Partiamo alla scoperta di un piccolo paese incastonato sulle colline tra Monferrato e Langhe a pochi chilometri dalla più conosciuta Neive, uno dei borghi della Langa del Barbaresco, e a circa 25 chilometri da Asti, della cui provincia è parte. Coazzolo è un paese di circa 280 abitanti, che offre non solo panorami spettacolari sulle vigne di Moscato, Dolcetto e Barbera che lo circondano, ma anche un insieme di opere d’arte contemporanea di tutto pregio.
Sulle colline del basso Piemonte, infatti, negli ultimi anni sono sorte diverse iniziative di artisti famosi o anche dei singoli comuni, che hanno creato opere ex novo o rivalutato edifici già esistenti in chiave moderna per ampliare l’offerta turistica accanto a quella enogastronomica già ben sviluppata.
Sicuramente uno dei progetti più conosciuti e maggiormente rappresentati è quello delle Big Benches, oggi presenti non solo in Piemonte, ma anche in altre regioni italiane e persino all’estero; accanto ad esse, ultimamente si sono diffusi tra le vigne pali colorati a forma di grandi matite o pastelli; infine, possiamo ricordare il restauro artistico di chiesette immerse nella natura.
Coazzolo offre tutto ciò in un breve itinerario, che può essere percorso sia in auto, sia a piedi, cosa assolutamente consigliata per godere appieno delle bellezze naturalistiche, della quiete e dell’arte.
Coazzolo è stato fondato attorno all’anno mille, sebbene la zona fosse comunque già abitata in epoca romana, sulla sommità della collina che domina la Valle Tinella. Sulla piazza principale del paese si affaccia la chiesa barocca di San Siro vescovo, citata per la prima volta in documenti di fine 1500, ma realizzata su un edificio preesistente. Alle sue spalle, in cima alla collina, si trova il Castello di Coazzolo. L’impianto originario risale probabilmente al XII secolo, e nel 1592 venne data in feudo come dono di nozze a Beatrice di Portogallo, madre del futuro importante duca sabaudo Emanuele Filiberto. Oggi il castello, di proprietà privata, è caratterizzato da un aspetto elegante e residenziale, che ha assunto in seguito a interventi barocchi.


Imboccando la strada leggermente in discesa sulla sinistra della chiesa, si raggiungono in pochi minuti le prime due tappe del nostro percorso alla scoperta dell’arte contemporanea.
Sulla nostra sinistra, scorgiamo prima di tutto l’ Anfiteatro Naturale: si tratta, appunto, di un piccolo anfiteatro realizzato nel 2016, con terrazzamenti naturali che si affacciano sulla valle, offrendo una spettacolare vista sulle colline del moscato e sulle vette alpine, compresa quella del Monviso. Qui si tengono spettacoli teatrali e concerti nella bella stagione.
Poco più avanti, sempre sulla sinistra e sempre con bellissimo affaccio sulla valle, le colline e le Alpi, troviamo la panchina gigante blu nr 26, facente parte del progetto Big Benches e donata dall’azienda agricola di Michele Chiarlo, anch’essa inaugurata nel 2016 insieme all’Anfiteatro. Arrampicarsi come i bambini su questa panchina per osservare il panorama con occhi stupiti e meravigliati come solo i piccoli sanno ancora fare, ci permette di ritrovare l’allegria e la spensieratezza che a volte la vita frenetica ci porta a dimenticare.


Tornando sui nostri passi e lasciata la chiesa alle nostre spalle, si prosegue lungo la provinciale verso Neviglie/Mango e, dopo poche centinaia di metri, si imbocca sulla sinistra una strada in discesa: sono presenti le indicazioni per la Cappella del Moscato o Chiesa della Madonna del Carmine, così come quelle del Sentiero del Laghetto. La strada coincide infatti con un tratto dell’omonimo sentiero, uno dei tanti che percorrono queste colline e che, in un modo o nell’altro, più o meno lunghi, toccano le opere che stiamo andando a scoprire.
Arrivati nel fondovalle, sulla sinistra si scorge un’area recintata che racchiude un laghetto, da cui il sentiero prende il nome. Si prosegue in salita, la strada attraversa un gruppo di cascine e si immette sulla provinciale. Proseguendo ancora si raggiunge la bellissima Cappella del Moscato, dai caldi colori donatigli dall’intervento dell’artista David Tremlett, grazie alla committenza di Silvano Stella, proprietario del Castello di Coazzolo.
La chiesetta era originariamente dedicata alla Madonna del Carmine e risale al 1689. Nel 2016 le sue mura esterne sono state abbellite coi colori scelti da Tremlett e realizzati in buona parte con la tecnica del wall drawning. Si tratta della tecnica preferita dall’artista inglese, cioè dell’applicazione di pigmenti colorati direttamente sulla superficie muraria. Tremlett ha lavorato in diverse occasioni in Piemonte: nel 1999 insieme a Sol Lewitt è stato artefice della rinascita della ormai famosissima Cappella del Barolo a La Morra, proprietà della famiglia Ceretto; e in seguito della Cappella del Relais San Maurizio, all’interno di una proprietà privata.
La Cappella del Moscato è caratterizzata da colori caldi: Terra di Siena, giallo e verde oliva. L’effetto è quello di un trionfo di colori che donano riflessi e luminosità differenti a seconda dei momenti della giornata e che si integrano pienamente con i colori della natura della campagna in cui l’opera è inserita. Ovviamente, anche in questo caso il panorama è veramente spettacolare, un balcone che sembra affacciarsi sull’infinito!



Lasciando la cappella alle nostre spalle e proseguendo sulla strada asfaltata, si seguono le indicazioni per la Vigna dei Pastelli, situata a poche centinaia di metri. Dopo poco si imbocca un sentiero segnalato sulla destra che, in leggera ascesa, conduce in breve alla sommità della vigna di proprietà dell’azienda agricola Anfosso Piercarlo, ideatore dei coloratissimi ed originali pali a forma di grandi matite o pastelli colorati. Due cipressi segnalano il punto panoramico, dove sono anche posizionate un tavolo e un paio di panche per godersi appieno il meritato premio della vista a 360° che ci attende: ancora una volta, distese senza fine di colline vitate, la corona delle Alpi sullo sfondo di un cielo azzurro, il tutto inondato da luce splendente.



A questo punto, si può tornare in paese ripercorrendo a ritroso il cammino già compiuto, oppure scendere dalla collina e proseguire lungo la stradina asfaltata che, dopo poche centinaia di metri, incrocia la provinciale verso Neviglie/Mango: qui si svolta a destra e, su percorso asfaltato, si raggiunge nuovamente il centro del paese.
La strada non è molto trafficata, è in cresta ed offre quindi ancora splendidi scorci panoramici. Si passa accanto ad una chiesetta campestre dedicata a San Martino, il cui aspetto attuale risale alla prima metà del 1900. In realtà, già in passato su questo sito sorgeva un pilone votivo a cui i devoti si recavano per pregare e chiedere grazie. Nacque così l’esigenza di un edificio più grande, che portò, a inizio 1700, alla costruzione della chiesetta dedicata a San Martino vescovo di Tours. In seguito all’incuria, essa venne abbattuta e riedificata nella metà del 1900.


In ottobre, a Coazzolo si tiene la Sagra della Cognà, altro motivo per trascorrere qualche ora in questo angolo di Monferrato. La Cognà è una sorta di marmellata, o meglio mostarda, tipica delle zone collinari del basso Piemonte, fatta con il mosto dell’uva appena raccolta e pigiata. Non a caso, si tratta di una preparazione tipicamente autunnale, ancora oggi spesso preparata in casa a conclusione della vendemmia.
Secondo le “ricette della nonna”, il mosto di barbera, dolcetto, moscato o nebbiolo, deve essere cotto a fuoco lento per molte ore in modo da ridursi ed addensarsi per raggiungere la consistenza di una marmellata ancora un po’ fluida. Ad esso si aggiungono pezzi di frutta di stagione, con ricette e fantasie diverse a seconda delle cuoche: noci, nocciole, fichi, pere, mele, mele cotogne, a volte persino la zucca, un pizzico di cannella o di chiodi di garofano. Questa salsa viene di solito servita in accompagnamento agli ottimi formaggi piemontesi, quali tome o robiole, ma si accosta molto bene anche alla carne bollita e alla polenta.


Vi aspetto per scoprire insieme queste bellezze!
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Mi chiamo Raffaella, sono guida abilitata per il Basso Piemonte e lavoro principalmente con ospiti stranieri, per lo più di lingua tedesca. I miei tour toccano diversi aspetti: storico-culturale ed enogastronomico, per unire le eccellenze che il Piemonte sa offrire ai suoi visitatori. Amo la mia regione ricca di cittadine piene di arte e di storia; amo la tranquilla bellezza dei paesaggi delle colline del Monferrato e delle Langhe che invitano a rilassanti passeggiate immersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni.
Cerco di trasmettere ai miei ospiti questo amore con passione e professionalità, mostrando attenzione e sensibilità verso le esigenze di ognuno. Insieme scopriremo le sfaccettature più o meno note di un territorio variegato: dai bellissimi scorci panoramici alle prelibatezze gastronomiche, dai prodotti vitivinicoli conosciuti nel mondo ai paesi adagiati sulle colline con le loro curiosità Spero che ne sarete affascinati e che potrete innamorarvi e appassionarvi al Piemonte, portando con voi e trasmettendo a chi incontrerete le emozioni e le esperienze provate!