di costruire un primo sbarramento, che doveva appunto impedire a questo materiale di arrivare in città, causando esondazioni.
Le prime costruzioni idrauliche del torrente Fersina, risalenti al 1500, sono tra le più antiche al mondo.

Nel 1882 fu costruito un secondo sbarramento, la Controserra Madruzza, che doveva consolidare il lavoro fatto nel 1500.
Non dimentichiamoci che all’epoca Trento faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico.
E qui voglio raccontarvi un fatto storico di estrema rilevanza.
Fu proprio grazie al torrente Fersina, e grazie alle opere idrauliche qui costruite, che il 6 maggio 1889 Trento fu per la prima volta illuminata dall’energia elettrica!
Fu la prima centrale idroelettrica dell’Impero Austro-Ungarico, nonché una delle prime al mondo!

Fin dal 1800 l’Orrido di Ponte Alto è stata meta di attrazione turistica per i trentini e per i visitatori.
D’altra parte, sarebbe impossibile non rimanere affascinati dalle sue rocce rosse scavate nel corso di millenni, dal gioco di luci e ombre, e dallo scorrere dell’acqua con le sue due cascate di oltre 40 metri.
La visita guidata all’interno dell’orrido vi porterà a scoprirne tutti i dettagli e tutti gli aneddoti.
Un sistema di passerelle e ponti sospesi permette di osservarlo da vari punti di vista.
Inizierete dall’alto, per poi scendere sempre più, e raggiungere, attraverso una stretta e suggestiva scala a chiocciola, la parte posteriore della cascata più alta.
Un punto d’osservazione insolito che vi lascerà senza fiato!
La vista suggestiva dall’interno della cascata più grande
Il percorso in breve
Partenza: Cognola (TN), raggiungibile da Trento con autobus urbano.
L’entrata dell’Orrido di Ponte Alto si trova a fianco del ristorante “La Gnoccata” (cercavate un posto per pranzare prima o dopo la visita? Eccovi serviti!). Se arrivate in auto, tenete presente che ci sono pochi posti auto, lungo la strada.
Ingresso: l’ingresso è possibile solamente nei weekend, pagando un ticket di ingresso (6€ adulti; 4€ bambini), e accompagnati da una guida che vi illustrerà storia e aneddoti del luogo.
Percorso: la durata della visita è di 45 minuti circa. Il percorso è molto suggestivo, poco impegnativo e si svolge su scale e passerelle. Alcuni tratti possono essere bagnati e scivolosi. Adatto anche ai bambini (no passeggini).
Abbigliamento: scarpe adatte a terreno bagnato e a tratti scivoloso (no tacchi, no infradito). Consigliata una giacca k-way o antipioggia.
Punti d’appoggio: Ristorante “La Gnoccata”, proprio a fianco dell’ingresso.
Info e ticket: https://www.ecoargentario.it/orridopontealto – regdl=orrido-di-ponte-alto-visita-guidata
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ELENA FitandOut
Mi chiamo Elena, sono vicentina ma mi sono fatta adottare dal Trentino.
Dopo una carriera da impiegata a seguire grandi marchi dell’abbigliamento Outdoor, ho deciso di uscire dall’ufficio e di unire due passioni. Oggi sono una Personal Trainer e una Guida Ambientale Escursionistica.
Il contatto con la natura è sempre stato fondamentale nella mia vita, mi aiuta nei momenti no, mi riconnette con me stessa e con l’universo, mi dà quella forza interiore che serve ad affrontare le sfide della vita.
Amo accompagnare le persone alla scoperta di percorsi in natura, raccontando tutto ciò che conosco dei luoghi che frequento di più. Ma amo accompagnarle anche attraverso percorsi personalizzati di allenamento, alla scoperta di un benessere fisico e mentale, verso un migliore stato di fitness e salute.
Le mie parole d’ordine e i miei valori sono: natura, sostenibilità, movimento, e consapevolezza.