Bologna Contemporanea: la città nuova che non ti aspetti!
Bologna è sinonimo di torri e portici medievali, ma in realtà la città nasconde al suo interno un’anima moderna, anzi meglio, contemporanea di grande interesse e valore.
Si, proprio così: “oltre al Medioevo c’è di più”! Nascosti tra antichi edifici, oppure svettanti nel panorama nuovo della città sono presenti a Bologna diversi interventi di riqualificazione urbana e/o di architettura contemporanea. Singole opere di grandi artisti dei nostri giorni, ma anche veri e proprio quartieri storici riconsegnati agli abitanti con un volto moderno e funzionale.
Difficile da credere?! Lasciamo parlare le immagini e iniziamo a conoscere assieme una Bologna moderna, dinamica ed estremamente affascinante!

Punto di partenza doveroso, sia per la posizione di assoluta centralità – siamo a pochissimi passi da Piazza Maggiore – sia per il nome importante qui coinvolto, è il capolavoro del grande architetto Carlo Scarpa: il negozio Dino Gavina. Forse a molti il nome di questo imprenditore bolognese non è noto, ma vi invito a leggere qualcosa su di lui e vi si aprirà un mondo (come è successo a me diversi anni fa!): Gavina era un genio e un visionario, un geniale visionario appunto, da aver avuto la capacità e determinazione di creare un meraviglioso “paradiso terrestre” del design e di circondarsi, portandoli anche a Bologna, di maestri assoluti del settore quale Marcel Breuer, i fratelli Castiglione e Marcel Duchamp! Lo spazio espositivo della ditta Gavina irrompe con la sua modernità nella città antica: la facciata esterna, dalla composizione lineare, è rivestita con una grande piastra in cemento forata da tonde vetrine di grandi dimensioni. Dal 1960 ai giorni nostri, dopo la chiusura dell’attività Gavina, diverse vicende hanno interessato il negozio, con esiti alterni. Rimane però una costante: il poco amore dei bolognesi per questa straordinaria opera di Scarpa, incompresa nella sua diversa bellezza.

All’ombra delle Due Torri si apre il distretto universitario di Bologna, la zona più vivace e vissuta della città. Ogni anno circa 100mila studenti da tutto il mondo si iscrivono all’ateneo bolognese; nonostante molti dipartimenti siano dislocati in aere extra urbane, il cuore della vita universitaria rimane nel centro storico tra le vie Zamboni, delle Belle Arti e Piazza Verdi. I caratteristici portici della nevralgica via Zamboni nascondono alcuni interventi contemporanei che testimoniano la possibilità di inserimento in un tessuto urbano compatto come quello di Bologna. Attraversando Piazza Scaravilli l’angolo che la collega a via Belle Arti è interamente occupato dalla Biblioteca della Facoltà di Economia e Commercio (1963-73 architetto Enzo Zacchiroli) e dall’Istituto di Statistica, in realtà due edifici interrotti da una piccola strada – la Biblioteca con il suo cieco, ma possente, prospetto stradale e l’Istituto stesso più integrato con l’originale struttura ottocentesca – strettamente legati dal linguaggio espressivo affidato al cemento a vista unito a coperture di rame e infissi in legno. Tornati sull’asse principale si imbocca la laterale via Belmeloro lungo la quale sorge la nuova Sede della Johns Hopkins University (1956-60 architetto Enzo Zacchiroli) un immobile senza citazioni dell’antico, dal coraggioso linguaggio libero e semplice, in netta e decisa controtendenza con l’armonizzazione nel contesto storico. La creatività è davvero onnipresente, dal giardino urbano del Guasto progettato negli anni’70 da studenti alle innumerevoli opere di Street Art – in tutte le sue forme e varianti – che invadono lo spazio.



Spostandosi nella zona ovest della città si incontra l’importante arteria di via Marconi che corre parallela a via Indipendenza. Netta testimonianza visiva del ventennio fascista questa moderna via di collegamento, chiamata inizialmente via Roma, viene aperta negli anni Trenta (1932-1936) trasformando radicalmente l’area, un tempo attraversata da canali e densamente vissuta. Sul fronte sinistro diversi edifici rispecchiano il formalismo modernista del tempo, in particolar modo il Palazzo del Gas e il Palazzo Lancia.

Lasciata via Marconi si incontro l’attuale Manifattura delle Arti, in assoluto la mia zona preferita di Bologna! Sarà perché vi ho vissuto per ben 11 anni o sarà una delle rare affinità elettive, ma questo angolo della città rimane a me molto caro e prezioso. Dagli anni 2000 un intenso progetto di rigenerazione urbana affidato all’architetto Aldo Rossi ha investito l’area nord-ovest ristabilendone la centralità e la dignità. Dal Rinascimento fino all’Ottocento la zona ha svolto un ruolo vitale per la città, ospitando per secoli il porto e numerose attività di tipo mercantile e manifatturiero che sfruttavano le acque del Canale del Cavaticcio.
Dalla fine del XIX secolo l’area ha subito un lento, ma inarrestabile declino, aggravato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e dalle opere di ricostruzione che ne cambiarono definitivamente l’aspetto. I lavori di recupero e risanamento hanno interessato in diverse fasi tutti gli edifici e gli spazi che ora compongono la nuova Cittadella dell’Arte e della Cultura: ex Manifattura Tabacchi (via Riva di Reno 72) con la sua splendida facciata stile Liberty ospita non più impianti industriali, ma la sede della prestigiosa Cineteca di Bologna e il Laboratorio di Restauro Digitale L’Immagine Ritrovata – il Parco 11 Settembre 2011 area pubblica delimitata ancora delle antiche mura dei vecchi stabilimenti produttivi – quartiere del Castellaccio, risanato mantenendone l’impianto originale e adibito a residenze universitarie e pubbliche – ex Mulino Tambroni, ora Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna – ex Forno del Pane, attuale sede del MamBo Museo d’Arte Moderna di Bologna – Parco del Cavaticcio originato grazie alla riapertura del canale su cui si affacciava il vecchio porto arricchito da diverse opere d’arte contemporanea – l’ex Salara, deposito del sale e ora sede della Comunità LGT di Bologna e centro culturale – ex Macello, trasformato nel nucleo pulsante della Cineteca di Bologna con il cinema Lumière. Nei mesi primaverili molti sono gli eventi che animano la Cittadella, dai concerti alle serate enogastronomiche passando per i festival cinematografici. Imperdibile una visita!



Con la macchina o anche la bicicletta lasciamo il centro storico in direzione della prima periferia; in pochi km incontriamo la sagoma del MAST – Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia nata nel 2013 per volontà dell’imprenditrice e filantropa Isabella Seragnoli. La struttura è collocata volutamente in una zona fortemente marcata dall’attività industriale grazie alla presenza di stabilimenti e uffici di aziende di respiro mondiale; il progetto MAST viene concepito infatti come formula di integrazione tra l’impresa, il territorio e la comunità circostante. Splendide le rassegne fotografiche e cinematografiche dedicate al tema dell’Industria, rigorosamente gratuite e sempre ben allestite! Buono anche il brunch domenicale.

In direzione nord, oltrepassata la stazione centrale, sorge il rione popolare della Bolognina. Fortemente legato alla vita operaia e produttiva si caratterizza per un’edilizia veloce, ma abbastanza omogena, di case popolari dai grandi cortili e dalle dimensioni contenute. Da diversi anni è il luogo più in trasformazione – in alcuni casi potremo ahimè parlare di gentrificazione – di Bologna e mantiene la sua anima anticonformista e multiculturale. Gli spazi dell’ex Deposito Zucca dell’ATC ospitano dal 2007 il Museo per la memoria di Ustica, fortemente voluto da Comunità e Amministrazione pubblica in ricordo delle vittime dell’incidente aereo del 27 giugno 1980. Un attento progetto di ristrutturazione dei capannoni ottocenteschi utilizzati a deposito dei tram a cavallo ha permesso il recupero degli ambienti, riconvertiti in spazi espositivi. Al centro della sala l’impressionante relitto originale dell’aereo precipitato mentre la memoria delle 81 vittime è affidata a una toccante e coinvolgente installazione artistica di Christian Boltansky.
Sempre alla Bolognina è stato inaugurato nel 2008 il nuovo ufficio comunale, opera dell’architetto Mario Cuccinella. L’intervento con la realizzazione di spazi commerciali e di servizio al quartiere, contribuisce alla riqualificazione di una zona – quella dell’ex mercato ortofrutticolo, nell’area della Bolognina – che si vuole ricollegare al centro cittadino, ricomponendo la cesura costituita dal tracciato ferroviario e dal muro del mercato. l’idea di base è la “rottura” di una massa unica che individua tre blocchi destinati a differenti attività e disposti lungo il bordo ovest, così da permettere l’apertura di una piazza verso il lato della Bolognina. La ripartizione fra spazi aperti e chiusi crea direzioni nuove, possibili generatrici di assi urbani e percorsi pedonali; pochi mesi fa l’ultimo tassello di rigenerazione con l’apertura della Piazza Lucio Dalla, sotto la bellissima tettoia dell’architetto Pierluigi Nervi: un nuovo spazio recuperato e restituito alla collettività tramite l’installazione di aree per skate e parcure nonché di servizi per concerti, ristorazione ed eventi vari.

Questa eterogenea anima di Bologna è probabilmente uno degli aspetti che più mi lega alla città emiliana, come sua abitante mi rende orgogliosa e come guida turistica mi stimola a condividere il suo volto contemporaneo a tutti i visitatori. E pian pianino ci sto riuscendo, ricevendo richieste di visita da clienti italiani e internazionali! Mancate solo voi!
Ps: Nell’articolo non ho citato la zona fiera di Bologna, progettata in parte dall’architetto giapponese Kenzo Tange; nessuna dimenticanza, ma ve ne parlerò a tempo debito col dovuto spazio!
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LINDA VERONESE
Veneta di nascita, ma da oltre dieci anni emiliana per scelta, prima a Ferrara e ora stabilmente a Bologna.
Ho iniziato a viaggiare e visitare Musei fin dall’infanzia, imparando a camminare negli scavi archeologici di Aquileia e correndo tra i lunghi corridoi degli Uffizi! L’amore per la cultura mi ha portata al conseguimento della Laurea Triennale in “Scienze del Turismo Culturale” presso l’Università di Ferrara e in seguito ho ottenuto la specializzazione in “Storia dell’Arte” all’Università di Bologna. Dal 2013 sono guida e accompagnatrice turistica abilitata per le lingue italiano e tedesco, ma lavoro nel campo turistico da oltre un decennio come agente di viaggi. Attraverso l’attività di guida mi impegno per valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale, con particolare attenzione al mondo della creatività contemporanea, per esempio organizzando cinetrekking con utilizzo di materiale multimediale, percorsi di architettura e urbanistica, visita di mostre d’arte e passeggiate letterarie.
Come accompagnatrice collaboro con un importante Tour Operator nazionale con focus Italia ed Europa – in primis Germania, Austria e Europa centrale. Trovo ogni viaggio un’occasione di confronto con persone e culture diverse perché, proprio come sostiene Voltaire, “È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria”.