Sono felicissima di presentarvi uno dei giardini che più amo: il giardino di Villa Gamberaia a Settignano. Guardando le foto, mi comprenderete!

Il giardino si trova in campagna presso il delizioso paese di Settignano, sulle colline fiorentine. È un borgo molto raffinato, amato da intellettuali e artisti. Qui hanno vissuto artisti come D’Annunzio, Eleonora Duse, Mark Twain, vi sono seppelliti Pietro Porcinai, Niccolo’ Tommaseo, Aldo Palazzeschi.
Settignano era il paese degli scalpellini, considerando che le cave da cui si estraevano la pietra serena e la pietra forte per la costruzione dei palazzi fiorentini si trovavano su queste colline, pensiamo alle cave di Maiano e alle cave di Montececeri. Negli anni ’30 del ‘900, in questo territorio è stato attuato un rimboschimento. Oggi, le vie degli scalpellini costituiscono fascinosi percorsi per gli amanti del trekking. Grandi scultori del ‘400, come Desiderio da Settignano e Bernardo e Antonio Rossellino, provengono da questa area.
Michelangelo trascorse l’infanzia a Settignano con una balia che era figlia e moglie di scalpellini e amava ricordare che lui era divenuto scultore per aver bevuto ” latte impastato con polvere di marmo”.
Nel trecento il terreno della Gamberaia era una pertinenza delle suore di S. Martino a Mensola, nel ‘400 appartenne alla famiglia Gamberelli, la famiglia degli scultori Bernardo e Antonio Rossellino.
Il nome Gamberaia deriva dai bacini di acqua dolce utilizzati per l’allevamento dei gamberi che erano in questa zona. La tipica villa di campagna toscana fu costruita nel 1610.

Il giardino si è evoluto nel corso del tempo. Il disegno di oggi deve molto alle idee realizzate della principessa Ghika all’inizio del secolo scorso. Per lei, fu importante la collaborazione con il giardiniere Porcinai che abitava in villa, padre di Pietro Porcinai, futuro architetto di giardini e del paesaggio, tra i più colti e innovativi a livello internazionale.
Per tutta la vita Pietro si adoperò per diffondere la cultura del giardino che si immerge nella natura e contribuisce al nostro benessere e si attivò affinché nella scuola italiana fosse adeguatamente insegnata la disciplina dell’architettura del paesaggio.

Addentrandoci nel giardino, siamo colpiti dal mélange delle zone tra luce e ombra, parti illuminate e parti più protette dall’ombra, un gioco di luci, il pieno e il vuoto. Il giardino si insinua nella collina a nord e si allarga sulla valle dell’ Arno a sud, prospiciente Firenze a ovest.



La pertinenza accanto allo stanzone degli agrumi viene a configurarsi come il nucleo più antico della tenuta, risalente all’epoca della famiglia Gamberelli; su questo terrazzamento, viene esposta nel periodo estivo la collezione degli agrumi, vi sbocciano anche fiori primaverili, estivi e autunnali: rose albertine, astri, peonie. Digradando al piano della seicentesca villa, passiamo attraverso il cabinet de rocaille, una creazione polimaterica con statue di ambientazione rustica, una fontana con giochi d’acqua, una camelia, due meli del Giappone, impreziosito dal glicine.
Al piano della villa, calpestiamo il bowling green, lungo 225 m che unisce il ninfeo a nord nella collina all’affaccio sulla valle dell’Arno a sud. Il ninfeo, realizzato nella collina, è polimaterico, intimo, si riconnette alla natura. Vi è una statua del dio Pan, attorniata da due leoni.
Durante la fioritura, possiamo ammirare la collezione delle azalee, sui bordi. La parte più affascinante è il lato sud della villa che guarda la valle dell’Arno, dove la principessa Ghyka ha creato un parterre d’eau impreziosito da aiuole di bosso e tasso in forme topiarie. La fillirea, con la sua forma perfettamente circolare, incanta l’occhio. I cipressi in forme topiarie creano un belvedere che si configura come un magico sipario ad archi sulla valle. Nelle vasche sono presenti ninfee e iris d’acqua.

La nuova immagine del giardino, laddove erano situati un frutteto, un parterre de broderie, una garenna, divenne l’emblema del giardino formale all’italiana e per questo visitato, amato, studiato, pubblicizzato in tutto il mondo da grandi architetti e intellettuali, quali Sir Acton, Geoffrey Jellicoe, Edith Wharton, Bernard e Mary Berenson. La principessa Ghika era Catherine Jeanne Keshko, rumena della Bessarabia, figlia di un comandante dell’ impero degli zar; l’amore per la scultura e la pittura, l’aveva portata a studiare a Parigi. In seguito, sposò il principe albanese Eugenio Ghika.
Vi aspetto per visitare insieme il meraviglioso giardino di Villa Gamberaia!
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Sono Sabrina Marconcini, guida turistica di Firenze abilitata anche per le lingue Russo e Inglese. Trovo molto bello avere il piacere di farvi visitare una delle più belle gallerie del mondo quale gli Uffizi o la Galleria Palatina nel complesso museale di Palazzo Pitti in Oltrarno dove sono ubicati anche la Galleria d’Arte Moderna e il Tesoro dei Granduchi, il centro politico di Firenze con il Palazzo Vecchio e piazza della Signoria, il centro religioso con il Duomo, il Battistero e il museo dell’Opera del Duomo da poco rinnovato. Adoro vivere in campagna, visitare le ville e i giardini storici che vi si trovano: sto pensando alle Ville Medicee di Castello, Petraia, Cerreto Guidi, al giardino di Boboli e al giardino Bardini, al Parco di Pratolino, alla Villa Gamberaia a Settignano con il suo giardino unico che gioca tra la luce e l’ombra, prospiciente la vallata dell’Arno e di Firenze. L’arte è un piacere infinito, la possiamo approfondire per tutta la vita. Amo molto viaggiare, confrontarmi con culture diverse, mi sono laureata in Lingue e letterature straniere presso l’Ateneo di Pisa ed ho conseguito un master di Lingua Russa e Turismo presso l’Università di Firenze.