
La Samaritaine, uno dei leggendari grands magazins di Parigi, ha riaperto le porte dopo sedici lunghissimi anni di lavori di restauro. Iscritto nella lista dei Monumenti storici della capitale, questo grande magazzino, aperto alla fine dell’800, ha attraversato il tempo, adattandosi alle mode e al gusto di ogni epoca. La sua elegante architettura Art nouveau incarna lo spirito della Bella Epoque, mentre la facciata Art deco sulla Senna, quello des Années folles (gli Anni ruggenti). Gli ultimi lavori di rinnovamento, terminati nel 2021, hanno permesso di modernizzarne gli spazi interni e dotare l’insieme di un’originale, quanto discussa, facciata in vetro trasparente, su rue de Rivoli.
Idealmente situata, proprio al centro di Parigi, la Samaritaine si rivela un’imperdibile tappa durante un soggiorno nella capitale francese.
Storia dei Grandi magazzini a Parigi
Belle Epoque. Fine ‘800. Parigi, capitale dell’arte e delle Esposizioni universali, si sta preparando a divenire anche la capitale della moda. I grandi lavori del barone Georges Eugène Haussmann l’hanno trasformata in una delle città più belle del mondo. I viali linerari che ritmano la città, sono le grandi vie di comunicazione che permettono di spostarsi da una quartiere all’altro, grazie alla creazione degli Omnibus, gli antenati degli autobus.
È in questo ambiente dinamico e di fervore che aprono i primi grandi magazzini della capitale, i quali attirano tutte le classi sociali. Una delle grandi invenzioni di quest’epoca è la confezione degli abiti industriali in serie, il cosiddetto prêt à porter. Non si è più obbligati a farsi imbastire un abito da un sarto, si va nei grandi magazzini dove tutto è predisposto: cabine di prova, fattorini per le consegne a domicilio, possibilità di riportare un acquisto se non si è convinti.
Il primo grande magazzino di Parigi apre sulla Rive gauche nel 1852 ed è il Bon Marché. In seguito apriranno altri storici grands magazins, alcuni dei quali esistono ancora, come i magazzini Lafayette e Pringtemps.
Questi grandi magazzini si rivelano un vero fenomeno sociale di grande successo. Emile Zola, difatti, dedica ad essi il suo undicesimo romanzo dei Rougon-Macquart, il Paradiso delle signore. Au bonheur des dames nel suo titolo originale. Emile Zola, s’ispira al Bon Marché e ai magazzini del Louvre frequentati da sua moglie, per scrivere il suo romanzo. Ne osserva la disposizione degli scaffali e dei vari reparti, così come tutta l’organizzazione d’insieme. Per descrivere con dovizia di particolari l’architettura, Zola si avvale dell’ausilio di Frantz Jourdain, futuro architetto della Samaritaine, il quale traccia con precisione il ‘progetto immaginario’ di un grande magazzino, fatto tutto in ferro e vetro, che Zola riprende tale e quale nel suo romanzo.
Il negozio di novità dei Cognacq-Jay. Nascita della Samaritaine
Ernest Cognacq era un commesso di un negozio che nel 1870 decide di aprire un commerce de nouveautés lungo la Senna, non lontano dal Pont Neuf. Lo chiama La Samaritaine in ricordo di una pompa d’acqua che anticamente era situata sotto il medesimo ponte, decorata a bassorilievo, con la storia dell’incontro di Gesù e la Samaritana al pozzo di Giacobbe.
Ernest Cognacq, che intanto ha sposato nel 1872 Marie-Louise Jaÿ, una commessa del Bon Marché, vede il suo negozio prosperare, e nel 1900 lo trasforma in un grande magazzino. Il suo commercio ha successo grazie all’invidiabile posizione centrale, in rue de Rivoli, e alle operazioni pubblicitarie. Grandi insegne e manifesti, scintillanti illuminazioni. In pochi anni la Samaritaine diventa uno dei negozi più frequentati e alla moda della capitale. Il commercio dei Cognacq-Jay ha bisogno di più spazio e Ernest Cognacq pensa in grande.
Il progetto Belle Epoque in stile Art Nouveau
La sua idea è quella di far costruire una grande architettura in ferro, ricoperta da una vetrata. Per realizzare il suo progetto si rivolge a Frantz Jourdain, l’architetto che aveva consigliato venti anni prima Emile Zola. Jourdain, difatti, riprende l’architettura pensata al tempo per il romanzo di Zola: una spaziosa struttura in ferro, sormontata da una grande vetrata per permettere alla luce d’entrare e d’illuminare i vari piani. L’architetto propone un insieme in stile Art nouveau, che ben incarna lo spirito della Belle Epoque di inizio ‘900. La facciata, che ancora possiamo ammirare in rue de la Monnaie, è decorata con delle placche di lava di Volvic, smaltate e decorate con motivi vegetali policromi.


La struttura in ferro è in ‘stile’ Gustave Eiffel, ciò significa che non fu fatta dal grande ingegnere, ma seguendo la sua maniera: travature in ferro prefabbricate e assemblate con dei rivetti, proprio come la Tour Eiffel.


Ma la meraviglia della Samaritaine si trova al suo interno, ed è la famosa scalinata in stile Art nouveau, tutta in ferro battuto, di colore blu-grigio, con motivi vegetali e foglie di ippocastani.



Leggera ed elegante, la scalinata s’innalza fino al soffitto in vetro, e permette la deambulazione tra i vari piani.
La vetrata in alto, anch’essa in stile Art nouveau, permette alla luce naturale d’inondare tutta la struttura, anche perché, la pavimentazione originale era fatta di placche di vetro che permettevano alla luce di passare. Nell’ultimo restauro, per ragioni di sicurezza, non è stato possibile ricreare questo tipo di pavimentazione, e le placche di vetro ora appoggiano su una pavimentazione in cemento bianco. Inoltre, il soffitto a vetrata, permette un sottile gioco di luci e ombre, che riflette le linee sinuose, dette a ‘colpi di frusta’, del decoro in stile Liberty tutt’attorno.



Giunti alla sommità della grande scalinata, si è impressionati dal Fregio dei Pavoni, un decoro ad affresco che corre tutt’attorno la parete e accentua, con le sue dorature, l’effetto di luminosità dell’insieme. Il pavone è un animale spesso rappresentato nell’Art nouveau, per la sinuosità delle sue forme, grazie all’elegante ruota che crea con la coda, ma anche per il decoro sulle sue piume, che ricreano la forma di occhi o di cuori. Realizzato tra il 1907 e il 1910, questo decoro corrisponde all’ultima fase dello stile Liberty; una transizione tra l’Art nouveau e l’Art deco nascente. Proprio sotto il Fregio dei Pavoni, corre una decorazione in ferro dorato, che imita i tasselli di un mosaico, con motivi di grappoli d’uva, spesso riprodotti nello stile Art nouveau.


Art deco vs Art Nouveau
L’armonia incarnata dallo stile Liberty, con le sue forme sinuose e i colori delicati, svanisce con lo scoppio della Grande guerra, momento in cui finisce un mondo e ne comincia un altro. Dopo la prima guerra mondiale lo stile colorato e sinuoso dell’Art nouveau è passato di moda, non piace più. Si afferma uno stile più geometrico e razionale, che è quello dell’Art deco. L’architetto Henri Sauvage, un discepolo di Frantz Jourdain, viene incaricato nel 1928 di costruire la famosa facciata in stile Art deco, più moderna, con le sue forme lineari e stilizzate. La ammiriamo ancora sul lato Senna.


In questo periodo, lo stile troppo colorato ed esuberante della Belle Epoque non è proprio più apprezzato. Tra le due guerre mondiali, tutto il decoro Art nouveau della Samaritaine viene occultato: si ricopre la vetrata in ferro con un falso soffitto in gesso bianco. I decori dei fregi, considerati troppo esuberanti, vengono dipinti in bianco. Le placche di vetro dei pavimenti vengono coperte con del linoleum, e tutta la decorazione interna in ceramica, con motivi di foglie e steli, è ricoperta con del gesso. Anche il decoro dell’esterno, in lava smaltata, viene dipinto di bianco, per armonizzare il tutto con la facciata in stile Art deco lungo la Senna.
La Samaritaine oggi. Una rinascita
Il declino dei grandi magazzini, e in particolare della Samaritaine, comincia negli anni 1970, quando il grande mercato di Les Halles, l’antico ventre di Parigi, viene spostato fuori dalla città, a Rungis. Ma è nel 2005 che gli storici grandi magazzini della Samaritaine devono chiudere le porte per motivi di sicurezza.
Dopo sedici anni di lunghi lavori, nel giugno del 2021, la Samaritaine ha riaperto le sue porte sfoggiando tutto il suo splendore d’origine. A seguito di una lunga e costosa campagna di restauri, difatti, tutto il decoro Art nouveau è stato restaurato. I colori d’origine blu-grigio della scalinata, caratteristici dell’Art nouveau, sono stati ritrovati grazie a degli studi stratigrafici, grattando con uno scalpello le superfici più volte ridipinte nel corso degli anni. Questi lavori di rinnovamento hanno permesso anche una completa modernizzazione del complesso, che culmina, su rue de Rivoli, con l’originale facciata in vetro ondulato dell’architetto giapponese Kazuyo Sejima. Col suo ritmo sinuoso e verticale, la facciata in vetro ‘a onde’ rispecchia le facciate del paesaggio urbano tutt’attorno, ricreandone, deformate, le sagome.


Oggigiorno, il decoro storico della Samaritaine è iscritto nella lista dei Monumenti storici di Parigi. Ma se l’architettura ha ritrovato la sua estetica iniziale, la Samaritaine non ha conservato la sua anima originaria, quella di un grande magazzino popolare, dove si trovava di tutto e per tutte le tasche. On trouve de tout à la Samaritaine! era il famoso motto nato negli anni 1960. Difatti, ci si recava alla Samaritaine per comprare qualsiasi cosa: un chiodo, un abito, merce economica. Oggi la struttura appartiene al famoso gruppo LVMH, e ospita le grandi firme della moda, un hotel di lusso a 5 stelle, sul lato Senna, Le Cheval Blanc, degli appartamenti, degli uffici, un asilo nido.
Nonostante ciò, una visita alla Samaritaine resta un momento privilegiato durante un soggiorno a Parigi. Risalire la grande scalinata in stile Liberty, raggiungere la sommità per ammirare il bel fregio dorato dei Pavoni, offrirsi un aperitivo o un pranzo nei bei locali sotto la grande vetrata..


Un indimenticabile tuffo nello splendore della Parigi Belle Epoque, ma anche in una Parigi moderna ed esclusiva. Vi aspetto!