Calabria: Terra da Vivere – Trekking dell’Anello di Novacco (CS)

Incastonato tra i rilievi del Massiccio dell’Orsomarso, e localizzato nel Comune di Saracena (Cs), vi è un pianoro caratteristico e dalla storia molto particolare: Piano di Novacco alla quota di 1.315 m s.l.m. posto tra le cime di Monte Caramolo, Timpone della Magara e Monte Palanuda.

Questa zona facilmente raggiungibile, sia dall’abitato sopracitato che dall’uscita autostradale di Campotenese, racchiude la bellezza dei luoghi del Parco Nazionale del Pollino.

L’itinerario proposto oggi, è un percorso ad anello di circa 4 Km, che dalle strutture del Centro Turistico Montano di Novacco (ad oggi ancora chiuse) permette di visitare sia il piano, una prateria anche destinata al pascolo, sia la faggeta circostante storicamente sempre utilizzata per il legname. Proprio questo percorso inoltre permette di calpestare un antico percorso che quasi un secolo fa ospitava i binari di una locomotiva necessaria al trasporto dei grandi tronchi di faggio.

Partendo dalle strutture del Centro Montano, si procede in direzione sud seguendo la sterrata, fino a raggiungere il cancello, e lasciata la sterrata principale, superarlo e procedere fino ad un rifugio forestale, attraverso il suo viale alberato con una specie arborea assolutamente non propria del nostro territorio, la betulla, evidentemente riconoscibile dalla sua bianca corteccia. Seguendo questo percorso si raggiunge il rifugio e da lì, lasciando la struttura sulla sinistra, si intraprende il sentiero che si immette nella vallata che appare di fronte, andando verso l’inizio del margine del bosco. Appena superati i primi alberi però si deve fare attenzione a non procedere nella valle, ma a svoltare sulla destra incrociandosi ad un altro sentiero molto più evidente e simile ad una sterrata.

E’ proprio questa sterrata il tratto storico effettivo della vecchia traccia “Rueping”. Nel 1.910 una ditta tedesca concluse con il Comune di Saracena, una trattativa che prevedeva lo sfruttamento e il taglio dei boschi del comune. Immaginate che fu così, che per circa 20 anni, i boschi dell’area circostante vennero abbattuti e i grandi tronchi presenti prelevati e usati. L’impianto strutturato della Rueping prevedeva il passaggio di una piccola locomotiva a scartamento ridotto, che attraverso un complesso e diffuso impianto di binari e punti di scarico, oltre che di teleferiche per il trasporto immediato verso valle dei grandi tronchi, dava la possibilità di operare a ritmi notevoli e con modalità di grande impatto ed elevata tecnologia.

Questa fase portò ad un grande impatto sulle faggete che ora ricadono nel Parco, nonostante tutto, in piena fase di recupero, se si pensa che il taglio effettuato per produrre legna da opera, da ardere e carbone, era un taglio raso, e cioè che prevedeva il massimo sfruttamento possibile dell’area. Vedere ora questo luogo a fine primavera e in piena estate lussureggiante, fa quasi pensare che questa storia sia impossibile.

Questi tratti, in cui si sviluppava la ferrovia avevano una pendenza minima per permettere al mezzo di procedere a pieno carico, e sono evidenti e ben visibili ancora oggi nelle aree dove erano localizzati questi percorsi. Da questo punto si rimane sotto il bosco di faggio, habitat che ricostituitosi ha potuto accogliere nuovamente specie rilevanti come la Salamandra pezzata, il Driomio, oppure il Capriolo italico, che con un po’ di fortuna si può sperare di vedere durante la camminata. Nel primo caso, specialmente con un po’ di umidità in più.

Salamandra pezzata

Nell’ultimo tratto di bosco, prima di uscire nuovamente nel piano, vi è sopra una grande roccia quasi come se fosse il suo trono, uno degli alberi monumentali individuati e censiti dal Parco Nazionale del Pollino. Un faggio ultrasecolare che nascosto da esemplari più giovani appare maestoso una volta osservato nel suo complesso. Sicuramente da non perdere.

Faggio monumentale

Ritornando nel Piano, con la vista che può spaziare su tutto l’intorno, si notano altri segni della presenza dell’uomo sul territorio: le vasche per l’abbeveramento degli animali, le recinzioni, le basi dove venivano costruite stagionalmente le baracche dei taglialegna della Rueping, cippi di confine e anche un sistema per il prelievo dell’acqua direttamente dal Piano stesso.

Come si può immaginare inoltre quest’area accoglie notevoli specie erbacee e floristiche che nei diversi periodi dell’anno fioriscono e regalano spettacoli che ciclicamente si ripetono e rendono sempre unica tutta l’area. Dai ranuncoli, ai narcisi, passando dall’iperico e all’asfodelo, fino ai crochi e a distese incredibili di orchidee spontanee: un paradiso per gli amanti della fotografia a della botanica.

Si prosegue facilmente nell’ultimo tratto di sentiero che riconduce nuovamente di fronte alle strutture del Centro Turistico, ma per qualcuno più curioso consiglio di non perdersi gli altri importanti esemplari di faggio che sono lungo il tratto di margine di bosco paralleli al sentiero e solo qualche centinaio di metri più in là. Arrivati di nuovo alla strada si è conclusa un’escursione semplice e su un tracciato adatto anche ai meno esperti o a chi ha poco tempo e non può intraprendere nulla di impegnativo.

Questo itinerario per la semplicità tecnica e per la facilità ad essere raggiunto dalla strada, è adatto ad essere visitato in ogni stagione. La primavera regala i colori dei fiori che sbocciano per il nuovo anno, e l’autunno quelli delle foglie degli alberi che si preparano a riposare e dei funghi che nascono nel sottobosco; il manto nevoso dell’inverno imbianca il paesaggio trasformandolo completamente, e il verde della faggeta e il fresco del bosco sono l’ideale per le calure estive.

Naturalmente io sono a disposizione per raccontarti le meraviglie di questi luoghi e accompagnarti durante questa o tante altre escursioni nel Parco Nazionale più grande d’Italia. Ti aspetto per camminare insieme: contattami!


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Ciao, sono Andrea Vacchiano. Vivo nell’area protetta più grande d’Italia: il Parco Nazionale del Pollino, tra Calabria e Basilicata. E proprio qui, amante della mia stupenda e controversa terra, sono diventato prima Guida ufficiale del Parco (2013), e poi Guida Turistica abilitata (2019). Ho intrapreso questa strada con passione e voglia di fare perché credo nel valore di questo territorio che ha conservato luoghi ricchi di arte, storia e natura davvero unici. Ti aspetto per visitarli insieme!

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