Il museo del Tricolore di Reggio Emilia

Quel Tricolore Clandestino

Eโ€™ per vie meglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dellโ€™unione Italiana, vogliamo che le nostre truppe entrando sul territorio della Lombardia e della Venezia portino lo scudo dei Savoia sovrapposto alla Bandiera Tricolore.

Carlo Alberto di Savoia

La via Emilia, strada romana consolare รจ un lungo trait dโ€™union che permette al viaggiatore di oggi come a quello dโ€™un tempo di fare regolari pit stop lungo il percorso. E se oggi non occorre risellare o cambiare il cavallo ad ogni sosta, di sicuro merita fare una visita approfondita alle bellissime cittร  che la caratterizzano, da Rimini a Piacenza. Ognuna di esse รจ ricca di storia, di opere dโ€™arte e di squisita cucina. Siete in Emilia!

A circa metร  strada tra Rimini e Piacenza si trova Reggio nellโ€™Emilia che da sola fa storia grazie al meraviglioso parmigiano e delizie culinarie chiamate erbazzone, zuppa inglese e chizza. Le vie di Reggio Emilia regalano scorci affascinanti dai quali ammirare giardini nascosti e palazzi antichi immersi in unโ€™atmosfera piacevolmente ovattata che avvolge il suo piccolo e raccolto centro storico. Quando passeggiate immaginate di poter incrociare grandi personaggi che qui sono nati e vissuti: come lโ€™astronomo Angelo Secchi, il biologo Lazzaro Spallanzani, il patriota Antonio Panizzi o il piรน noto poeta Ludovico Ariosto. Piรน vicini a noi sono invece la prima presidente della Camera dei deputati Nilde Iotti e il grande cantautore Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero!

Il territorio poi che circonda la cittร  รจ fatto dei Castelli Matildici e dei Borghi rinascimentali che affondano negli echi cinematografici della battaglia tra Don Camillo e Peppone.

Ma ascoltate! Avete sentito? Trombe, faretre, spari, colpi di bombarde e pistoleโ€ฆ

Oggi voglio raccontarvi del piรน incredibile simbolo che caratterizza Reggio Emilia, quindi andiamo per fila…

In una fredda e umida giornata di Gennaio del 1797 i rappresentanti delle cittร  di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara decisero di riunirsi in Congresso per dar vita ad un nuovo stato, sotto la protezione di Napoleone Bonaparte. Ormai stanca della pressione Estense e della povertร  Reggio e le altre cittร  decisero di rendersi libere in nome dei nuovi principi che la Francia stava esportando. Cosรฌ durante la seduta si ufficializzรฒ che ilย tricolore BIANCO, ROSSO e VERDEย sarebbe stato il vessillo, a righe orizzontali, della neonata Repubblica Cispadana. Allโ€™inizio una semplice coccarda tricolore verde, bianca e rossa appartenuta a Luigi Trampolini come simbolo della Repubblica di Reggio e che in seguito diventรฒ la prima bandiera italiana.

La storica seduta avvenne nella Sala principale del Palazzo Comunale di Reggio Emilia, che era stata originariamente progettata per essere lโ€™archivio del Ducato di Modena e Reggio, tantโ€™รจ il salone fu soprannominato Sala del Congresso per poi diventare Sala del Tricolore. Verde, rosso e bianco rappresentarono fin da subito gli ideali della Repubblica, alla base del Risorgimento il simbolo del Popolo, della Libertร  e della Democrazia. Furono questi i valori con cui i moti che seguirono nei successivi decenni portarono allโ€™unitร  del nostro paese…e quindi allโ€™estensione del tricolore allโ€™intero Stato Italiano.

Il vessillo cispadano aveva i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso. Al centro era raffigurato il turcasso o faretra con quattro frecce, a simboleggiare lโ€™unione dei quattro popoli che aderivano alla Repubblica, mentre ai lati erano poste le iniziali di โ€œRepubblica Cispadanaโ€.

Il successivo 9 luglio 1797 dallโ€™aggregazione delle Repubbliche Transpadana e Cispadana nacque la Repubblica Cisalpina e โ€œLa Bandiera della Nazione Cisalpina รจ formata di tre Bande parallele allโ€™Asta, la prossima allโ€™asta, verde, la successiva bianca, la terza rossaโ€. Nel 1848, durante la prima Guerra d’Indipendenza, divenne ufficialmente bandiera nazionale.

I colori hanno ovviamente il loro significato legato sia alla storia che ad un interpretazione romantica: la Repubblica Cispadana si avvalse infatti degli eserciti della Lombardia la quale presentava stendardi di colore bianco, rosso e verde di cui i primi due, comparivano giร  nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco). Il verde era invece il colore delle uniformi della Guardia civica milanese. Per la poesiaโ€ฆ il verde ricorda invece i nostri prati, il bianco le nevi e il rosso omaggia i soldati che sono morti nel corso delle varie guerre.

Se quindi amate il Tricolore e ciรฒ che esso ha rappresentato nella storia moderna del nostro Paese, Reggio Emilia sarร  per voi una tappa obbligata. Lโ€™essenza e le vicende di questa anima ribelle che ha lottato per scrollarsi di dosso antiche servitรน e per conquistare il proprio futuro nella libertร  e nellโ€™eguaglianza รจ oggi ben raccontata allโ€™interno del Museo del Tricolore. Nato nel 2004ย con una prima sezione legata alla nascita della bandiera รจ stato successivamente ampliato con una sezione dedicata agli avvenimenti risorgimentali di cui Reggio Emilia fu protagonista.

Il museo del Tricolore

Tra i suoi hghlights una lettera di Ugo Foscoloย che elogia il coraggio dei reggiani e poi, coccarde, fazzoletti, fusciacche che raccontanoย storie di donneย che ricamavano clandestinamente nelle case la bandiera. Dopo la restaurazione la bandiera divenne anche un simbolo clandestino e protetto dalle allora emergenti compagnie segrete come la Carboneria. Donne valorose come Rosa Testi Rangoni che fu condannata per aver realizzato una bandiera tricolore o Giuditta Bellerio Sidoli compagna di Mazzini ne furono attente custodi. Tanto fu clandestina in quegli anni che un celebre dipinto di Domenico Morelli I due martiri cristiani e la racconta nei suoi colori in bianco rosso e verde dei personaggi.

Il profilo architettonico della Sala del Tricolore con il suo Museo รจ ben visibile una volta arrivati in Piazza Prampolini dove sul lato nord sorge il Palazzo Comunale. Curioso รจ invece un piccoloย muralesย visibile al civico 13 di Vicolo Venezia che recita: โ€œIl popolo giusto vuole la neveโ€ a ricordarci come questa fosse in passato una zona povera per cui la frase era un auspicio per la gente del popolo, la quale attendeva le nevicate invernali per riuscire a lavorare e racimolare cosรฌ qualche soldo spalando le vie della cittร .

La sala del Tricolore

Reggio Emilia merita davvero una sosta di qualche giorno perchรฉ ricca di sorprese artistiche antiche e moderne. Le terre della leggendaria Matilde di Canossa presso cui nel 1077 il re Enrico IV fu costretto ad inginocchiarsi innanzi al Pontefice Gregorio VII;  la Pietra di Bismantova, montagna caratteristica dellโ€™Appennino di 1041 mt che si presenta come uno stretto altopiano dalle pareti scoscese. Il Parco Reggia Ducale di Rivalta: enorme spazio verde dove sorgeva la settecentesca reggia con decine di giochi dโ€™acqua, zampilli e fontane che la resero famosa in tutta la zona per la sua bellezza. 

Quando riprenderete lโ€™autostrada verso casa non dimenticate poi che a pochi chilometri in direzione sud, sorge la candida e armoniosa struttura dellaย Stazione Mediopadana Alta Velocitร ย di Reggio Emilia. Realizzata da Santiago Calatrava, รจ una delle opere architettoniche piรน fotografate dโ€™Italia! Non lontano sorgono poiย le Vele, i tre ponti realizzati sempre dallโ€™architetto Calatrava dallo stile inconfondibile.

Stazione dell’Alta Velocitร 

Ma soprattutto non lasciate Reggio Emilia senza essere entrati in un forno e aver assaggiato un bel pezzo diย Erbazzoneย reggiano o unaย chizza! Fidateviโ€ฆ.delizie assolute! Allaย Latteria Villa Curta, considerata uno dei migliori produttori di Parmigiano Reggiano in assoluto, comprate qualche leccornia da portare a casa e se vi perderete sul sito delย Consorzio del Parmigiano Reggianoย per prenotare una visita ad uno dei tanti caseifici di produzione del piรน famoso formaggio del mondoโ€ฆ.bhรจ sarร  di certo un bel perdersi!

Latteria Villa Curta

Buon Viaggio Italiani!


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Ciao a tutti, sono Silvia, appassionata viaggiatrice da sempre, lo faccio con il corpo e i cinque sensi e quando sono ferma viaggio con la fantasia. Ciรฒ che pensi diventi e ciรฒ che sogni arriva. Nel viaggio da soli o con gli altri puoi usare tutto questo e anche di piรน. Nasco in Umbria, cresco e passo la gioventรน in Toscana, vivo in Emilia Romagna dove svolgo la professione di Guida Turistica e di Tour Leader in tuttโ€™Italia. Amo condividere e chiacchierare. Scrivere e mangiare. Mi ritengo fortunata perchรฉ vivo e lavoro in un Paese Unico e Ricchissimo di tutto e ne sono ambasciatrice in qualche modo con chi viene a conoscerlo. Viaggio per passione e per vivere in ogni senso. A chi visita i miei luoghi cerco di rubare un pezzo dei loro cuori. Un mosaico incredibile si arricchisce ogni volta.ย  Con questa mia rubrica desidero condividere una PASSIONE e ricordare che a volte lโ€™essenza del viaggio รจ invisibile agli occhi.ย  Quando cambi evolvi e quando viaggi vivi!

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