
C’è un paese, nel cuore del Parco Lombardo della valle del Ticino, in cui passato e presente dialogano e convivono, raccontandoci moltissimo dell’evoluzione di questo luogo nel tempo.
Si tratta di Turbigo, Comune con poco più di 7.000 abitanti a circa 40 km da Milano, vicino alla provincia di Varese.
Turbigo ha un’origine molto antica. I primi ritrovamenti della presenza umana risalgono al I secolo a.C., cioè al periodo romano repubblicano. Tuttavia, il maggiore sviluppo lo si deve all’epoca in cui venne costruito il Naviglio Grande.
Come per molti Comuni della zona, anche a Turbigo la navigazione sul Naviglio, iniziata nella seconda metà del XIII Sec. in aggiunta a quella già presente sul fiume Ticino, portò benessere, commercio e nuovi mestieri legati all’acqua.
Ma sarà poi, fra la fine del XIX secolo e durante tutto il XX secolo, che Turbigo riceverà l’impronta industriale che ancora oggi lo caratterizza fortemente.

Con una passeggiata di circa 4 km, partendo da piazza Madonna della Luna, è possibile fare un viaggio nel tempo, passando sul filo dell’acqua: una bella esperienza per vedere lo sviluppo industriale del territorio, un aspetto meno conosciuto ma molto affascinate del Naviglio Grande.

La nostra passeggiata ci porta all’incrocio fra via Roma e l’alzaia del Naviglio Grande. Qui è ancora possibile ammirare i resti di quella che un tempo fu la dogana austroungarica, inaugurata nel 1743 e rimasta in funzione fino al 1859. Qui c’era anche un’osteria, una foresteria, il cambio di cavalli per la diligenza e la stazione postale.
Non dobbiamo dimenticare che il Ticino, e di conseguenza il suo territorio, sono stati luoghi di confine per molto tempo. La strada che passa sopra al ponte era fondamentale perché conduceva al porto sul fiume, un punto strategico molto importante.

Proseguendo lungo la strada Alzaia verso destra si passa davanti alla ex conceria Cedrati che ci ricorda il passato industriale di Turbigo, fatto di concerie, industrie tessili e cotonifici che sfruttavano l’acqua per le lavorazioni.
Andando oltre incontriamo la Centrale Castelli, una centrale idroelettrica che sfrutta l’acqua del Canale Industriale, portato fino a qui appositamente nel 1903. La centrale venne realizzata poco dopo ma fu poi ammodernata completamente nel 1946, ed è come si presenta ancora oggi.

Capire come si muove l’acqua in questo snodo è abbastanza complesso; qui l’acqua sembra arrivare da ogni parte e andare ovunque. Basti sapere che l’acqua che arriva nella centrale dal Canale Industriale finisce per la maggior parte nel Naviglio Grande, una parte va nel Canale Scaricatore per azionare un’altra piccola centrale, e un’ultima parte rientra nel fiume Ticino attraverso il Canale di Regresso.

A questo punto ritorniamo sui nostri passi, ripercorriamo l’alzaia, la strada che costeggia il canale, raggiungiamo nuovamente il ponte e la vecchia dogana e proseguiamo nell’altra direzione. Ci lasciamo alle spalle le ultime case di Turbigo e davanti a noi inizia ad apparire l’imponente e bellissima sagoma della Centrale Termoelettrica Levante.

Costruita nel 1928 come centrale a carbone, con le linee eleganti tipiche di quel tempo, venne messa in riserva fredda nel 1985. Con gli anni, alla Centrale Levante si affiancò la Centrale Ponente che oggi, dopo il revamping, è diventata una moderna centrale turbogas a ciclo combinato, di proprietà di Iren.
Alla fine degli edifici che compongono la centrale è possibile vedere lo sbarramento che consente di mettere in asciutta il Naviglio Grande durante i mesi in cui l’acqua irrigua non viene utilizzata. Oggi si tratta di uno sbarramento moderno, dotato di conca per il passaggio delle barche, ma un tempo era fatto di strette e lunghe assi di legno, come si può vedere in un pezzo conservato come memoria storica lì vicino.

La nostra passeggiata termina qui, ora possiamo tornare indietro oppure, possiamo proseguire ancora un po’, fino al ponte della Padregnana, in un percorso immerso nella natura e a fianco del canale.
Questo ponte molto antico a due arcate, risalente al 1595, ci ricorda come queste placide acque e questi luoghi abbiano un passato ricco di storia, intimamente legato allo scorrere dell’acqua e come questo passato sia in realtà anche presente e futuro, perché ancora oggi il territorio vive grazie all’acqua del fiume Ticino e alle sue canalizzazioni.
Vi aspetto per scoprire insieme Turbigo e le bellezze del Parco Lombardo della valle del Ticino!
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Ciao, mi chiamo Claudia Tramarin e sono una Guida Naturalistica ed Escursionistica del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Sono nata e cresciuta in un paesaggio d’acqua, in un lembo di terra fortunata, stretta tra il Ticino e il Naviglio Grande. Scoprilo con me, con i miei occhi e con le mie parole: qui l’acqua ride e scorre insieme alle stagioni e al lavoro in campagna. I campi coltivati sono come tessere di un mosaico, verdi e gialle, separate dalle linee d’acqua dei fontanili. Poi arriva il bosco, silenzioso ma attento, e infine il fiume Ticino con la sua maestosità.
Io sono così: sono come tutte quelle tessere coltivate, come tutte le foglie del bosco, con i colori dell’estate e dell’autunno, diverse tra loro ma tenute insieme dall’esuberanza dell’acqua.
Il paesaggio in cui vivo mi ha resa simile a sé e per questo amo raccontarlo e farlo conoscere… come fa un cantastorie!