Sono antichissime le relazioni tra la Serenissima e la nazione armena, anche grazie alla comune religione professata giacchรฉ, malgrado piccole differenze, sempre di culto cattolico si tratta, culto che procurerร non pochi problemi agli armeni in medio orienteโฆ
A entrare nel dettaglio, una delle differenze tra il culto armeno e quello cristiano europeo รจ il fatto che gli armeni non riconoscono Roma come autoritร ecclesiastica superiore, pertanto non potevano che andare dโaccordissimo con i veneziani!
Per chi non lo sapesse lโantica Armenia si trovava in una regione dominata dallโArarat, attraversata dai fiumi Tigri ed Eufrate, incuneata tra mondo turco, persiano e tartaro, nellโarea dove la Bibbia colloca il giardino dellโEden. Lรฌ si coltivano da tempo immemorabile lโorzo e la vite, e di lรฌ sono originari il fico, il melograno e lโalbicocca (che non a caso a Venezia si chiama โarmelinโ).

Convertiti alla religione cristiana fin dal IV secolo per opera di San Gregorio, gli armeni diventano una sorta di avamposto cattolico in Oriente, avviandosi ad un ben organizzato commercio che li porta negli empori piรน ricchi dโEuropa, e quindi anche a Venezia.
Nel 1250 Marco Ziani, nipote del doge Sebastiano Ziani, dona alcune case nel sestiere di San Marco alla prima comunitร armena in cittร , i quali ci ricavano oltre agli alloggi, anche un deposito per le merci ed una piccola chiesa (la chiesa Santa Croce degli Armeni – il cui campanile รจ visibile solo dalla vicina Corte Gregolina), che รจ rimasto lโunico tempio armeno di origine medievale in Italia.

Le cronache del tempo informano che in quella calle cโera anche un locale di un certo Petros dove venivano servite diverse specialitร armene: mousse di melanzane con pasta di sesamo, fagottini di pasta di ceci con uvetta e pinoli, semi di zucca salati, pistacchi e arachidi โฆ e i Veneziani, sempre pronti a burlarsi di tutti, durante il carnevale si vestivano da โarmeno venditor de bagigiโ!

Nel 1715 giunse a Venezia Padre Mechitar (che nel 1701 aveva fondato a Costantinopoli un ordine dedicato alla pratica spirituale e alla ricostituzione religiosa del popolo Armeno) in fuga dalle persecuzioni ottomane.
Il Senato veneziano decise di donare al Padre e ai suoi confratelli l’isola che in tempi remoti era stata utilizzata come lazzaretto e che era inutilizzata da tempo.
Mechitar e i suoi la trasformarono nel loro monastero e centro di cultura armena. Vi fondarono inoltre una tipografia (Venezia a quel tempo era uno dei piรน importanti centri di stampa dโEuropa, grazie a personaggi come Aldo Manuzio e altri), che divenne nel tempo un importante centro di cultura internazionale – oggi la biblioteca del convento รจ una delle piรน importanti dโOccidente: contiene oltre 4.500 manoscritti originali in moltissime lingue antiche.



Fortunatamente quando Napoleone conquistรฒ Venezia, saccheggiรฒ e distrusse molti dei monasteri veneziani, ma con decreto ufficiale di risparmiare quello di San Lazzaro degli Armeni.

Infine come non ricordare che di qui passรฒ anche il grande poeta inglese Lord Byron, che si fermรฒ ben due anni per studiare lโarmeno (leggenda vuole che si recasse sull’isola a nuoto dal suo palazzo sito in Canal Grande), prima di partire alla volta della Grecia e combattere assieme ai greci per lโindipendenza dai Turchi.
Vi aspetto a Venezia per scoprire, oltre a questa, tante altre curiositร !
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WALTER FANO
Nato da padre piemontese e madre veneta, ha vissuto per lo piรน tra Torino, Milano e Venezia, ma รจ in questโultima che si sente a โcasaโ. Appassionato di storia dellโarte decide di diventare guida turistica, ma con unโimpronta meno accademica e piรน narrativa (le date e i nomi si dimenticano facilmente, le storie no). Crea lโassociazione โLโaltra Veneziaโ con lโintento di mostrare ai viaggiatori piรน sensibili e curiosi una Venezia meno turistica e piรน autentica.