Dolce Verona

Angoli nascosti di Verona tra eccellenze enogastronomiche e tradizioni

Passeggiare per Verona con il naso all’insù a volte può regalare prospettive inaspettate e far scoprire angoli nascosti e meno conosciuti anche dagli stessi Veronesi.

Ci troviamo nel centro storico di Verona in una delle vie principali, oggi via pedonale chiamata Corso Porta Borsari, una via di origine Romana. In questa via camminando lentamente si possono osservare alcuni simboli che richiamano alle tradizioni delle osterie, all’arte culinaria e alle leggende.

A circa metà di Corso Porta Borsari si trova un antico palazzo del XIII: lo Stallo delle Vecchie, Stal de le Vece in dialetto veronese, dove guardando in alto appeso sotto l’arco troviamo un’insegna in lamiera che rappresenta due vecchiette e un bassorilievo raffigurante la Madonna con Bambino, la Trinità e gli Arcangeli Michele e Raffaele. Era nato come dimora di un ricco mercante e poi trasformato come stalla per i cavalli e come dimora per ristorarsi.

Proseguendo sempre per Corso Porta Borsari alzando lo sguardo, su uno dei vari palazzi signorili, al civico 21, è visibile il “monumento al Pandoro” raffigurato da 2 pandori in pietra che fanno da ornamento alle terrazze del quarto piano. I due pandori sono stati costruiti per ricordare che un tempo in questo palazzo c’era la pasticceria di Domenico Melegatti che nel 1894 brevettò la ricetta del famoso pandoro.

Di veramente originale il nuovo dolce aveva soprattutto la forma, ideata dal pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca, il metodo di produzione molto innovativo, il tipo di confezione e anche il sistema di vendita, che era per corrispondenza.

La leggenda vuole che l’origine del nome derivi dall’esclamazione di un garzone che, vedendo una fetta del dolce illuminata dal sole, avrebbe esclamato in dialetto “l’è propio un pan de oro!”.

Mentre al giorno d’oggi è considerato un tipico dolce natalizio, in origine il pandoro era però considerato un dolce che poteva essere mangiato durante tutto l’anno, in particolare la domenica e in altri giorni di festa.

Forse non tutti sanno che il Pandoro non è l’unico dolce natalizio originario di Verona, abbiamo infatti anche il Nadalin che risale alla fine del 1200 durante la Signoria Scaligera. Il Nadalin è per i veronesi il vero dolce delle feste Natalizie, a forma di stella, basso e ricoperto di mandorle tostate e pinoli.

Continuando il nostro viaggio nella tradizione veronese sempre in Corso Porta Borsari si trova il Panificio De Rossi, uno dei più antichi panifici, tra le botteghe storiche della città e fondata nel 1947 dalla famiglia De Rossi, oggi alla terza generazione. In questo panificio troviamo la Torta Russa uno dei dolci tipici di Verona. Si tratta di un dolce a base di amaretti e mandorle che la leggenda vorrebbe essere stato inventato da un pasticcere veronese, innamorato di una bellissima donna dagli occhi azzurri.

Secondo il racconto, l’uomo si sarebbe trovato a bordo di una nave attraccata nel porto di Odessae per conquistare il cuore della giovane e splendida ragazza russa, avrebbe deciso di creare questo dolce da consegnare all’amata e perciò quindi chiamato “Torta Russa”.
Presso il panificio De Rossi è possibile effettuare degustazioni per scoprire la qualità dell’alta pasticceria artigiana veronese, unite alla cultura e alla storia del territorio.

Non possono mancare nel nostro viaggio i Risini, un’altro dei dolci tipici che nascono nelle campagne a sud di Verona dove si coltiva il riso Vialone Nano, presidio Slow Food. 

I risini sono piccoli cestini monoporzione di pasta frolla, con un ripieno di riso e crema pasticcera, perfetti a colazione o come dessert nel pomeriggio.

Sebbene si trovino anche rotondi e simili a crostatine, la loro forma tipica è quella di un ovale con i bordi alti, che rimanda alla forma dell’Arena, il monumento simbolo della città.

Con i dolci tipici è bene abbinare anche il vino giusto, e trovandoci a Verona sicuramente non mancano ottimi vini da dessert uno tra tutti il Recioto che qui troviamo in due tipologie il Recioto della Valpolicella, passito rosso e il Recioto di Soave, passito bianco, entrambi perfetti da abbinare ai dolci della tradizione Veronese.

E infine tappa imperdibile, legata alla tradizione Veronese, è la sosta in una delle tante Osterie storiche dove poter degustare vini tipici e cicchetti.

A pochi passi da Corso Porta Borsari e da Piazza delle Erbe troviamo due storiche osterie l’Antica Bottega del Vino e l’Osteria Monte Baldo.

L’Antica Bottega del Vino, è un vero tempio del vino. Tra i più antichi e ricchi di storia locali italiani, l’avventura della Bottega inizia nel ‘500, durante il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia con il nome di Osteria lo Scudo di Francia a causa della vicinanza con l’allora consolato francese.

Durante l’impero austro-ungarico nel XVIII secolo cambia il nome in Osteria la Biedemeier e nel 1890, ad opera dei fratelli Sterzi, diviene la “Bottega del Vino”. Nel 1957 viene acquistata dalla famiglia Rizzo – Grigolo, che la trasforma in un ristorante vero e proprio e, grazie al suo gestore Silvano Piacentini, inizia ad arricchirne la cantina anche con vini internazionali. Infine, nel 1987 viene comprata da Severino Barzan e Giovanni Pascucci sino al 2010 quando la proprietà passa alle Famiglie Storiche dell’Amarone.

La Bottega del Vino è  insignita del prestigioso premio “Wine Spectator Grand Award” per la Carta Vini.

L’Osteria Monte Baldo, luogo storico di Verona, nasce nel XIX secolo come latteria per poi diventare frale due guerre osteria con al piano di sopra uno spazio dedicato alle bische. Negli anni ’60 diventa bar caffetteria ed infine nelle mani del sapiente oste Gianni Vesentini ritorna ad essere una delle più famose Osterie.

Oggi all’Osteria Montebaldo,circondati da botti e bottiglie, è possibile scegliere fra un’ampia gamma di vini e di deliziose tartine fresche.

Vi aspetto per scoprire insieme il lato enogastronomico della città!


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Mi chiamo Albina Durante, sono Sommelier professionista Fisar e Wset Certificated, amo profondamente il mondo del vino e il suo territorio. Non sono cresciuta in una cantina, ma vivo in Valpolicella, terra per la quale ho una grande passione e che mi ha permesso di sviluppare la mia esperienza lavorativa nel settore del vino e del turismo enogastronomico.
Negli anni ho acquisito competenze professionali e tecniche per approcciare e comunicare il vino in modo efficace . Ho seguito corsi e master di degustazione, marketing e comunicazione del vino. L’aspetto emozionale nel degustare il vino è quello che più cerco. Sono membro dell’associazione Donne Del Vino, di Fisar e di Slow Food, collaboro con la Strada del Vino Valpolicella e la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Sono certificata con l’Organizzazione Mondiale del Turismo UNWTO con il Mastering Wine Tasting.

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