Il Santuario di Madonna di Tirano: uno scrigno di curiosità!

Chi per la prima volta giunge in Valtellina ha una tappa davvero obbligata: la Basilica della Madonna di Tirano.

Non solo perché è stata definita da Papa Pio XII la Celeste Patrona  dell’intera provincia di Sondrio.

Neppure perché è il monumento religioso che più di tutti identifica questa “città slow”, a due passi dalla Svizzera e capolinea italiano della ferrovia del trenino rosso del Bernina, Patrimonio Mondiale Unesco.

Nemmeno perché il Santuario è diventato pure l’immagine di copertina di una guida turistica giapponese dedicata all’Italia, e qualcosa questo vorrà dire!

Il motivo è un altro. La Basilica dà il benvenuto ai visitatori all’ingresso del paese, per secoli definito “crocevia”.

Lo fa in modo monumentale, ma in totale semplicità: con le linee essenziali di uno stile rinascimentale lombardo, senza forse togliere il fiato  agli avventori, almeno ad una prima vista.

Racchiude, però, al suo interno e nella piazza circostante, una storia che pochi si potrebbero aspettare!

Il Santuario è una Basilica Minore sorta a seguito dell’apparizione della Madonna al “Beato Mario” nel lontano 29 settembre 1504.

Da quel giorno il destino di questo luogo non sarebbe stato più lo stesso.

Da lì a poco fu edificato il Santuario, con la sua Cappella dedicata alla Madonna della Sanitate, poi con il tempo si arricchì di un tripudio di stucchi, intagli, statue e raffigurazioni che, entrando ancora oggi, lasciano basiti i turisti.

Una piccola bomboniera.

La fede della comunità valtellinese del 1600 si tramuta in uno stile barocco, ridondante e a volte sopra le righe.

Eccessivo, forse, come l’organo che si trova al suo interno?

Quattordici metri di altezza, duemiladuecento canne, undicimila ore di intaglio, più di quarant’anni per concludere i lavori da quel lontano 1608!

Una vera opera d’arte che già da sola meriterebbe una visita.

C’è, però, molto di più di questo.

Non solo al Santuario fu donato un paramento sacro, addirittura dal Cardinale Richelieu.

Non solo divenne il baluardo del cattolicesimo nel periodo della riforma protestante.

Non solo è un luogo di pellegrinaggio.

Qui in passato si giungeva per chiedere una grazia, per portare un ex voto, per sperare in un miracolo, e ve ne furono ben 77 secondo le testimonianze!

Oggi, più che mai, torna il desiderio di camminare per raggiungere la Basilica, seguendo la via Occidentale del nuovissimo Cammino Mariano delle Alpi. Un itinerario di trekking che ad ora si snoda lungo novanta chilometri e cinque tappe, tra i sentieri, su e giù dai vigneti, lungo boschi e terrazzamenti.

La Basilica di Tirano non rappresenta, tuttavia, solo la devozione di una comunità.

Lo si intuisce già vedendo sulla facciata l’antico stemma cittadino: una formella con raffigurato San Martino a cavallo, patrono di Tirano.

In questo modo si voleva comunicare che la chiesa era di proprietà della Communitas e non del clero!

Ancora più curioso è sapere che la piazza del Santuario divenne un vero centro di scambi e commercio.

Un po ‘ come  avviene oggi la prima domenica del mese quando  si organizza il mercato dell’artigianato sul sagrato, forse nel tentativo di ricordare il passato.

Nel 1514, dopo due anni dalla conquista della Valtellina da parte dei Grigioni, giunge a Coira la richiesta di alcuni tiranesi di organizzare un mercato agricolo commerciale.

Detto fatto, da allora ancora oggi si organizza la Fiera di San Michele, in passato una vera e propria istituzione economica.

Folle di gente giungevano numerose  a Tirano dal nord Europa e dalle città più importanti d’Italia.

Seta, tessuti, preziosi, aromi,spezie, tabacchi, bestiame erano solo alcuni dei prodotti più ricercati, ma si tentava di vendere anche l’ultimo vino rimasto nelle botti, per fare posto a quello della nuova ed imminente vendemmia.

Fu così che nei pressi della Basilica sorse pure l’Hostaria Granda, il primo hotel tiranese! E con esso anche le prime botteghe che con gli anni accerchiarono la chiesa in un pittoresco “abbraccio”.

Ancora oggi, guardando alcuni dipinti, si può immaginare come doveva essere il trambusto della fiera di San Michele: nei periodi d’oro fino a quindici giorni di compravendita che amplificavano la notorietà di questo borgo tra le Alpi.

Per scoprire di persona altre notizie insolite di questo scrigno di curiosità, non resta che venire di persona a conoscere da vicino Tirano, il suo Santuario e la sua storia.


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Sono Francesca, guida e accompagnatrice turistica. Il mondo dei viaggi è stato sin da piccola la mia passione. Sono cresciuta macinando chilometri a bordo di un camper, passando da villaggi turistici, dove ho fatto l’animatrice, a info point, fino a laurearmi in scienze del turismo e organizzazione di eventi culturali. Dal 2011 accompagno viaggiatori curiosi a bordo del famoso Trenino rosso del Bernina, patrimonio mondiale Unesco!
Le mie visite guidate sono un carosello di sali e scendi, tra i capolinea della ferrovia, Tirano e St. Moritz e le sue fermate più entusiasmanti, tra Italia e Svizzera, tra Valtellina ed Engadina. Adoro arricchire i miei racconti con aneddoti curiosi e gustose parentesi enogastronomiche. Non cambierei per nulla al mondo il mio “ufficio itinerante”, ma volentieri ti invito a bordo: che aspetti, parti con me!

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