Alla scoperta di Piazza del Popolo a Roma

È ben noto che a Roma ogni piazza ha il suo fascino e la sua equa distribuzione degli spazi, infatti al centro possiamo spesso ammirare o una straordinaria fontana da dove zampilli di acqua fresca fuoriescono da scultorei mascheroni, abbellite da statue allegoriche e creature mitologiche. Altre vantano al centro un’antica colonna o un prezioso obelisco che ne determina l’equilibrio centrale con effetti classici, scenici e teatrali irripetibili grazie non soltanto al progetto geniale dei più grandi scultori per la maggior parte rinascimentali ed alcuni dell’età barocca ma anche alla precisione e alla alta capacità delle maestranze che le hanno realizzate e di questo possiamo essere ben fieri sin da quando gli antichi romani avevano iniziato a dare i loro primi segnali verso un’innata predisposizione a realizzare opere ingegneristiche di alto livello e di grande plauso da parte di tutto il mondo di allora e che in maniera altruistica e quasi spontanea, come solo i grandi Popoli sanno fare, venivano riproposte e realizzate in tutte le provincie romane che ne beneficiavano, visto anche poi i risvolti pratici che hanno rappresentato per il bene pubblico in tutto il mondo e sto parlando degli acquedotti.

Tante sono le opere ingegneristiche di tale portata e grandiosità che ad oggi ancora meravigliano, vedi ad es. il Pantheon e lo stesso Colosseo, che a dispetto di quasi 2000 anni di vicissitudini umane e atmosferiche resiste come un vero gladiatore all’usura del tempo e sembra sfidare ogni avversità.

Che dire poi di Piazza Venezia, piazza simbolo di Roma, che vista da una delle più famosa via dello shopping, Via Del Corso, supera ogni aspettativa in quando a simmetria, realizzata più tardi tra fine ottocento e inizi novecento sempre seguendo il progetto di armonia speculare dove addirittura la centralità è rappresentata da un monumento che lascia attoniti per la sua solenne mole bianca di marmo puro di Botticino: l’Altare della Patria, il Vittoriano, viene subito in mente: ma quante persone hanno lavorato e quanti anni hanno impiegato per costruirlo per realizzare un monumento così grande e ancora: come sono riusciti a posizionare quei grandi carri di bronzo così pesanti e così in alto.

Le sue decorazioni e i vari gruppi scultorei allegorici illustrano in maniera simbolica lo spirito e i valori che hanno motivato e condotto all’Unità d’Italia nel 1861, come il coraggio, il sacrificio, il pensiero, l’azione etc.  ma è il monumento stesso, bassorilievi e altorilievi, con le sue decorazioni e le sue statue e le sue colonne a rappresentare proprio il suolo italiano e la sua geografia, con le sue regioni e i suoi mari. I suoi due carri-quadrighe bronzei alati svettano in alto e riflettono la luce del sole che li rende visibili sin dal Gianicolo e celebrano la libertà conquistata dopo la vittoria, sottolineano l’unità e l’identità nazionale; la statua di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia e la statua della dea Roma a guardia della tomba del Milite Ignoto, un soldato sconosciuto, le cui spoglie vennero tumulate il 4 novembre del 1921 in memoria dei tanti soldati che hanno dato la vita in guerra e che ogni 4 novembre da ormai 101 anni vengono ricordati ed onorati con una cerimonia ufficiale, proprio come quella iniziale. Ma le curiosità sui monumenti che caratterizzano alcune piazze di Roma, non finiscono mai di stupire, come ad es. Piazza del Popolo, al cui centro c’è un grande obelisco egizio di granito rosso risalente al 1.300 a. C. appartenente ai faraoni Seti I e suo figlio Ramses che ne ordinarono i geroglifici e dedicato al dio sole. Fu tra i primi ad essere trasportato a Roma dall’Egitto per volere dell’Imperatore Ottaviano Augusto, come bottino di guerra e dedicato ad Apollo e anche qui il pensiero è lo stesso: quanti uomini furono necessari a quel tempo per trasportare un simile monolito integro e senza alcun danno, tanto che si dice che per alcuni anni la nave servita per il trasferimento fu esposta al pubblico, tanto l’impresa era stata difficile.

Fu ritrovato molti anni dopo spezzato in tre parti, probabilmente distrutto durante le invasioni barbariche e poi ricollocato al centro di Piazza del Popolo nel 1589 per volontà di papa Sisto V, “Er papa Tosto” del poeta romano Gioacchino Belli, 1834, che vi invito a leggere proprio per carpire i lati caratteriali di uno dei più discussi e controversi papi della storia per il suo carattere colorito e poco prevedibile che ha dato lo spunto a leggende alquanto strabilianti e grottesche e a tratti crudeli, se vere, ma colui che in soli cinque anni, tanto durò il suo breve papato, dettò nuovo regole per il commercio interno e si dedicò alla risistemazione urbana della città, facendo costruire strade e piazze dedicandosi all’arte secondo l’assetto rinascimentale, tra i quali il posizionamento al centro dell’obelisco in piazza del Popolo, che ancora oggi con i suoi 29 mt di altezza domina la piazza e incuriosisce i visitatori di tutto il mondo per la sua originalità e bellezza completata dalle quattro vasche a forma piramidale posizionate intorno al suo basamento nell’ottocento, secondo il progetto di Giuseppe Valadier, tra zampilli di acqua che fuoriescono a ventaglio dalle bocche dei quattro leoni in stile egizio, che ricordano appieno la provenienza antica dell’obelisco.


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DONATELLA BATTISTI
Sono Donatella, abito a Roma e sono un accompagnatore turistico abilitata lingua italiana e inglese.
Durante questi anni di attività nel turismo al quale mi dedico con molto piacere, ho sperimentato che ogni volta che si visita una nuova destinazione si scoprono tantissime emozionanti novità e, spesso, specialmente se il luogo ci è piaciuto particolarmente, la volontà di farvi ritorno per scoprire sempre di più.
Essere curiosi stimola la nostra voglia di conoscenza e alimenta la nostra immaginazione (leggenda o realtà?), in particolare quando si visita una città come Roma. L’importante è iniziare questo percorso: il resto viene da sé! 
 

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