Un gioiellino a pochi passi dal duomo

Chi ci entra, magari per caso, rimane sempre a bocca aperta. È infatti impossibile immaginare un simile spettacolo dietro quell’anonima facciata di corso Magenta. All’esterno, San Maurizio al Monastero Maggiore sembra una chiesa qualunque. Appena varcata la soglia, ci si rende conto che è uno dei tesori più belli di Milano.
San Maurizio ha una struttura molto particolare. Era infatti la chiesa dell’ex Monastero Maggiore, l’antico cenobio femminile parzialmente demolito nel 1864 e ora inglobato nel civico Museo Archeologico: fu iniziata nel 1503 ed è attribuita, senza alcun riscontro documentario, a Gian Giacomo Dolcebuono, come chiesa non soltanto per la cittadinanza ma anche per le monache di clausura. Ecco il vero motivo di dividere la chiesa in due metà: la parte verso la strada era la parte pubblica, ed è separata da un tramezzo dal cosiddetto Coro delle Monache, riservato alle sole religiose, per non farle entrare in contatto con il mondo esterno.
In realtà lo spettacolo è dato dalla decorazione. Ogni spazio è un tripudio di affreschi, dipinti e stucchi che ricoprono le pareti e il soffitto di tutta la chiesa. Il maestro per eccellenza è Bernardino Luini, che ci lavorò con la sua bottega dal 1522 al 1529 su commissione del senatore Alessandro Bentivoglio, ritraendo episodi biblici dei due Testamenti, storie di santi e parabole. Uno dei pochi esempi così meglio conservati di pittura rinascimentale lombarda, tanto che il ciclo di affreschi è definito “la Cappella Sistina di Milano”.
Da notare sono soprattutto gli affreschi sul tramezzo, tra cui il martirio di San Maurizio e San Sigismondo che offre a San Maurizio il modello della chiesa. Colpiscono anche alcune scene piuttosto originali, come il grande affresco dell’arca di Noè – con tanto di animali dettagliatamente descritti, persino di unicorni. Ma da scoprire ci sono talmente tanti dettagli che si starebbe ore a cercarli, tra il cielo intarsiato sotto il coro e gli affreschi di altri numerosi pittori del ‘500 lungo tutte le cappelle.




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Alice Brivio
Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!