Credevamo di conoscerla tutti un pochino…quasi come una vicina di casa, con i suoi tailleur colorati, i suoi sorrisi educati, le sue maniere composte e le sue parole rassicuranti.
Chissà quando ci abitueremo a Re Carlo! Forse ci aiuterà il nuovo materiale prodotto: monete, effigi, stemmi. Già tra qualche settimana, infatti, cominceranno a circolare le nuove banconote, con il profilo di quest’uomo che ha aspettato prima di diventare re.
Nuove inziali sulle cabine telefoniche, sulle cassette della posta, sugli stemmi reali e sulle divise delle guardie. Non più ER, ma CR (la R sta per Rex o regina poiché si usa il latino).

In realtà, magari lo conosciamo già meglio di Elisabetta, poiché senza il peso di una corona indossata a vent’anni come è successo a sua madre, è stato più libero di sviluppare una personalità propria e per questo spesso è stato duramente attaccato.
Carlo diventò erede al trono quando aveva solo 4 anni. Bimbo calmo e sensibile, con una madre un po’ assente per gli imprescindibili impegni di lavoro e un padre che vedeva la sua insicurezza come un grande problema per un futuro re.

Ecco allora l’educazione scelta per lui dal principe Filippo: Gordonstoun, una scuola famosa per la disciplina ferrea e le attività mirate a forgiare il carattere, nonostante Carlo avrebbe preferito Eaton (poi frequentata da William e Harry) dove studiare filosofia e storia.
Scapolo d’oro degli anni 70, all’epoca era già innamorato di Camilla Shand che non gli era permesso di sposare in quanto non nobile (anche se ben inserita) e non più vergine.
La comprensione, il sostegno reciproco e la complicità che hanno sempre legato i due, non erano abbastanza per gli standard di un matrimonio reale. E così, gli viene imposta Diana, con cui ebbe due figli. Diana e Carlo hanno 13 anni di differenza. Lei er una donna moderna e mondana, a cui piace stare in mezzo alla gente: una Principessa a cui le regole di palazzo vanno strette.

Carlo, più introverso, si interessa di storia e antropologia, si esprime su rigenerazioni urbana e l’ambiente, temi che all’epoca non avevano grande seguito o quanto meno non una grande attenzione mediatica.
Fu così che fondò, contro l’opinione dei consiglieri di palazzo, il Prince ‘s trust, associazione di volontariato che aiuta giovani e svantaggiati. Fu infatti lui a creare Duchy Originals, il marchio di alimenti biologici che prende il nome dal Ducato di Cornovaglia, di cui il re è proprietario terriero. Nel suo primo discorso da re ha enunciato che ora sarà William a portare avanti questi incarichi.
Carlo, infatti, come sovrano, oltre ad avere un bel da fare, dovrebbe cercare di essere il più possibile imparziale e non esprimere opinioni. Sarà facile per un uomo che ha passato la sua vita a sostenere cause in cui credeva?
Per Elisabetta, in fondo, il compito è stato più facile: divenuta regina a 26 anni, fu educata a mostrarsi impassibile ed è con questa immancabile neutralità che ha conquistato tutti: non ha mai preso parti.
Carlo ha già diviso tante volte l’opinione pubblica che ci ha quasi fatto abituare: con lui o contro. E poi, dopo tutto siamo sicuri che una piatta neutralità è quello che vogliamo da questo re? Forse ci sorprenderà.

E magari i visitatori pian piano inizieranno a richiedere tour sulle location di Sua Maestà il Re. Io, se vorrete, sarò lieta di accompagnarvi!
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Mi chiamo Laura, sono italiana ma vivo in Inghilterra da 14 anni. Sono una guida Blue Badge di Londra (e dintorni)e del Galles. Ho imparato ad amare Londra poco a poco e ora mi piace aiutare la gente a scoprire la storia, la cultura, le tradizioni e lo stile di vita di chi ci abita.
Adoro viaggiare e scoprire nuove città, ho la passione del teatro e un debole per il buon cibo (e vi assicuro che Londra può sorprendervi anche in questo!).