Alla scoperta della Sardegna – Il Flumendosa

Il Flumendosa è il secondo fiume della Sardegna per lunghezza ma il primo per portata alla foce. Nasce ai piedi del monte Perda Aira, situato in un’area a sud-est alle falde del Gennargentu e, dopo un percorso molto tortuoso nella Sardegna centro-orientale sbocca poco a sud di Porto Corallo, in territorio di Villaputzu, regione del Sarrabus, Sardegna sud-orientale.

Anticamente, come tutti i corsi d’acqua, costituiva un’importante via d’ingresso dal mare alla terraferma; per questo già all’epoca nuragica (circa 1800 a.C. – 800 a.C.) venne costruito un sistema di nuraghi che permetteva di sorvegliare il territorio in corrispondenza dei guadi, luoghi di penetrazione verso l’interno.

Diversi scrittori, tra cui Alberto della Marmora (generale piemontese inviato in Sardegna dal governo sabaudo, che scrisse dei rapporti sul territorio sardo, molto preziosi per noi oggi per conoscere la situazione dell’epoca), segnalano la pericolosità di questo corso d’acqua, particolarmente temuto in alcune località dove si registravano una decina di morti all’anno: l’attraversamento del fiume, soprattutto nei periodi di piena, era infatti pericoloso a causa della portata e della mancanza di ponti di collegamento fra le due rive. In corrispondenza di alcuni guadi “storici”, ben conosciuti come sicuri anche in periodo di piene, erano presenti alcune piccole imbarcazioni, condotte da un barcaiolo che traghettava le persone che, per i più vari motivi, dovevano attraversare il fiume. Curiosamente il barcaiolo veniva pagato in natura: orzo, grano, latticini, etc.

Il corso del Flumendosa è interrotto da due dighe: la prima, costruita nel 1948 nel corso alto del fiume, è chiamata di Bau Muggeris ed è situata in territorio di Villagrande Strisaili ai piedi del Gennargentu; forma il cosiddetto lago Alto del Flumendosa; la seconda, costruita nel 1952, è situata all’altezza del maestoso Nuraghe Arrubiu; forma il Grande Lago del Flumendosa, molto più estero del primo, collegato con una galleria a un altro lago artificiale, il Mulargia, la cui acqua viene utilizzata per il fabbisogno idrico del Campidano. Entrambe le dighe sono state costruite per produzione di energia elettrica e per l’irrigazione.

Alcuni progetti di promozione del turismo sui laghi del Flumendosa sono sfumati; ne rimane attivo uno, con successo: un battello https://www.facebook.com/laghisardegna/ propone la visita del Lago Grande del Flumendosa, permette di scoprire diversi angoli molto suggestivi, osservando un paesaggio inusuale per la nostra Isola. Lungo le rive del Lago Grande sono ancora visibili alcuni punti di imbarco utilizzati dai barcaioli prima della costruzione delle dighe.
Numerosi affluenti arricchiscono via via il corso principale, contribuendo a mantenere il flusso abbondante tutto l’anno.

Il percorso del Flumendosa è molto articolato e vario; a tratti scorre tra strette gole rocciose, a tratti si allarga su piane fiancheggiate dalla tipica vegetazione fluviale (Ontano, Canna, Tifa, Menta, etc), a tratti attraversa foreste e scorre in conche ora rocciose ora ciottolose ora sabbiose.

Diverse sono le possibilità di accesso al letto fluviale: nei paesi dell’interno il bagno al fiume nel periodo estivo è un’attività diffusa, perlopiù tra ragazzi. Alcune località sono più conosciute di altre: Gerdesi, nei pressi di Aritzo, Is Arredelus e Is Caddaias in territorio di Gadoni, Sa Stiddiosa in territorio di Seulo, il Guado Salasi in territorio di Sadali.

Negli ultimi anni si è diffusa in Sardegna la pratica dell’Acquatrekking, che prevede la percorrenza del letto fluviale in cammino o a nuoto. Questa attività si svolge anche nel Flumendosa nelle località nominate in precedenza e in altre e permette di ammirare aspetti della vita fluviale altrimenti non osservabili.

Tra questi è molto interessante l’aspetto faunistico, specie per la componente strettamente legata all’acqua: dalle specie ittiche, tra cui segnalo per i pesci la Trota sarda (Salmo trutta macrostigma), oggetto di ripopolamento in alcuni fiumi dell’Isola e l’Anguilla (Anguilla anguilla), per i rettili le bisce d’acqua (Natrix natrix e Natrix maura) e le tartarughe d’acqua (Emys orbicularis, specie a rischio a causa della competizione con la Trachemys scripta, la tartaruga californiana rilasciata dall’uomo in ambiente di acque continentali); per gli anfibi la Raganella (Hyla arborea sarda, specie endemica), il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e il Discoglosso (Discoglossus sardus), anch’esso endemico, come il raro Euprotto (Euproctus platycephalus); per gli insetti segnalo alcune specie, facilmente osservabili: il Gerris sp., predatore che si muove pattinando in superficie, la Notonecta glauca, predatore che vive sotto la superficie ma che la raggiunge periodicamente per approvvigionarsi di aria, i Ditiscidi, predatori che vivono sul fondo e sotto la superficie ed emergono anch’essi per approvvigionarsi di aria.

Durante le escursioni capita anche di osservare alcune specie di Uccelli, legate più o meno strettamente all’ambiente fluviale: Anatre quali il Germano reale (Anas plathyrhynchos), Passeriformi come la Ballerina gialla (Motacilla cinerea) e di Mammiferi, come il Visone americano (Neogale vison) che in realtà preferiremmo non incontrare in quanto specie aliena e quindi altamente dannosa per la fauna autoctona.

Se siete interessati ad approfondire la conoscenza del territorio sardo attraversato dal Flumendosa con un’escursione o attività di acqua trekking, vi aspetto!


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Ciao, sono Stefania Contini, una Guida Escursionistica Ambientale iscritta al Registro Regionale della Regione Sardegna. Sono una Biologa e Naturalista, Dottore in Ecopatologia della Fauna Selvatica, amo molto la mia Terra; dopo un percorso di formazione articolato ho capito che la mia vocazione è quella di accompagnare le persone “Alla scoperta di..”: è questo il nome della ditta individuale con cui esercito l’attività di guida nella gran parte del territorio sardo. Vivo nel sud-est dell’Isola, dove ho aperto il B&B Sette Fratelli, situato ai piedi della foresta omonima. Vi aspetto!

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