L’area biellese è un territorio immerso nella natura e nella storia ancora tutto da scoprire. Quando si pensa a questo territorio piemontese si pensa subito al distretto tessile che nel 2019 ha reso Biella “Città Creativa per l’UNESCO” grazie alla maestria del suo saper fare artigianale unita ad un’attenzione costante per la sostenibilità. In realtà, questa terra nasconde numerosi altri “unicum” non legati solo al mondo tessile e che verranno descritti a breve. Il nostro itinerario biellese inizia quindi dando alcune indicazioni sulla città situata nell’incantevole scenario prealpino della Bessa e suddivisa in due aree ben distinte chiamate Piano e Piazzo.
La prima corrisponde alla parte bassa lungo il corso del torrente Cervo dove si estende l’area industriale ottocentesca. La seconda invece è la parte alta medievale arroccata sulla collina e collegata alla parte bassa con una funicolare. Esistono poi altri due luoghi limitrofi interessanti: la cosiddetta Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, magnifico esempio di riconversione culturale di uno spazio industriale e il magnifico borgo fortificato di Candelo, gioiello architettonico tardo medievale tra i meglio conservati in Europa e ricco di atelier artistici.

Spostandosi a una dozzina di chilometri a nord-ovest di Biella, sorge tra le montagne il famoso Santuario di Oropa, circondato da boschi fittissimi a situato a 1200 metri di altezza. Secondo la tradizione, questo santuario – fondato da Sant’Eusebio nel IV secolo – giocò un ruolo fondamentale nell’estirpare il paganesimo dalla provincia.
Il cuore pulsante del luogo è la miracolosa Madonna Nera custodita nella Basilica Antica e realizzata nella prima metà del Trecento dal cosiddetto Maestro della Madonna di Oropa (uno scultore e incisore sconosciuto dell’epoca). Nel 1620 tale statua venne incoronata come ringraziamento da parte dei fedeli per essere scampati alla peste e tale avvenimento si ripete ogni cento anni. L’anno 1620 coincide poi con la nascita dei Sacri Monti di Oropa, un complesso costituito da 19 cappelle situate al di fuori delle mura del santuario e facente parte della rete dei Sacri Monti, patrimonio UNESCO dal 2003.
L’intera area presenta bellezze architettoniche, artistiche e naturalistiche uniche quali il Museo dei Tesori del Sacro Monte, il Padiglione Reale dei Savoia e il Giardino Botanico. Quest’ultimo è un’oasi del WWF dal 1998 il cui obiettivo e di preservare 800 specie floristiche in ben 10.700 metri quadrati e di raccontarle con mostre permanenti e temporanee.

Dal Santuario di Oropa si passa ad un altro luogo simbolo della storia tessile biellese situato ad una ventina di chilometri a nord-est della città.
Si tratta dell’Oasi Zegna ossia di un’area protetta di circa 100 km2 nata ufficialmente nel 1993 ma predisposta già a partire dagli anni Trenta grazie all’impegno del visionario Ermenegildo Zegna.
Fu proprio questo imprenditore che decise di costruire una strada panoramica di 26 km immersa nel verde (nota anche come Panoramica Zegna) per poter collegare i paesi della regione dove si trovavano – e dove tutt’ora si trovano – numerose attività del Gruppo Zegna. In realtà l’intento era anche sociale in quanto così tutti potevano godere dell’ambiente naturale montano del Trivero vivendo in un ambiente sano. Alla fine il risultato fu sbalorditivo.
Per dare un’idea delle dimensioni raggiunte si parla di un’area verde che supera di 30 volte il Central Park di New York. Il periodo migliore per visitare l’area è verso metà maggio quando fiorisce la cosiddetta “Conca dei Rododendri” all’interno della Riserva Naturale Speciale Parco Burcina Felice Piacenza. Qui si snoda un’intera collina, unendo una vista panoramica impareggiabile ad una straordinaria varietà di specie botaniche tra cui i colorati rododendri.

In conclusione, il territorio biellese è un luogo magico capace di unire fede, storia, tradizioni e natura come poche altre realtà possono eguagliare. Dopo un giro così impegnativo una sosta per mangiare qualcosa di tipico è obbligatoria!
Il Biellese è un territorio ricco di specialità gastronomiche. Si passa dalla calorica polenta concia al gustoso riso in cagnone, preparati entrambi con gli stessi ingredienti ossia formaggio locale (toma o maccagno) e burro fuso. Per chi invece ama i dolci sono da provare assolutamente i canestrelli, fragranti cialde ripiene di cioccolato, mandorle e nocciole piemontesi capaci di ritemprare anche l’animo più stanco.


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Mi chiamo Francesco Munari e sono un giovane economista specializzato nell’ambito culturale e sostenibile. Mi piace ricercare le cose belle e lavoro per valorizzarle. Provengo da una famiglia di designers veneti e a questo background ho aggiunto gli studi universitari economici, artistici ed ambientali. Avere un profilo così ibrido mi consente non solo di analizzare ciò che mi circonda con occhi sempre nuovi ma anche di vedere sinergie dove altri non le vedrebbero. Sogno di gestire un sito UNESCO con impatto zero sull’ambiente.