La “casa matta“ di Vienna: Hundertwasserhaus

Artista pazzo e visionario

Un po’ fuori dal centro storico di Vienna, in una zona residenziale del terzo distretto, si trova un’attrazione abbastanza diversa delle altre. In mezzo alle case si distingue un palazzo in modo particolare per i tanti colori e la natura sparsa sul tetto, dagli italiani sopranominato “la casa matta”. Dai viennesi viene invece chiamata Hundertwasserhaus, che non ha solo il significato “la casa delle cento acque”, ma prende il nome dal pittore austriaco Hundertwasser.

Nacque a Vienna nel 1928 col nome Friedrich Stowasser, che cambiò all’inizio della sua carriera in Friedensreich Hundertwasser (in italiano: pieno di pace, cento acque) e aggiunse i nomi Dunkelbunt e Regentag (colorato scuro, giornata di pioggia). Già dal nome stravagante si capisce che si tratta di una persona molto particolare.

Il suo periodo all’Accademia delle Belle Arti fu breve, così divenne autodidatta, preferiva viaggiare da giovane in Italia, a Parigi ed altra parte. Lui si sentiva un cittadino del mondo, non gli importavano le nazionalità ed i confini dei paesi, difendendo comunque l’autenticità regionale. Dedicò tutta la sua vita artistica alla pace ed alla protezione dell’ambiente. Alla Triennale di Milano nel 1973 piantò 15 alberi negli appartamenti di Via Manzoni e pubblicò il manifesto degli “alberi inquilini”.

Era convinto che anche gli alberi devono avere il loro posto nell’architettura, visto che l’uomo sta rubando spazio alla natura con le sue costruzioni. Secondo Hundertwasser l’albero paga l’affitto, dandoci ombra, rinfrescando l’aria e facendo decoro. Nella sua epoca la sua visione per l’architettura ambientale era vista da tanti come follia. Oggi invece gli architetti moderni prendono spunto dalle sue idee pazze, come possiamo vedere per esempio nel bosco verticale di Milano.

A Vienna gli “alberi inquilini” vennero realizzati già negli anni 80. Il comune di Vienna incaricò Hundertwasser a progettare una casa popolare, dove l’artista poteva realizzare le sue visioni. È uno fra tanti palazzi comunali a Vienna, ca. 30% degli appartamenti sono case popolari. Ma la casa Hundertwasser non è paragonabile con nessun’altro edificio. Sembra quasi un castello di una favola, con le cupole a cipolla, colonne, statue e soprattutto tanti colori.

Ci sono alberi che crescono dalle finestre ed alberi sul giardino pensile immerso sul tetto. Nel corso degli anni sono diventati talmente grandi, stupisce che le loro radici non distruggono i muri. Ognuno dei 50 appartamenti deve aver accesso ad uno spazio verde, o privato o pubblico. Hundertwasser voleva avvicinarsi con la sua architettura il più possibile alla natura, si dice che non ci sono né spigoli vivi ne linee rette in tutta la costruzione. I pavimenti sono ondulati, come nella natura quando si cammina su un prato od in un bosco. Secondo l’artista il pavimento deve essere musica per i piedi.

I tanti colori della facciata sono per distinguere i singoli appartamenti, per dare un’identità diversa ad ogni inquilino, ma anche per rendere le nostre città grigie un po’ più allegre. Hundertwasser lottava per il “diritto della finestra”, voleva che ognuno fosse in grado di dipingere una cornice attorno alla propria finestra.

Un po’ si capisce che la gente negli anni ’80 lo considerava pazzo, ma adesso decenni dopo si deve ammettere che le sue idee tracciavano la strada per un futuro urbanistico in simbiosi con la natura.

Ogni anno migliaia di turisti di tutto il mondo vengono ad ammirare la casa matta di Vienna e per fare le foto vicino alle colonne storte, fatte di maioliche. I mosaici disparsi su tutto il palazzo, che gli operai potevano applicare secondo il loro gusto, ricordano lo stile di Gaudì, senz’altro un artista tanto apprezzato da Hundertwasser. È un grande dispiacere che non si può entrare nell’edificio per visitarlo all’interno per la privacy degli inquilini.

Quando la casa popolare fu costruita, non era prevedibile che diventasse una grande attrazione turistica. Pochi anni dopo il comune di Vienna decise di incaricare Hundertwasser con un altro progetto di fronte alla “casa matta” per creare più spazio per il turismo. Una vecchia auto officina venne rimodellata dall’artista nel cosiddetto “villaggio Hundertwasser”, dove si trovano dei negozi di souvenir, un bar ed una galleria d’arte, ma forse l’attrazione più grande sono i bagni pubblici con i pavimenti storti ed i tanti mosaici.

L’acqua non fa solo parte al nome dell’artista, ma è anche un elemento molto importante della sua architettura. Nel villaggio Hundertwasser l’acqua scende addirittura dalle colonne, passa attorno al bar e poi continua il suo percorso fino al piano sotterraneo dove finisce in una grande fontana. Vale la pena di salire le scale irregolari per la galleria d’arte, dove si possono ammirare alcune stampe dei quadri di Hundertwasser. È solo una prima visione per avere un’idea della sua arte.

Una visita molto più approfondita per conoscere meglio il mondo di Hundertwasser si può fare al museo Kunsthaus, situato anche nel terzo distretto di Vienna. Si trova nella vecchia fabbrica di mobili Thonet, conosciuta in tutto il mondo per le sedie da caffè in legno curvato. Ancora oggi nel ristorante del museo usano le varie sedie di Thonet. L’aspetto esterno del museo è abbastanza diverso dalla “casa matta”, non è così colorata, la facciata è coperta con mattonelle in bianco e nero. La spiegazione dell’artista è semplice, all’interno sono esposti tanti colori, perciò all’esterno non c’è n’è bisogno. Lo stile Hundertwasser è comunque subito riconoscibile, dal pavimento ondulato, dalle colonne di maiolica e dal giardino pensile.

Entrando si nota un altro elemento tipico: la fontana. È una fontana particolare, a forma di una spirale dove l’acqua non corre da su in giù, ma al contrario. La spirale fu il simbolo preferito di Hundertwasser, anche nella sua pittura. Le pietre della fontana vengono da tutto il mondo, tra l’altro ci sono anche i marmi italiani.

In questo museo si presenta la collezione più grande di Hundertwasser, con i suoi dipinti, modelli di architettura, lavori di grafica ed esempi per il suo impegno politico ed ecologico. Nella sua pittura i colori sono forti e lucidi, l’immagine dell’uomo viene integrato nella natura, la spirale come simbolo della vita è onnipresente. Ci sono esposte tante bozze per francobolli, targhe di macchina, bandiere e progetti vari. Voleva creare delle nuove bandiere per l’Australia, la Nuova Zelanda o l’Israele, per dare a queste nazioni una propria identità.

La Nuova Zelanda fu uno dei paesi preferiti di Hundertwasser, per la sua natura intatta, dove passò tanto tempo nei suoi ultimi anni di vita. Una meta molto lontana considerando che rifiutava di usare l’aereo. Per spostarsi dal Europa in Nuova Zelanda viaggiava con la sua barca a vela “Regentag” (giornata di pioggia) o con navi da crociera. Si rendeva conto molto prima degli altri, che dobbiamo proteggere l’ambiente ad ogni costo.

Morì sulla nave Queen Elizabeth 2 al suo viaggio di ritorno in Europa nell’anno 2000 al età di 71 anni di un arresto cardiaco. Fu il suo desiderio di essere sepolto in Nuova Zelanda, in mezzo alla natura nel suo giardino selvatico, senza sarcofago, solo a corpo nudo. Secondo la sua richiesta venne piantato un albero di tulipano sulla sua tomba, in modo che le radici dell’albero lo potevano riprendere nella natura e che poteva rivivere nei fiori dell’albero. Visitando il Kunsthaus di Vienna si vede all’ingresso la sua foto, dicendo che questo era Hundertwasser fino al 2000, e a fianco si vede la foto dell’albero, dicendo che questo è Hundertwasser attualmente.

Anche se l’artista non fu mai un architetto, ma dava solo l’idea e costruiva coll’aiuto degli ingeneri, fino ad oggi la sua architettura giocosa è presente in tanti posti diversi. A Vienna si può ammirare l’inceneritore Spittelau, un impianto di trattamento termico dei rifiuti, da dove più di 60.000 famiglie vengono fornite col calore. Sul tetto dell’impianto si trova un berretto gigantesco in rosso e blu, tipico per il pittore Hundertwasser, che lui portava sempre.

Nella regione austriaca della Stiria ci sono due edifici meravigliosi di Hundertwasser, la chiesa di Santa Barbara ed il centro termale di Blumau. Questo tempio del benessere è un esempio dei suoi “villaggi di colline e prati”, con gli edifici integrati nella natura ed i tetti sotto forma di colline coperte di erba e fiori. L’uomo può camminare sopra i palazzi e gli animali possono pascolare nei prati. Tanti altri esempi della sua architettura si trovano in Germania, Svizzera e Nuova Zelanda, p.es. una scuola, una stazione ferroviaria, diversi palazzi condominiali e bagni pubblici.

All’epoca tanti ridicolizzavano Hundertwasser, non accettando le sue idee visionarie. Adesso passeggiando nelle vie di Vienna, soprattutto nelle nuove zone residenziali, è facile notare i tanti giardini sui tetti e gli alberi che spuntano fuori dai balconi. Ogni estate le nostre città diventano un inferno di calore, pian piano i comuni si rendono conto che tramite tante fontane e tanti alberi negli spazi pubblici si riesce ad abbassare le temperature di qualche grado.


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VERENA EUTICCHIO
„Grüß Gott“ (Buon Dio, come dicono gli austriaci)!
Mi chiamo Verena, sono una vera viennese, nata e cresciuta in questa bella città, sposata con un italiano. Faccio la guida da più di 20 anni in italiano, inglese e tedesco. È la mia passione di far conoscere la mia città e la cultura austriaca ai turisti che vengono da tutto il mondo. 
È poco importante se venite per la prima volta o se siete già venuti tante volte, a Vienna c’è sempre qualche cosa d’interessante da scoprire. Come guida turistica viennese cercherò di farvi conoscere le parti più famose ma anche quelle più misteriose e sconosciute della città.
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Un commento

  1. a Vienna ci sono stata in viaggio di nozze per dieci giorni, e devo dire che è una delle più belle città storiche europee. Ho cercato e visto molti edifici liberty, uno stile che ho sempre amato, ma la casa matta mi è sfuggita…a vederla e leggerne le caratteristiche direi che ci abiterei volentieri senza pensarci su troppo 🙂

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