Escursione a Tiriolo (CZ), il “borgo dei due mari”

Crocevia di millenarie tradizioni

Tiriolo è un grazioso borgo della Sila piccola catanzarese, un luogo magico che avvolge con le sue atmosfere d’altri tempi. Per raggiungerlo, bisogna salire su una collina situata sull’istmo di Catanzaro, il punto più stretto d’Italia da dove, eccezionalmente, è possibile ammirare in contemporanea i due mari che bagnano la Calabria: il Tirreno e lo Ionio. Caratteristica, questa, che conferisce al borgo un grande fascino e che si aggiunge a tutta una serie di particolarità che affondano le radici in un passato intriso di storia e leggenda.

Il territorio di Tiriolo, il cui nome deriverebbe dal greco Tryoros, con riferimento ai tre monti che lo circondano, fu abitato fin dalla preistoria: all’era del neolitico e a quella del ferro risalirebbero infatti alcuni reperti trovati nelle aree limitrofe.

Nel 500 a.C. circa a Tiriolo giunsero i Brettii, popolo animato da un forte anelito di libertà ed indipendenza, un desiderio intenso che li spinse a dichiarare guerra ai propri dominatori: i Lucani e i Greci prima e poi i Romani.

Tiriolo fu anche teatro della battaglia tra le legioni del proconsole romano Crasso e i ribelli di Spartaco, ai tempi in cui quest’ultimo divenne famoso per essersi ribellato come gladiatore e diede vita ad una delle più grandi sommosse di schiavi della storia di Roma.

Le tracce di questi passaggi storici sono custodite all’interno dell’Antiquarium Civico di Tiriolo, che è parte del Polo Museale e che, tra altre importanti testimonianze della civiltà brettia, greca, romana e bizantina, conserva anche una copia del “Senatus consultum de Bacchanalibus”, tavoletta in bronzo risalente al 186 a.C. e rinvenuta a Tiriolo nel 1640, che contiene essenzialmente le misure di divieto di celebrazione dei riti in onore di Bacco da parte del Senato romano (l’originale si trova a Vienna). L’antiquarium ospita anche la ricostruzione della tomba a camera brettia risalente al IV – III secolo a. C. rinvenuta in località Castaneto, unico esempio di tomba monumentale del territorio di Tiriolo.

 Alle spalle dell’Antiquarium, troviamo un’altra sezione del Polo Museale: l’area archeologica Giammartino che, nel 2015, ha restituito i resti di un’elegante dimora risalente al IV – III secolo a. C, denominata Palazzo dei Delfini da un mosaico che decora il pavimento di una delle camere. Questo sontuoso edificio rappresenta un unicum della presenza brettia nell’entroterra catanzarese e dimostra che Tiriolo antica era uno dei centri preromani più importanti dell’istmo lametino.

Il Polo Museale di Tiriolo comprende anche la sezione dedicata al Museo regionale del costume, con una collezione di fantastici esempi di costumi popolari. Sono in tutto 35 gli abiti custoditi all’interno delle sale del museo e sono manufatti in parte originali, in parte ricostruiti con perizia e rigore scientifico dalle artigiane del luogo. Gli abiti venivano indossati dalle donne del popolo dette “pacchiane”, le quali li confezionavano da sé, personalizzandoli con ricami e merletti. Ancora oggi a Tiriolo si trovano graziose botteghe con, nella parte anteriore, i prodotti da acquistare e in fondo i telai artigianali, che producono splendidi manufatti ispirandosi ad un’arte antica appresa dai greci. Famosi sono i “vancali”, scialli tipici indossati in passato dalle “pacchiane” e anche le “pezzarre”, tessuti a strisce utilizzati per decorare le pareti o come tappeti.

Gli abitanti di Tiriolo sono accoglienti e la loro vita quotidiana è legata ad abitudini e pratiche che affondano le proprie radici in un passato millenario. C’è anche chi si alza tutte le mattine e va a lavorare nel suo laboratorio dove produce antichi strumenti musicali, lavorando con perizia il legno.

In epoca moderna, la storia della cittadina silana è quella di un borgo il cui dominio passò nelle mani delle più importanti casate dell’epoca: dai De Reggio ai Ruffo, passando per i Carafa e finendo con la casata dei Cigala, che mantenne il controllo della zona fino al 1610.

La centralissima piazza Italia fa da raccordo a monumenti legati a questa epoca storica, come il Palazzo Alemanni, la cinquecentesca Chiesa della Madonna delle Grazie e il Monumento ad Ulisse, realizzato negli anni ’80 dallo scultore Maurizio Carnevali. Quest’ultimo è un tributo alla teoria dello studioso tedesco Armin Wolf secondo la quale l’eroe omerico Ulisse avrebbe fatto tappa in queste terre, durante il suo peregrinare verso Itaca. Infatti, gli abitanti dell’istmo di Marcellinara e quindi anche quelli di Tiriolo, si identificherebbero con il popolo dei Feaci, che aiutò Ulisse dotandolo di una nuova nave.

L’escursione prosegue con la risalita del colle Lairto, che ospita l’antico centro abitato. Passeggiando per i vicoletti angusti del centro storico, si possono ammirare splendidi portali in pietra di sontuosi palazzi nobiliari adornati con suggestive maschere apotropaiche e antichi affreschi, che ne impreziosiscono gli interni. Salendo in cima al centro abitato, si raggiungono i ruderi del castello: un’antica fortezza del XII secolo che domina la vallata sottostante offrendo la vista di un paesaggio mozzafiato.

Di fronte al castello si può ammirare un altro suggestivo tassello dell’antica storia di questo luogo: un santuario risalente al XII secolo. Nato come luogo di culto basiliano, nel corso del XIV secolo esso venne dedicato alla Madonna della Neve, patrona e protettrice di Tiriolo e alcuni secoli più tardi, nel XVIII secolo ha subito dei lavori di ampliamento che le hanno conferito l’aspetto attuale.

Solitamente, ogni escursione a Tiriolo si conclude con un gustoso aperitivo a cura di uno degli accoglienti locali di Piazza Italia.


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Angela Rubino
Sono nata a Catanzaro il 15 ottobre del 1976. Grazie ai miei studi sulla storia, la cultura e le tradizioni locali ho compreso quanto di sommerso ci sia nella storia e cultura della terra di Calabria, eccellenze poco conosciute dagli stessi abitanti del luogo, ma che meritano di essere conosciute, studiate e raccontate a tutti e in più lingue possibili! Ho raccontato la Calabria come giornalista e blogger per poi passare a farlo come guida. In seguito al progetto didattico “Trame di Seta”, nel 2016 ho fondato insieme ad altri appassionati l’associazione CulturAttiva e nel 2018 ho conseguito l’abilitazione ad esercitare la professione di guida turistica. Il mio sogno è quello di incrementare sempre di più questa mia professione e di pari passo la mia associazione.