Finestra sull’Arte – Il cavaliere in rosa di Moroni

Un esempio di state portrait

Il cavaliere in rosa di Moroni
Giovan Battista Moroni, Il cavaliere in rosa, 1560, olio su tela, 216×123 cm. Bergamo, Collezione Conti Moroni.

Fra i massimi esponenti della ritrattistica Cinquecentesca troviamo Giovan Battista Moroni che, dopo un iniziale apprendistato presso il Moretto, mette a punto uno stile personale assai efficace nella resa dei ritratti del patriziato bergamasco, bresciano e trentino: il cavaliere in rosa.

Nel cosiddetto ritratto de Il cavaliere in rosa, conservato a Bergamo presso Palazzo Moroni, si coglie appieno la veridicitร  dellโ€™immagine naturale, sia nei particolari sia nella resa dellโ€™attitudine del personaggio, che esibisce efficacemente il proprio status sociale.

Questo enigmatico e affascinante ritratto a grandezza naturale ha da sempre interessato gli studiosi. Uno storiografo Settecentesco ricorda in casa Grumelli โ€œun mirabile ritratto in tutta figura vestito alla spagnolaโ€, che viene identificato con la nostra opera.

Il personaggio raffigurato nell’opera del Cavaliere in rosa sarebbe, secondo gli studiosi, Gian Girolamo Grumelli, di famiglia aristocratica bergamasca, laureato in legge, uomo di chiesa filospagnolo (si spiegherebbe cosรฌ la foggia degli abiti), appassionato di letteratura e poeta dilettante.

Dopo un primo matrimonio durato un anno con Maria Secco dโ€™Aragona di Calcio, rimasto vedovo contrarrร  nel 1561 un secondo matrimonio con la poetessa Isotta Brembati, di cui esiste un ritratto ancora del Moroni.

In basso, sulla destra, nel frammento di architrave, si legge la firma di Moroni latinizzata e la data โ€œM.D.LXโ€ (1560) che coincide con i ventiquattro anni dellโ€™effigiato. Poco sopra si vede un bassorilievo con la scritta in spagnolo โ€œMas el caguero que el primeroโ€.

La scena sovrastante รจ stata letta come Elia che sale verso il cielo col carri di fuoco e lascia cadere il proprio mantello a Eliseo (2Re,11-14). Il motto, giร  messo in relazione con le vicende matrimoniali del Grumelli, va interpretato invece nel sui significato evangelico (โ€œmeglio lโ€™ultimo che il primoโ€).

Lโ€™edera sul fondo delle mura, colta in uno stupendo controluce che contrasta con lโ€™azzurro del cielo, dovrebbe alludere alla persistenza dellโ€™amore simboleggiato nella statua spezzata che rimanda alla caducitร  delle cose.

La posa e lโ€™intera immagine rimandano a quelle caratteristiche che vanno sotto il nome di โ€œstate portraitโ€ (ritratto di Stato) dove lโ€™effigiato รจ colto attraverso la manifestazione del suo status sociale, aristocratico o principesco che sia, piuttosto che per il suo stato dโ€™animo.

La ritrattistica Cinquecentesca, in particolare quella di Tiziano e di Raffaello, inaugura questo tipo di immagine idealizzata e quasi priva di intenti fisionomici o introspettivi.

Sala dellโ€™etร  dellโ€™oro con affreschi nel cornicione. Palazzo Moroni, Bergamo. Al centro il ritratto del Moroni.

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Alice Brivio
Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dellโ€™arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciรฒ che รจ artistico!
La rubrica โ€œFinestre sullโ€™arteโ€ nasce per raccontare e condividere con voi ciรฒ che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciรฒ, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date unโ€™occhiata ai miei articoli sul blog!

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