Il Natale a Barcellona, per me abituata a quelli freddi trascorsi sulle sponde del Lago di Como, è un Natale diverso, con un clima più mite, ma comunque ricco di tradizioni.
Anche qui in Catalogna le strade brillano di luci natalizie, si addobbano gli alberi di Natale e si preparano i più svariati presepi.
Una delle tradizioni catalane più originali è una statuina del presepe molto particolare: si tratta di un personaggio folcloristico nominato Caganer.

Il nome è già un programma, come potete immaginare!
Altri che non è che un uomo, di stampo popolare, ripreso nell’atto di defecare, accovacciato, e con i pantaloni abbassati.
Sembrerebbe che la sua presenza risalga all’epoca barocca, quando tra i soggetti artistici si includeva la rappresentazione di scene di vita quotidiana, prediligendo il gusto per la teatralizzazione e l’esagerazione.
Di recente, però, è affiorata una teoria che sostiene che la ragione della sua presenza sia quella di umanizzare la natività, ricordando allo spettatore la connessione esistente tra il mondo spirituale e le necessità biologiche di ogni essere umano.
Si tende comunque a collocare la figura del Caganer dietro un albero o sotto un ponte, onde evitare che risulti offensivo alla Sacra Famiglia.
Nei vari mercatini natalizi si trovano Caganer di tutte le tipologie e di tutti i colori: alcuni hanno fattezze che ricordano personaggi famosi o politici, altri hanno i colori della bandiera catalana (rosso e giallo) o del Barça, la squadra di calcio barcellonese.


Ma il Caganer non è l’unica tradizione natalizia catalana legata all’andare di corpo.
Entrambe le lingue inoltre, catalano e spagnolo, sono ricche di espressioni colorite legate proprio agli escrementi e all’azione di defecare.
In generale, come carattere, sono molto più diretti e meno pudici di noi su certi argomenti, e il loro atteggiamento liberale si riflette anche nel parlato.
Approfondirò volentieri l’argomento in un prossimo post; per adesso, torno al tema natalizio e vi presento il simpaticissimo Tío de Nadal, tradotto letteralmente come: “lo zio di Natale”.
Presente in tutte le famiglie con bambini, si tratta di un tronchetto di legno delle dimensioni di un cagnolino. Gli si disegnano occhi, naso e una bocca sorridente e si aggiungono due bastoni come zampe, in modo che sembri seduto. Spesso veste anche un berretto natalizio e di notte viene coperto con una copertina per non prendere freddo.
Originariamente la tradizione prevedeva che fosse un semplice pezzo di legno che bruciava nel camino per scaldare l’ambiente famigliare e renderlo così propizio allo scambio di dolci durante le feste.
In seguito si è trasformato in questo tronchetto animato che “caga” i regali per i bambini, motivo per cui lo si chiama comunemente Caga tió.
A partire dall’8 dicembre i bambini lo nutrono ogni sera con frutta, bucce, biscotti, nella speranza che il Tìo ricambi le loro attenzioni offrendo loro regali il giorno di Natale.

Il giorno della Vigilia i genitori nascondono i regali sotto una coperta, tra le zampe del tronchetto.
E i bambini, per aiutarlo a espellere gli agognati regali, lo battono con un bastone al ritmo di questa filastrocca che vi riporto in catalano:
Caga tió
avellanes i torrons (mandorle e torroni)
no caguis arengades (non cagare aringhe)
que són massa salades (che sono troppo salate)
caga torrons que són més bons (caga torroni che sono più buoni)Caga tió
avellanes i torrons (mandorle e torroni)
si no vols cagar (se non vuoi cagare)et donaré un cop de bastó, ben fort, (ti darò un colpo di bastone bello forte)
ben fort… (bello forte…)
E finalmente, il giorno di Natale, il caro Tío dona loro i regali tanto attesi, che spesso sono dolciumi.
Qui in Catalogna, infatti, i regali veri li portano i Re Magi il 6 gennaio. Ma questa, è un’altra storia…
A presto e Buon Natale a tutti da Barcellona!
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Mi chiamo Caterina e vivo in Spagna dal 2012. Sono guida turistica e doppiatrice: se verrete a Barcellona vi accompagnerò già sull’aereo: è mia infatti la voce dei messaggi di bordo di Vueling. Non mi resta che incontrarvi di persona per mostrarvi i tanti angoli di Barcellona lontani dal turismo massivo! Inoltre, saró felice di farvi conoscere gli usi e costumi locali, attraverso i miei occhi di italiana a Barcellona con marito spagnolo.