Una vacanza tra le isole di Capo Verde – Prima parte

Mettetevi comodi. Vogliamo portarvi #inviaggiocondeustour in un posto colorato, gentile, ricco di suggestioni, una destinazione dove il turismo non è ancora di massa, ma che sa offrire cultura, bellezze naturali e tradizioni che portano alla memoria il periodo coloniale portoghese: l’arcipelago di Capo Verde.

Sal, Sao Vincente, Sant’Antao, Santiago, Boavista

Le dieci isole di Capo Verde al largo del Senegal – crocevia fra Europa, Africa e America Latina – rappresentano un mondo a parte, che raccoglie nella cultura, nella musica, nei tratti della popolazione e nella cucina le influenze di tutti questi Paesi.

Partiamo per l’isola di Sal, da sempre sede dell’aeroporto internazionale Amilcar Cabral, costruito dagli italiani nel 1939. L’isola è fra le più attrezzate dell’arcipelago per ospitare una sempre più crescente domanda turistica. Seppure di modeste dimensioni, è un’isola per il turismo a 360° in versione bonsai: golf, pesca sportiva e d’altura, diving, motoquad e ogni genere di sport e divertimenti, di giorno come di notte; lunghe spiagge di sabbia fine che circondano il 90% dell’isola, creando un sublime contrasto di colori con il mare. La popolazione è giocosa e accogliente e gli episodi di violenza e microdelinquenza sono quasi inesistenti.

Con un volo di circa 30 minuti da Sal raggiungiamo poi l’isola della musica, Sao Vincente. Qui hanno calcato le loro prime scene artisti divenuti poi di fama internazionale, come Cesaria Evora, Erminia e Tito Paris, fra gli altri. Detta la piccola Rio, a Sao Vincente, oltre al festival della musica, si svolge il carnevale con sfilata di carri più bello dell’arcipelago.

Al ritmo di Morna e Coladera, ci spostiamo con un traghetto e poche ore di viaggio a Sant’Antao (detta l’isola del mistero), la più verde in assoluto, con montagne di eucalipto che aiutano i curanderos (gli sciamani locali, ndr)alla preparazione dei loro decotti curativi a base di erbe. Per la serie: un tocco di “Prealpi” in pieno Oceano Atlantico.

Torniamo a Sao Vincente, ma solo per prendere l’aero alla volta di Santiago, che ospita la capitale della repubblica di Cabo Verde, Praia, dove il profondo legame che queste isole hanno con il continente africano è più evidente. Le tracce architettoniche, i volti e le abitudini alimentari lasciano intendere anche al più ignaro dei turisti qual è stata la storia di questo popolo: una diaspora perpetua che però li rende orgogliosi di quella che in creolo chiamano nha terra (ossia, la nostra terra).

Collegata in modo eccellente a Santiago, c’è Boavista, l’isola che incarna maggiormente lo spirito di vacanza e di mare: onde, spiagge bianche infinite e, all’interno, il deserto con i suoi paesaggi lunari e dune cangianti. Al largo delle coste di Boavista spesso si possono intravvedere balene e, sulle spiagge, non mancano di nidificare le tartarughe marine. Vale la pena visitare anche la capitale, Sal Rei, dove le notti sono animate dal ritmo sensuale della Coladera.

La cachupa: il piatto simbolo di Capo Verde

E a tavola? La gastronomia capoverdiana è totalmente incentrata sul pesce: zuppe, aragoste e tonno non mancano mai nei ristoranti locali. Il piatto simbolo è sicuramente la cachupa, una zuppa di maiale o pesce, accompagnata da fagioli, mais, batate dolci, manioca ed erbe. Considerata da molti una vera prelibatezza, la regina, la protagonista, questa pietanza di solito si mangia nei giorni di festa e la sua preparazione può essere un autentico rituale, che inizia il giorno prima con la messa in acqua fredda di mais e fagioli. Preparata sempre in grandi quantità, ha degli ingredienti di base ma ognuno, come capita per molti piatti tradizionali, ha la sua ricetta preferita.

Ci sono la versione rica (fatta con diversi tipi di carne) e quella pobre (con solo pesce). Il giorno dopo, può ancora essere stufata (guisada) e servita con salsiccia affumicata e uova fritte, come rinforzo per la colazione. Tutti i capoverdiani la consumano al mattino, fino alle 11 per “mantenere le batterie cariche”. È buonissima anche light, in versione “vegetariana”. E se si amano i sapori più forti si può aggiungere il piri-piri, un condimento ottenuto da peperoncini messi a macerare nell’olio. Poche gocce bastano a dare un tocco davvero strong.

Non perdetevi la seconda parte dell’articolo… altre bellezze vi aspettano!


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