Nel Basso Monferrato, a circa 20 km a nord di Asti, si trova Moncalvo, che si fregia del titolo di città più piccola d’Italia con i suoi poco meno di 3000 abitanti. Essa viene insignita del titolo di città nel 1705 dal Duca di Mantova, titolo riconfermato nel 1774 dal Re Vittorio Amedeo III di Savoia.
Moncalvo è oggi una cittadina estremamente piacevole e ricca di palazzi, chiese e opere d’arte, che ha ricevuto la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Qui hanno operato due importanti artisti, entrambi denominati “Moncalvo”, ma appartenenti a due epoche ben differenti e lontane tra loro. Il primo è Guglielmo Caccia, nato in un altro piccolo comune dell’astigiano, ma vissuto nella sua maturità proprio qui: si tratta del più importante pittore controriformista piemontese, che operò tra chiese e palazzi nobiliari a cavallo tra il 1500 e il 1600, spesso insieme alla figlia Orsola Maddalena Caccia, suora orsolina. L’altro è Gabriele Capello, ebanista di grande valore e pregio operante alla corte sabauda nella metà del 1800. Entrambi sono ricordati da due busti che si trovano nell’atrio del Palazzo del Municipio di Moncalvo.
Procedendo con ordine, la visita può iniziare da Piazza Carlo Alberto. Questa era un tempo occupata dal maniero medievale trecentesco che fu sede dei Marchesi del Monferrato i quali scelsero proprio Moncalvo probabilmente come prima sede della capitale del loro Marchesato, prima che questa venisse trasferita in altre città per approdare infine alla vicina Casale Monferrato a partire dal 1436. Di questo edificio, passato dai Marchesi del Monferrato ai Gonzaga di Mantova ai Savoia, restano oggi i bastioni con due torrioni di avvistamento collegati tra loro da un camminamento in parte accessibile per godere di un panorama veramente spettacolare sulle colline circostanti. Se l’accesso al Belvedere Bonaventura è aperto, arrivati in cima lo sguardo spazia sulle dolci colline del Basso Monferrato andando a distinguere, tra gli altri, il piccolo borgo di Cereseto col suo castello in forme neogotiche, e il Parco Naturale del Sacro Monte di Crea. Sempre da una delle terrazze panoramiche, si può osservare ai piedi dei bastioni la cosiddetta “fossa dei leoni”, cioè il campo per il gioco del tamburello, detto “tambass”, molto diffuso in tutto il Monferrato.



La “Fossa dei leoni” e il panorama dal Belvedere Belmondo
Su Piazza Carlo Alberto si staglia anche la semplice facciata dell’ex Sinagoga ottocentesca, recentemente restaurata, adorna di una scritta in ebraico, testimone della vivace e ricca comunità ebraica di Moncalvo, qui presente fino alla seconda guerra mondiale. La Sinagoga di Moncalvo presenta la peculiarità di essere l’unica in Europa che si affaccia sulla piazza principale della città.
Piazza Carlo Alberto è protagonista di importanti manifestazioni nel corso dell’anno, per cui Moncalvo è famosa non solo nel Monferrato.
A giugno si tiene la Fiera delle Cucine Monferrine, fiera enogastronomica, in cui i paesi limitrofi con le loro Proloco offrono le loro specialità per un weekend ricco di sapori e profumi.
Segue a fine ottobre la Fiera del Tartufo, frequentata annualmente da migliaia di visitatori e con un ricco mercato dei tartufi allestito in piazza, dove tra l’altro si possono nuovamente gustare le specialità del territorio. La storia della sua nascita è curiosa. Già a fine 1800, in autunno, i trifolao della zona si incontravano con il loro bottino il giovedì sera presso un ristorante della zona. Il ristoratore decise di premiare i tartufi più belli, il premio sarebbe stato un invito a pranzo il giovedì successivo per i trifolao vincitori. La sfida proseguì fino agli anni ‘50 del 1900, quando il Comune decise di rendere più ufficiale la cosa dando vita ad un “Concorso del Tartufo” che, dagli anni ‘70-’80 circa, si trasformò in una vera e propria Fiera del Tartufo che oggi ha importanza non solo gastronomica, ma anche economica e culturale.



Piazza Carlo Alberto con i suoi portici
L’ultima manifestazione che si tiene sulla piazza è la Fiera del Bue Grasso, di inizio dicembre. I migliori capi di bue piemontese vengono esposti sotto i portici ottocenteschi e premiati coi loro allevatori. Ovviamente non mancano le specialità a base di carne di vitello, tra cui spicca l’ottimo bollito misto alla piemontese: secondo la tradizione ricostruita da diversi gastronomi, esso deve offrire sette differenti tagli di vitello di fassona, sette ammennicoli (cioè tagli di carne meno pregiata quali, ad esempio, testina, lingua, ma anche gallina e cotechino), sette “bagnetti” cioè salse come la salsa verde, quella rossa, la mostarda, il cren, e infine sette verdure di contorno. Piatto robusto, ben adatto ai rigori invernali e che si accompagna ottimamente a un buon vino rosso corposo come una Barbera d’Asti o del Monferrato.
La possibilità di fermarsi a Moncalvo per una pausa pranzo o a fine giornata non manca: molti sono i ristoranti e i locali dove gustare un piatto tipico o un buon bicchiere di vino accompagnato da un aperitivo, come nella bella Bottega del Vino, situata ai piedi di uno dei bastioni dell’antico castello.
Se amate i mercati poi, il giovedì mattina sulla piazza si tiene il mercato settimanale, uno dei più grandi della provincia di Asti.

Proseguendo sulla destra della piazza, si raggiunge il palazzo del Comune, nel cui atrio si possono ammirare i busti dei due artisti già citati. Pochi passi più in là, in Via Caccia, si trova il Museo Civico di Moncalvo, situato in quello che fu il convento di Suore Orsoline fondato dal pittore Guglielmo Caccia. E
gli infatti ebbe otto figli, di cui quattro figlie monache orsoline e, nel 1625, ottenne dal vescovo di Casale Monferrato il permesso di aprire un monastero in cui esse, insieme ad altre consorelle, potessero vivere, praticamente a due passi da casa! Delle quattro figlie del rinomato artista, due furono pittrici a loro volta, la già citata Orsola, che spesso collaborò col padre, e Francesca, meno conosciuta. Il Museo Civico è stato fondato nel 2015 grazie alla collezione d’arte dell’ambasciatore moncalvese Franco Montanari. Vi si possono ammirare opere di Morandi, Chagall, Modigliani, opere di arte africana e giapponese insieme ad alcune nature morte di Orsola Caccia, che molto amava questo genere pittorico tanto da inserire sempre nei suoi dipinti un fiore o un mazzo di fiori come firma.
Tornando sui nostri passi, da Piazza Garibaldi si imbocca sulla destra la Via Testafochi che conduce ad una piccola piazza su cui si affacciano due edifici barocchi: Palazzo Testafochi e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sede dal 2016 del Santuario Diocesano di Santa Maria Teresa di Calcutta, entrambi edificati dall’architetto casalese Magnocavallo, che nel Palazzo Teastafochi ebbe la sua residenza estiva.
Entrambi gli edifici sono ispirati ad un austero barocco piemontese in mattone a vista, con influenze classicheggianti. L’architetto collegò l’edifico alla chiesa attraverso un camminamento sopraelevato ancora visibile al di sopra del vicolo, andando a creare uno scorcio particolarmente suggestivo. Palazzo Testafochi è oggi sede di varie associazioni locali, tra cui quella del Comitato del Palio, in quanto anche Moncalvo partecipa al Palio di Asti insieme ad altri 14 comuni monferrini.



Via Testafochi e Palazzo Testafochi
La chiesa, recentemente restaurata, è molto bella internamente, caratterizzata da una luminosità soffusa esaltata dagli stucchi e dai colori pastellati. Negli altari laterali sono esposti dipinti realizzati per lo più tra il XVII-XVIII secolo. A sinistra dell’entrata spicca un’opera moderna ispirata all’attività di Santa Maria Teresa di Calcutta, di cui si conserva anche una piccola e preziosa reliquia proprio nel reliquiario esposto sull’altare della cappella. All’altare maggiore, molto bella è l’immagine quattrocentesca di Maria col Bambino, un dipinto su pietra arenaria, incastonata in un’opera seicentesca e proveniente dall’antica e primitiva chiesa parrocchiale di origine medievale.


Tornando sulla Piazza, proseguiamo ora in Via XX Settembre, detta la Fracia. Nel medioevo questa era la via dei commerci, ed anche oggi essa ha mantenuto questo carattere con piccole botteghe e negozi artigianali. Uno scorcio particolarmente affascinante è quello offerto da Casa Lanfrancone, di origine medievale, benché il suo attuale aspetto derivi per lo più da rimaneggiamenti ottocenteschi.
Lungo la via, si apre la chiesa seicentesca dedicata a Sant’Antonio Abate. Anche qui vale la pena entrare per ammirare alcuni dipinti di Guglielmo Caccia e figlia, nonché i bellissimi paliotti in scagliola dipinti, tipici di molte chiese piemontesi a partire dall’epoca barocca.


Giunti al termine della Fracia, si attraversa la strada e, percorrendo una breve salita, si raggiunge l’antica chiesa di San Francesco. Essa fu edificata a partire dal XII secolo, infatti mostra ancora campanile e abside dell’epoca medievale, mentre la facciata e l’interno risalgono a rifacimenti a partire dal 1600 in poi. Purtroppo la chiesa non è sempre aperta e accessibile al pubblico, ma se si ha la fortuna di arrivare in uno dei giorni di apertura, allora vale la pena entrare. Oltre ai bellissimi stucchi, presenti specialmente nella zona absidale, essa contiene innumerevoli opere pittoriche di Guglielmo Caccia e della figlia Orsola, una vera e propria pinacoteca! L’artista Caccia è stato uno dei pittori piemontesi più validi, tanto da essere soprannominato “Raffaello del Monferrato”.

Alle spalle della chiesa si trova ancora un sacrario dedicato ai caduti, circondato da alberi dove poter godere di un po’ di fresco prima di proseguire la giornata, magari andando a visitare il vicino Sacro Monte di Crea, oppure mettendosi alla ricerca di una delle tante panchine giganti sorte sui bricchi del Monferrato da cui godere gli ultimi raggi del tramonto sui campi e sui vigneti.


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Mi chiamo Raffaella, sono guida abilitata per il Basso Piemonte e lavoro principalmente con ospiti stranieri, per lo più di lingua tedesca. I miei tour toccano diversi aspetti: storico-culturale ed enogastronomico, per unire le eccellenze che il Piemonte sa offrire ai suoi visitatori. Amo la mia regione ricca di cittadine piene di arte e di storia; amo la tranquilla bellezza dei paesaggi delle colline del Monferrato e delle Langhe che invitano a rilassanti passeggiate immersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni.
Cerco di trasmettere ai miei ospiti questo amore con passione e professionalità, mostrando attenzione e sensibilità verso le esigenze di ognuno. Insieme scopriremo le sfaccettature più o meno note di un territorio variegato: dai bellissimi scorci panoramici alle prelibatezze gastronomiche, dai prodotti vitivinicoli conosciuti nel mondo ai paesi adagiati sulle colline con le loro curiosità Spero che ne sarete affascinati e che potrete innamorarvi e appassionarvi al Piemonte, portando con voi e trasmettendo a chi incontrerete le emozioni e le esperienze provate!