Tartufo bianco, rocche e fontane
Circondata dalle valli del Marecchia e del Savio, Sant’Agata Feltria fa bella mostra di sé, circondata da panorami mozzafiato. Già al primo colpo d’occhio si intuisce la sua bellezza, fatta di storia e di arte, di genuinità e di tradizione.

Spicca infatti sopra i tetti del borgo la bellissima Rocca Fregoso, è il monumento che contraddistingue il borgo. E’ Posta sul Sasso del Lupo o Pietra Anellaria (da arenaria) e dall’alto di questo strapiombo naturale domina la sottostante valle del Savio. Risalente al XII° secolo, più volte restaurata o ampliata, che sorge aggrappata ad un blocco di pietra arenaria che si racconta sia caduta a valle dal Monte Ercole in tempi antichissimi. Il cuore della Rocca, è composto dalla torre poligonale “di Simonetto Fregoso”: successive espansioni quattrocentesche furono commissionate da Federico da Montefeltro, probabilmente con la partecipazione dell’architetto Francesco di Giorgio Martini: in seguito la rocca venne adattata a residenza dei Fregoso, ed abbellita con affreschi ed ornamenti come gli affreschi cinquecenteschi della cappella esagonale. La Rocca si presenta oggi mutilata per il crollo della parte alta del Mastio Maggiore, avvenuto il 18 gennaio 1835. E’ ben conservato invece il torrioncino di Simonetto Fregoso, dove è situata la cappella omonima.

All’interno della Rocca, dal 1974 è sempre stato presente un museo permanente, oggi organizzato ne “La Rocca delle Fiabe”, museo dedicato alle favole, che si propone come un baluardo, un’accademia in cui la fiaba può essere studiata, difesa, salvaguardata, interpretata. Il progetto, del tutto inedito nel panorama nazionale, nasce dall’idea, portata avanti nel corso di molti anni, di realizzare uno spazio con un forte intreccio di comunicazione, tecnologia multimediale e realizzazioni artigianali. Quattro sono i temi che si incontrano: Scarpe e scarpette, il solitario castellano, il viaggiatore incantato e i fanciulli nella foresta. Davvero imperdibile.
A fare da “contraltare” all’imponenza della Rocca, c’è il bel campanile rotondo a cuspide, del 1885, costruito dall’architetto Santi Botticelli, con una forma che vagamente richiama i “torricini” del Palazzo Ducale di Urbino, posizionato accanto alla Insigne Collegiata di S. Agata, sorta nel X° secolo per volere di Raniero Cavalca dei conti di Bertinoro feudatario di Sant’Agata, sul sito di un antico oratorio cristiano, secondo una leggenda popolare abitato dalla stessa santa. L’interno è a tre navate con sei Cappelle, dove si possono trovare conservate pregevoli opere di notevole valore artistico, tra cui nella parete absidale la “Vergine con il Bambino” , il “Cristo Redentore” un crocifisso ligneo quattrocentesco di opera lombarda tardo-gotica, una Pietà del XV secolo inserita in una pregevole ancona del XVII secolo e la “Vergine con bambino” del XVII secolo.
Dal 2005 è stata posta sotto l’altare principale, in una teca blindata, l’urna contenente le reliquie della Santa. Sotto l’abside della chiesa si trova una cripta ottagonale (“scurolo”) del VIII° secolo, degna di una visita.
Già solo da lontano si possono notare bellezze storico architettoniche notevoli che una volta entrati nel borgo confermano la loro bellezza e importanza.

Entrati poi nella piazzetta del paese, ci si trova davanti ad un altro gioiello storico culturale. All’interno di Palazzo Fregoso, antico palazzo comunale, proprio come un tesoro nascosto, si trova il bellissimo Teatro “Angelo Mariani”, sorto a metà del XVII ° secolo, dall’architetto Giovanni Vannucci. Costruito totalmente in legno, dalla cavea alle colonne portanti al palcoscenico, è uno fra i più piccoli teatri italiani ancora in uso.

L’ingresso fu ricavato eliminando il quarto palco del primo ordine, per cui l’accesso al teatro avviene lateralmente al palcoscenico, cosa che lo differenzia dalla maggior parte dei teatri. Le balconate del secondo e terzo ordine sono decorate con tempera e raffigurano drappi e trine. Sul proscenio vi sono invece medaglioni dipinti ad olio raffiguranti artisti illustri: Mariani, Monti, Goldoni, Alfieri e Metastasio. Agli angoli del bellissimo soffitto anch’esso magnificamente decorato, altri quattro medaglioni, con personaggi della storia locale: Uguccione della Faggiola, Ottaviano Fregoso, Ranieri e Agatone De Maschi. Degno di nota il sipario che rappresenta Sant’Agata Feltria, in un dipinto ottocentesco. Anche la sua storia artistica è davvero degna di nota. Tanto per citare un evento, la registrazione al suo interno, di un programma RAI, dedicato a Dante Alighieri, nel 1993, con la partecipazione di Vittorio Gassman. Visitarlo è un obbligo.
Proseguendo lungo le strette stradine medievali del borgo, si incontrano poi belle fontane, che si snodano lungo un vero e proprio “percorso delle fontane”, dove troviamo Fontana della Lumaca, nata da un’idea del poeta Tonino Guerra, posizionata caratteristicamente in piazzale Martiri d’Ungheria. La Luna nel Pozzo, collocata in piazza Fabbri, e le Impronte della Memoria posizionata nel luogo dell’antico abbeveratoio per i cavalli all’ingresso del paese, in piazza Padre Agostino da Montefeltro. Tutte e tre sono opere del mosaicista ravennate Marco Bravuta.
Oltre alla Collegiata, all’interno del borgo o subito attorno, troviamo edifici religiosi degni di una visita: la Chiesa di San Francesco della Rosa, a lato della Rocca Fregoso, presenta tre altari ed è adorna di stucchi barocchi; interessanti sono anche i banchi con gli stemmi delle più antiche famiglie locali ed un antico organo ligneo risalente alla seconda metà del XI secolo. Un passaggio privato consente tuttora di accedere all’interno direttamente dalla Rocca.
La Chiesa e convento di San Girolamo, costruito dai Marchesi Fregoso sul colle dove tuttora si trova, per ospitare i frati girolamini che già risiedevano in località Fontescarino, vicino a Pereto. Il loro vecchio convento era infatti minacciato dalle frane e quella del 1604 lo distruggerà poi completamente. Qui, nello stesso complesso, sorge dal 2008 anche il bellissimo Museo delle Arti Rurali, grazie ad un’associazione di volontariato che, oltre ad averlo ideato ed allestito si occupa da allora della sua conduzione con l’intento di farne un luogo di accoglienza e di memoria. la Chiesa e convento dei Cappuccini, che risalgono all’anno 1575, la chiesa fu fatta costruire da Lucrezia Fregoso Vitelli, e fu dedicata al taumaturgo S. Antonio di Padova, è un edificio semplice con poche linee architettoniche ma con un’aria solenne. la Chiesa e convento delle Clarisse, la chiesa di origine romanica del X° secolo e il monastero del XI ° secolo sono dedicati a S. Maria Maddalena ed ospitano la Fraternità delle Sorelle Povere di Santa Chiara, e il Santuario della Madonna del Soccorso a pochi chilometri dal centro storico, piccolo santuario ma molto amato da tutta la popolazione santagatese.
Da molti decenni poi il borgo è conosciuto per due eventi particolari: La “Fiera Nazionale del Tartufo Bianco pregiato” giunta alla sua 38° edizione e l’evento “Il Paese del Natale”. Nelle domeniche di ottobre infatti, tutto il borgo è invaso dal profumo del prezioso tubero, che arriva direttamente dal territorio santagatese, dal suo habitat naturale, i boschi, per trasformarsi poi in cucina in piatti di alto valore gastronomico, che sprigionano inebrianti aromi ben lontani dalla globalizzazione che spesso ci travolge, per salvaguardare l’integrità del nostro ambiente. Il pregiato tubero qui fa bella mostra di se insieme ai prodotti tipici locali, formaggi, funghi, castagne, insieme ai cani che fanno a gara nel ricercarlo, e a curiosi e veri estimatori, che in migliaia qui accorrono da tutta Europa, per gustare un piatto con l’inebriante aroma di tartufo, definito dall’Unesco “Patrimonio Intangibile dell’Umanità” nel 2021.

Al pregiato tubero è stato dedicato un Museo, l’Ecomuseo del Tartufo, con il quale si intende rimarcare l’imprescindibile rapporto tra il tartufo bianco pregiato e il territorio in cui vegeta, quello spazio dove ogni essere vivente animale e vegetale vive in totale armonia con note scritte e dirette dalla natura stessa; un ecosistema preziosissimo.
Se invece ci si capita nelle domeniche di dicembre, il borgo è tutto vestito dei colori natalizi, e attraversato da un atmosfera davvero magica fra suonatori di cornamuse, renne e folletti vari che allietano ormai da decenni piccoli e grandi, senza distinzione di età. I visitatori percorrendo le strade e le piazze, possono ascoltare il suono dolce e caratteristico delle zampogne ed ammirare nel contempo gli incantevoli presepi artigianali diffusamente esposti e gli artistici diorami d’autore, parte del percorso “A Riveder le Stelle”. Nella piazza del mercato è allestita la “Casa di Babbo Natale”, non lontano dalla quale c’è la dimora degli “Elfi”. Da non perdere.
Il territorio santagatese è tutto un rincorrersi di boschi e calanchi, ideali per passeggiate e trekking, sia piedi che in mountain bike, percorsi naturalistici che ti permettono di attraversare castagneti secolari, piccoli e dimenticati borghi dal fascino intramontabile, dove si incontrano chiesette e cappelle votive ormai ai margini, che ancora emettono un’aurea di fede e devozione, come centinaia di anni fa.
Sant’Agata Feltria inoltre ha un territorio molto vasto, nella Provincia di Rimini, è secondo solo al Capoluogo, e include frazioni davvero degne almeno di una visita, come ad esempio Maiano, Pereto, Rocca Pratiffi, San Donato e Petrella Guidi, uno dei luoghi più belli della Valmarecchia che conserva intatti i lineamenti e le architetture medioevali.

Caratterizzato da case altissime in pietra bianca antica, unite fra loro in una serie irregolare, sono circondate da vicoli stretti in ciottolato, con accanto caratteristici forni. Dall’alto si può ammirare il girone delle case a schiera che salgono a cerchio e si può godere di un panorama di rara bellezza, che permette al visitatore di spaziare sull’intero territorio della Valmarecchia, dal mare Adriatico ai monti Toscani. Questo borgo era amatissimo da Federico Fellini e da Tonino Guerra.
Come avrete potuto capire Sant’Agata Feltria val bene una visita, sia che siate amanti dell’arte, della cultura o semplicemente dei golosi amanti delle prelibatezze gastronomiche, qui potete venire davvero in qualsiasi periodo dell’anno. Vi aspetto!
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GIANLORIS CRESTI
Nato a Rimini nel 1966, dopo gli studi di Ragioneria, per i quali non nutrivo un grosso interesse, ho iniziato ad occuparmi di Turismo e di Promozione, e negli anni ho iniziato a collaborare a livello amatoriale, con riviste mensili locali e riviste web, scrivendo articoli sulla mia valle, sulle sue tradizioni e la sua storia. Ottenute poi le qualifiche di Tecnico Marketing Turistico e di Promotore Turistico Territoriale, ho dato una svolta alla mia vita, accrescendo il numero di collaborazioni, anche come fotografo naturalista, una mia vecchia passione.