In esposizione agli Uffizi di Firenze

Agli Uffizi, al centro della Sala delle Dinastie, si trova uno dei ritratti più apprezzati del Cinquecento: il Ritratto di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni de’ Medici, capolavoro del Bronzino (Agnolo di Cosimo, 1503-1572).
Eleonora, era nata nel 1522, ed era figlia di don Pedro Álvarez de Toledo, viceré di Napoli, capace di trasformare la città in uno dei principali centri dell’impero spagnolo. Eleonora era nota in tutta Italia, fin da ragazzina, per la sua straordinaria bellezza, di cui possiamo ben renderci conto osservando, nei suoi ritratti, il suo viso dolce e ovale, i suoi occhi castani espressivi, il suo portamento nobile. Nel 1539, Eleonora aveva sposato Cosimo I de’ Medici, che solo due anni prima era diventato duca di Firenze, e che nel 1569 sarebbe divenuto granduca di Toscana. All’epoca del matrimonio erano molto giovani: lui aveva vent’anni, lei diciassette.
Bronzino, apprezzato soprattutto come ritrattista, diventò pittore di corte intorno al 1545, anno in cui presumibilmente fu realizzato il ritratto di Eleonora di Toledo.
Si tratta di un’immagine che non aveva precedenti nella ritrattistica, Eleonora viene infatti raffigurata dalle ginocchia in su, leggermente girata di tre quarti, seduta su di un cuscino di velluto rosso, appoggiata alla balaustra di una loggia aperta su di un paesaggio. La posa richiama quella del Ritratto di Isabella d’Este in nero di Tiziano conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna, le cui copie probabilmente circolavano a Firenze in quegli anni: il Bronzino riesce però a donare alla sua opera un aspetto più formale e distante rispetto a quello della Isabella di Tiziano. Altri modelli a cui il Bronzino si ispirò furono probabilmente la Gioconda di Leonardo da Vinci e i ritratti femminili di Raffaello. Ad ogni modo, il Bronzino riuscì a produrre un’immagine destinata a costituire un paradigma dei ritratti nobiliari europei.
Eleonora è abbigliata con un vestito di broccato damascato, tipico della Spagna moresca. Sul capo porta una retina d’oro e perle, tipica della moda spagnola del tempo che la duchessa aveva introdotto a Firenze, mentre alle orecchie esibisce due orecchini con perla a goccia. Ancora, al collo indossa due collane di perle, una delle quali con un pendente con diamante e perla, e in vita reca una cintura d’oro, con gemme preziose, e terminante con una nappa di perline. Sotto alla ricca veste indossa invece una camicia di lino, che possiamo vederle spuntare all’altezza dei polsi e sul. Anche il piccolo Giovanni indossa un lussuoso abito blu intessuto d’oro, e come la madre rivolge lo sguardo all’osservatore. Eleonora è colta mentre tocca la spalla di Giovanni: il gesto indica protezione nei confronti del secondogenito.
A rendere quasi ieratica la figura di Eleonora concorrono tre elementi: l’aspetto generale del dipinto che richiama quello delle Madonne col Bambino, il fondo blu eseguito col lapislazzuli, il più costoso tra i pigmenti, di solito adoperato per dipingere il manto della Vergine nei dipinti sacri, il lieve alone di luce che scorgiamo attorno alla testa di Eleonora, quasi come se il suo capo fosse circondato da un’aureola.
Dietro la duchessa, possiamo poi osservare un paesaggio sotto un cielo scuro, quasi plumbeo, un’ambientazione notturna, nonostante Eleonora e Giovanni appaiano illuminati come se su di loro fosse proiettata la luce del giorno, che mette in risalto ogni singolo dettaglio del vestito.



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Alice Brivio
Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!